Borca di Cadore (BL): la frana torna a muoversi. Paura ma nessuna conseguenza

Si è riattivata la frana di Cancia, a Borca di Cadore, nel bellunese: ha ricominciato a muoversi ieri poco dopo le 16. Nessuna conseguenza o danno  grazie al sistema di allertamento predisposto dopo che, nel 2009, la frana uccise due persone. Ma non tutto ciò che si poteva fare è stato fatto

Torna a muoversi la frana di Cancia, a Borca di Cadore, quella stessa che sei anni fa, proprio in questi giorni (era la notte fra il 17 e il 18 luglio 2009) travolse e uccise due persone. Ieri pomeriggio, a causa delle forti piogge, sul canalone di Salvella, alle pendici dell'Antelao, la frana ha ricominciato a muoversi: dal monte si vedevano distintamente le piogge raccoltesi in "fiumi d'acqua", scendere impetuose, mentre si udivano boati allarmanti dovuti alle grandi masse di ghiaia e macigni che cadevano nel canalone.
Oggi la zona della frana è monitorata da sofisticati sistemi di allertamento:  a
lle 16.09 il pluviometro della stazione di allertamento n. 1 ha rilevato che il livello della pioggia caduta superava la soglia di attenzione e ha messo in preallarme il sistema  intensificando la cadenza delle chiamate di controllo dalla mezz'ora standard ai 60 secondi. Nei minuti successivi hanno incominciato a rompersi, nelle varie stazioni di controllo poste a quote diverse lungo il canalone,  gli appositi cavi a strappo, dispositivi che segnalano il passaggio di materiali: in 10 minuti ben 3 cavi su 4 totali sono stati strappati e tutti in stazioni di controllo diverse, a dimostrazione del fatto che non  si trattava di un falso allarme. Nello stesso arco di tempo si notava anche il passaggio di una massa di detriti al di sotto dell'ecometro, che infatti segnalava un picco. Il fenomeno è stato monitorato in tempo reale dalla centrale di controllo, e, grazie al sistema di acquisizione foto presente sulle stazioni di controllo, è stato possibile verificare la situazione del canalone prima e dopo l'evento.
Nel frattempo si è messa in moto la macchina degli interventi precauzionali: come prima cosa è stata chiusa la SS 51 di Alemagna, all'altezza del bivio che sale a Cancia (riaperta circa un'ora dopo); sul posto protezione civile, vigili del fuoco,  Anas, forze dell'ordine,  con il sindaco di Borca, Bortolo Sala e il vice-sindaco Giuseppe Belfi. Sono questi ultimi a spiegare  che solo per una questione di attimi non sono state attivate le sirene di allarme  ("se fosse successo di notte lo avremmo fatto", affermano) e sono stati avvisati i cittadini, che, come da procedura precedentemente illustrata, sono saliti ai piani superiori delle loro case e hanno chiuso finestre e persiane.
L'acqua scesa dall'Antelao si è poi riversata nelle due apposite vasche di contenimento: l'invaso situato sopra Cancia si è riempito di detriti, e l'acqua  è fuoriuscita riversandosi in parte nel Ru De Miolei, che ha rischiato di tracimare, e in parte sulla statale.

Pericolo scampato dunque, ma da più parti si levano dubbi e  polemiche: "Non possiamo aspettare che ci siano altre vittime - ha dichiarato al Corriere delle Alpi Marco Zanetti, consigliere comunale  con delega alla frana di Cancia - Per fortuna stavolta non sono state coinvolte persone o cose, ma si capisce che la nostra richiesta di ricevere dalla Regione lo stato di somma urgenza per l'iter della frana è una richiesta assolutamente motivata. Non possiamo passare anni a girare carte, a fare riunioni. Sono sei anni che corriamo ovunque e adesso bisogna passare ai fatti. Contatterò di nuovo la Regione per garantire un'accelerata all'iter. Abbiamo i finanziamenti per fare le opere e non possiamo invertirli per le lungaggini burocratiche. Qui si stratta di salvaguardare vite umane, è necessario procedere spediti".

La frana è stata sorvegliata per tutta la notte, da 4 addetti della protezione civile, che dal 2009 monitora a vista la frana nei periodi più critici da marzo a ottobre. Per le giornate di oggi e domani si prevede ancora maltempo, pertanto il sindaco Sala ha dichiarato l'allerta permanente.

red/pc