fonte foto: CNSAS_Liguria

Porto Venere (SP): 4 giovani alpinisti bloccati su una roccia a picco sul mare. Recuperati nella notte dal CNSAS

Una gran brutta situazione quella in cui si sono trovati 4 giovani milanesi, incrodati a circa 200 metri a picco sul mare sulla palestra di roccia del Muzzerone (SP). Impossibilitati a muoversi in entrambe le direzioni, sono stati rintracciati e tratti in salvo questa notte dai tecnici volontari del Soccorso alpino ligure

Difficile intervento di soccorso in parete a cui è stato chiamato il soccorso alpino della Spezia ieri notte intorno alle 23 nella palestra di roccia del Muzzerone, falesia sopra Portovenere (SP).
Quattro alpinisti lombardi G.V di 24 anni,  A.B di 23 anni , M.M di 24 e O.M di 23 tutti di Milano sono rimasti bloccati  per ore e ore a circa 200 metri a picco sul mare e a 100 dalla sommità della parete a causa di una corda incastrata e bloccata che ne impediva il proseguimento lungo la via dal nome "Chi vuol esser lieto ... sia" sul Pilastro del Bunker. Pare che i ragazzi fossero già partiti un po' tardi per quel tipo di escursione e che non fossero particolarmente esperti.
Fortunatamente, nonostante l'impervietà della zona, i ragazzi sono riusciti ad avvisare il 118:
eventualità molto fortunata questa perché la zona è assolutamente priva di copertura telefonica ma in qualche modo il cellulare dei ragazzi è riuscito ad agganciare la cella del 118 di Livorno che poi ha provveduto a girare la chiamata al  al 118 Spezzino. Immediatamente è stato quindi attivato il soccorso alpino di La Spezia che ha raggiunto la sommità del Pilastro e nello stesso tempo è stato allertato anche l'elicottero della Guardia Costiera di Luni Sarzana dotato di visori notturni, ad eventuale supporto delle squadre di terra in caso di problemi. Sul posto anche una squadra di vvf della Spezia.
L'operazione, diretta dal Dr Davide Battistella, medico rianimatore e delegato della XXXI Zona CNSAS, e con il capostazione Roberto Canese è cominciata in parete verso le 23. Non si avevano precise informazioni su dove si trovasse il gruppetto in difficoltà, pertanto i soccorritori si sono recati via terra  in una zona alta, al di sopra dell'area cui ritenevano potessero trovarsi i quattro ed hanno iniziato la ricerca. Poi le urla dei ragazzi hanno permesso l'individuazione del punto esatto in cui erano bloccati: un zona perricolosa, a picco sul mare e a rischio caduta o rotolamento di pietre e sassi. Un tecnico Cnsas è stato quindi calato in parete per circa 70 metri e ha raggiunto i malcapitati. I ragazzi erano  spaventati e infreddoliti ma in buone condizioni di salute.
A quel punto sono incominciate le operazioni di recupero dei quattro, alla luce delle lampade frontali: dopo due ore di lavoro i ragazzi sono stati recuperati e portati alla sommità del Muzzerone. Visitati dal medico, sono stati ritenuti in buone condizioni  ma piuttosto  provati dalla brutta esperienza. 

"Brutta avventura finita bene - afferma
Davide Battistella - ma che deve essere di monito a tutti coloro che affrontano la montagna e l'arrampicata, non solo per il rischio corso  dai quattro giovani ma anche perché le operazioni di soccorso hanno visto impegnati molti uomini con grande dispendio di energie, oltre ai potenziali rischi a cui si sono stati sottoposti i soccorritori  per un incidente di percorso quanto mai evitabile. Questa volta è andata bene per tutti ma non è detto che vada sempre così".

red/pc
(fonte: CNSAS Liguria)