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Salerno: soccorritori aggrediti mentre tentano di salvare la vita di un 15enne

Operatori della Misericordia sono stati strattonati ed aggrediti con lancio di pietre mentre stavano soccorrendo un ragazzino, in gravi condizioni, sulla spiaggia di Salerno: lievemente ferito l'autista dell'ambulanza. Condanna da parte del Presidente Nazionale delle Misericordie d'Italia Roberto Trucchi, che però rilancia invitando i cittadini a capire come operano i volontari e a partecipare ai corsi di primo soccorso

Cosa porta dei bagnanti ad aggredire medici e infermieri soccorritori che stano cercando di salvare la vita a un ragazzino di 15 anni in stato di incoscienza? Sembra incredibile eppure è successo. Sabato scorso i volontari della locale Misericordia sono stati chiamati ad intervenire su una spiaggia libera a Pastena, nel salernitano, per un quindicenne che, intento a tuffarsi dagli scogli, è stato colto da malore era in acqua e che, trasportato a riva con fatica, non riprendeva conoscenza. Come da protocollo sanitario, i soccorritori prima di caricare il ragazzo in ambulanza, hanno cercato di stabilizzarne le condizioni, ma i presenti hanno interpretato quella procedura come una perdita di tempo e hanno cominciato ad inveire contro i sanitari dapprima con ingiurie poi sono passati alle mani: spintoni, sberle,   lancio di pietre contro i finestrini dell'ambulanza. Ferito in maniera lieve (quattro giorni di prognosi) l'autista dell'ambulanza, a cui è stata rinvenuta polvere di vetro nell'occhio.
Tutto quel caos, oltre a causare spavento nei soccorritori e confusione generale, ha ritardato la partenza dell'ambulanza,

mettendo così ulteriormente a rischio la vita del paziente che aveva urgente bisogno di soccorso. Il ragazzo è poi stato   tasportato al vicino ospedale e ricoverato in rianimazione in  codice rosso. Sul posto è arrivata anche la polizia.
"Purtroppo non è la prima volta che succedono simili episodi - ha spiegato
il presidente della Misericordia di Salerno Giuliano Califano -, i miei volontari stavano effettuando quanto previsto dai protocolli: prima di caricare un paziente in ambulanza si effettua una stabilizzazione. Nel caso specifico era un minore che non stava oggettivamente bene, e non lo si poteva certo caricare a bordo di un'ambulanza come un sacco di patate".

L'eco dell'episodio è giunto fino a vertici nazionali delle Misericordie:
"Nell'anno del Giubileo della Misericordia - afferma Il Presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia Roberto Trucchi - non possiamo che perdonare gli autori del gesto, anche in relazione al fatto che probabilmente non sapevano quello che stavano facendo. Per rendersi conto invito queste persone a fare anche solo un'ora di volontariato o a partecipare ad uno dei corsi di primo soccorso che ogni anno organizzano le Misericordie Italiane".

red/pc