Protezione Civile Europea, 33° meeting: rafforzamento della cooperazione, adesione del Montenegro

Valutazione della capacità di gestione del rischio e rafforzamento della cooperazione tra i settori della protezione civile e dell'aiuto umanitario: questi i due temi chiave individuati dalla Presidenza italiana, sui quali si sono concentrati i lavori 33° incontro dei Direttori Generali di protezione civile dei Paesi UE. Anche il Montenegro ha aderito al meccanismo di ProCiv UE

Si è concluso ieri il 33° incontro dei Direttori Generali di protezione civile dei Paesi membri UE e candidati, organizzato dal Dipartimento della Protezione civile con la Commissione Europea, nell'ambito degli appuntamenti legati al semestre di Presidenza italiana.
Il meeting, svoltosi presso la sede del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ha rappresentato un'occasione di crescita e rafforzamento del Meccanismo di Protezione Civile europeo: in apertura dei lavori, infatti, il Montenegro ha sottoscritto la propria adesione al Meccanismo, diventando il 32esimo Paese partner (oltre ai 28 Stati facenti parte dell'UE, vi aderiscono Islanda, Norvegia e Repubblica di Macedonia).

"Dopo la prima sessione - si legge in un resoconto del DPC - dedicata al rafforzamento della cooperazione con i Paesi candidati e quelli potenzialmente candidati all'adesione alla UE alla quale hanno attivamente partecipato anche le rappresentanze di Liechtenstein, Turchia e Balcani occidentali, i lavori si sono incentrati su due temi chiave per la Presidenza italiana, il primo dei quali è la valutazione della capacità di gestione del rischio (Risk Management Capability) , ossia la valutazione della capacità complessiva di ciascun Paese di far fronte ai rischi non solo in termini emergenziali, ma anche di prevenzione e preparazione, uno degli elementi chiave della riforma del Meccanismo di Protezione Civile approvata a fine 2013 - di cui l'Italia è stata promotrice.
Altro tema di rilievo è stato il rafforzamento della cooperazione tra i settori della protezione civile e dell'aiuto umanitario: "L'esperienza maturata nella DG ECHO (EU Humanitarian Aid and Civil Protection department)-
ha dichiarato Claus Sorensen, direttore generale della DG ECHO - ha mostrato che avvicinare queste due culture, con sensibilità simili ma differenze significative, ha rappresentato una fusione nucleare. Nel percorso che si sta avviando l'aspetto fondamentale è rispettare i diversi mandati e modus operandi ma, allo stesso tempo, mantenere un approccio aperto ai benefici che possono derivare da una maggiore sinergia".

"La seconda giornata di lavori - prosegue la nota del DPC - è stata dedicata in larga parte alla presentazione e condivisione buone pratiche e lezioni apprese nel corso delle recenti emergenze ed esercitazioni da parte delle delegazioni presenti, oltre che a un approfondimento delle attività condotte dal Meccanismo di Protezione Civile europeo dall'inizio dell'anno. L'Emergency Response Coordination Centre (ERCC) di Bruxelles ha attivato il Meccanismo 25 volte in nove mesi, dal supporto nella lotta agli incendi boschivi in Grecia e in Svezia, all'attivazione del servizio satellitare Copernicus di osservazione e monitoraggio della Terra, fino alle missioni di esperti europei in Iraq, Ucraina, Mozambico e Siria. Sono state inoltre discusse le possibili modalità di implementazione della clausola di solidarietà prevista dal Trattato sul funzionamento dell'UE, che prevede la mobilitazione di risorse dell'Unione nel caso in cui uno Stato membro sia colpito da una calamità naturale o provocata da intervento umano".
"La Commissione Europea - ha quindi affermato Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile italiana, Franco Gabrielli in chiusura lavori -  conduce il cammino di crescita del sistema di protezione civile europeo: semestre dopo semestre, tutti noi possiamo apprezzare gli sforzi e la strada fatta assieme, sebbene il percorso da compiere sia ancora lungo".


red/pc

(fonte: DPC)