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Professione Autista Soccorritore? Montanari, CoES: "non vogliamo essere Sanitari, ma Tecnici"

"Il nostro ruolo manca di tutela legale, di un preciso riconoscimento di competenze e di formazione unitaria a livello nazionale. Questo ci porta a non capire cosa possiamo fare o siamo obbligati a fare in emergenza". A dirlo è Moreno Montanari, Presidente del CoES, associazione che chiede il riconoscimento del Profilo Professionale dell'Autista Soccorritore

"Da quasi 20 anni stiamo chiedendo il riconoscimento del Profilo Professionale dell'Autista Soccorritore". A dirlo è Moreno Montanari, Presidente del CoES Italia (Conducenti Emergenza Sanitaria), Associazione che rappresenta gli Autisti di Ambulanza dipendenti del settore pubblico e privato in sede di contrattazione con il Ministero della Salute.

La richiesta di un riconoscimento professionale nasce perché "il nostro ruolo manca di una tutela legale e di un preciso riconoscimento di competenze e mansioni - spiega Montanari -. Nel 2010 il Ministero della Salute aveva inoltrato al Coordinamento Interregionale della Sanità una proposta di istituzione del profilo professionale dell'Autista Soccorritore che prevedesse un congruo e uniforme percorso formativo e un idoneo riconoscimento giuridico nazionale. Ad oggi questo ancora manca. Vi è infatti disparità di formazione e di competenze tra i vari Autisti a livello nazionale, pur svolgendo nella pratica la stessa attività. Il profilo dell'Autista Soccorritore riconoscerebbe quanto già avviene nella pratica: un operatore che deve occuparsi della conduzione dei mezzi di soccorso, della loro manutenzione e sicurezza e della collaborazione nell'intervento di emergenza sanitaria sul territorio, con particolare riguardo alla messa in sicurezza del luogo dell'evento, dei soccorritori, degli infortunati e del mezzo. Ma non solo: l'autista deve anche capire se è necessario attivare ulteriori mezzi o servizi per il soccorso, deve concorrere al mantenere le funzioni vitali del paziente, è abilitato all'uso del defibrillatore, deve effettuare procedure diagnostiche e stabilizzare il paziente sul luogo (questo in seguito al cambiamento del Sistema di Emergenza Urgenza avvenuto nel 1996 che ha visto il passaggio dallo Scoop and run - carica il paziente e corri in ospedale - allo Stay and play - stabilizza sul posto il paziente poi trasportalo in ospedale), fornire assistenza psicologica al paziente e molto altro. Competenze che ad oggi vengono insegnate in maniera difforme a livello italiano. Questo ci porta a non capire cosa possiamo fare, cosa ci verrà insegnato e cosa no durante la formazione, cosa siamo obbligati a fare in emergenza perché formati ma per cui non abbiamo tutela legale nel rischio personale e lavorativo. Il riconoscimento nazionale della figura aiuterebbe certamente in questo senso, ed inoltre consentirebbe anche di modificare il percorso formativo, attualmente scarno e insufficiente".

Nel 2005/2006 in tutte le Regioni il personale dipendente delle AUSL, ci ha spiegato il Presidente del CoES, è stato riqualificato seguendo un percorso formativo di circa 200 ore, a seconda della formazione programmata. In questa fase l'Operatore Tecnico Autista ha acquisito la qualifica di Esperto e il livello economico C. Dopo tale data i requisiti per accedere ad un concorso pubblico per selezioni sono diventati 5 anni di esperienza come dipendente di Autista di Ambulanza presso una pubblica o privata amministrazione e la patente B. "Le prove del concorso affrontano unicamente tecniche di guida, codice della strada, manutenzione del mezzo, la sua pulizia e disinfezione, nonostante nella pratica all'Autista venga poi richiesto un intervento da soccorritore - sottolinea Montanari -. Noi vogliamo un percorso di formazione di circa 1.500 ore unificato a livello italiano e che insegni teorie e tecniche di soccorso. Questo permetterebbe ad ogni lavoratore di poter svolgere la propria professione anche in altri enti o in altre Regioni e di approcciarsi al lavoro con molte più competenze. La situazione attuale inoltre prevede, post concorso, una formazione sul campo nei primi 5 anni. A nostro dire una formazione sulla pelle della gente. L'acquisizione e l'abilitazione di Autista Soccorritore pensiamo sia giusto segua una strada simile a quella prevista ad esempio per la figura di OSS (Operatore Socio Sanitario). Sulla base della riqualifica del 2005, l'Associazione CoES Italia - in collaborazione con i Sindacati Nazionali e il Ministero della Salute - ha identificato un percorso formativo che ogni Autista dovrebbe fare prima ancora di guidare un'Ambulanza. Il percorso futuro dovrebbe affrontare tutte le tematiche conosciute dal personale che attualmente è già in servizio. Questa proposta non prevede una riqualificazione del personale, che altrimenti diventerebbe una spesa per il Ministero e per gli enti, ma l'accorpamento di due figure già esistenti (Operatore Autista e Soccorritore) che assieme rappresenterebbero, a livello legale, esattamente le mansioni svolte nella pratica dagli Autisti".

Il ruolo di Autista viene attualmente svolto da dipendenti delle AUSL, dalla CRI, da imprese private, da associazioni ed enti del terzo settore e da Autisti volontari. "Non vogliamo sostituirci al volontariato, che rispettiamo e riteniamo fondamentale, così come non vogliamo che il volontariato si sostituisca a ruoli professionali (come purtroppo avviene in alcune realtà italiane). Noi vogliamo collaborare con il volontariato e al contempo che la nostra figura lavorativa ottenga un ruolo all'interno del CCNL - Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro che ci dia quindi garanzie. Dal momento che questa nostra missione ha generato una reazione di ANPAS che si è dichiarata contraria, come CoES lanciamo un appello: vorremmo avere la possibilità di un incontro con i vertici ANPAS per chiarire meglio la nostra richiesta e trovare soluzioni che non danneggino nessuno. Non l'abbiamo mai voluto - sottolinea Montanari -. Confidiamo nella possibilità di un meeting costruttivo e collaborativo. Un confronto de visu, in realtà, non c'è mai stato".

"Lavoriamo a stretto contatto con infermieri e medici, ma non vogliamo essere Sanitari, figura che richiede ben altra formazione. Siamo Tecnici dell'Emergenza - conclude Montanari - e vorremmo vedere riconosciuta la nostra Professione".


Sarah Murru