Coronavirus, il Piemonte sperimenta il rientro a scuola

Classi da 4 o 5 bambini, mascherine per gli educatori, ricambio dell'aria e lavaggio delle mani obbligatorio per gli studenti. Ecco il modello apripista piemontese per il ritorno sui banchi

Come affermato dalla ministra Azzolina la scuola riaprirà i battenti a settembre ma nel frattempo si fanno le prime sperimentazioni di rientro. Gli alunni di tre cittadine piemontesi in provincia di Vercelli: Borgosesia, Varallo Sesia, Quarone, infatti dal 12 marzo torneranno sui banchi di scuola. Un'operazione che il sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani ha definito di “assistenza ai minori”.

Nel suo comune la scuola metterà a disposizione degli studenti 25 aule nelle quali i bambini verranno suddivisi in gruppi da quattro per la scuola materna e da cinque per le elementari. L'orario andrà da dalle 8 alle 18. Una misura apripista arrivata di fronte a “famiglie disperate che non sanno a chi lasciare i loro figli - racconta Tiramani a La Repubblica, secondo il quale - è venuto il momento di sperimentare soluzioni, non solamente studiarle sulla carta”.

Tra le misure messe in campo ogni educatore munito di mascherina lavorerà in mini gruppi da 4 o 5 bambini, lavaggio delle mani ogni ora, apertura delle finestre ogni 50 minuti per il ricambio dell'aria. E ancora test sierologici obbligatori per genitori e assistenti, pranzo mangiato al banco con distanziamento dagli altri compagni. Non ci saranno, dunque, le maestre ma gli educatori del pre e post scuola: si parla di un costo di 10 euro al giorno (1 euro all’ora), 5 euro per il pasto con il panino che, per ovvie ragioni sanitarie, non potrà essere portato da casa.

Per il momento, il modello ‘Borgosesia’, così come è stato ribattezzato, sarà aperto solamente ai figli dei genitori tornati al lavoro. Si parla di protocollo ‘attento’, verificato da Giovanni Di Perri, uno dei più importanti virologi italiani: il sindaco di Borgosesia è pronto a sottoporlo alla ministra Azzolina.

Red/cb
(Fonte: Scuola Informa.it)