Fonte Ingv

Ingv: "Tra un secolo il Mose potrebbe non proteggere più Venezia dall'acqua alta"

Secondo gli studi sugli impatti futuri del cambiamento climatico nella laguna tra circa 100 anni, tra aumento del livello del mare ed eventi estremi, il Mose "potrebbe non essere più una protezione efficiente"

I giorni di chiusura del Mose saranno sempre più numerosi in futuro e fra un secolo potrebbe non riuscire a contrastare l'aumento del livello marino in seguito ai maggiori eventi di alte maree che, a causa del cambiamento climatico, stanno interessando la Laguna veneta. Queste alcune delle previsioni che emergono da un nuovo studio pubblicato da Ingv che rientra tra i prodotti scientifici del progetto europeo Savemedcoast2, Sea level rise scenarios along the Mediterranean coasts, finanziato dalla Protezione Civile Europea fino al 2022. Dalla ricerca, pubblicata sulla rivista Rendiconti Lincei di Springer, emerge la necessità che gli stakeholder della Laguna (amministrazione, commercianti, servizi di trasporto etc.) hanno necessità di ricevere maggiori informazioni scientifiche sugli scenari climatici attesi nel prossimo futuro nella Laguna di Venezia. Nello studio, gli autori analizzano l'aumento del livello del mare nel Mediterraneo, che sta avendo già effetti sulle pianure costiere basse, i delta fluviali, le lagune e le aree di bonifica. In particolare, per la laguna di Venezia vengono messi in evidenza gli impatti attuali e futuri del cambiamento climatico e della subsidenza. Ne abbiamo parlato con il primo ricercatore Ingv e coordinatore del progetto, Marco Anzidei.

Chi sono le realtà coinvolte nel progetto?
Il Comune di Venezia, oltre a vari stakeholder, tra cui le compagnie di trasporto, le strutture turistiche, i commercianti, ecc. Con loro abbiamo fatto numerosi incontri online e uno in presenza con quelli più rappresentativi delle attività che si svolgono nella Laguna.

Qual era lo scopo dello studio?
Diffondere le conoscenze scientifiche tra i cittadini e le autorità affinché questi potessero aver maggior consapevolezza sugli effetti dei cambiamenti climatici sulla Laguna di Venezia, in particolare sull'aumento del livello marino, che viene qui accelerato dalla subsidenza, in modo che qualsiasi scelta politica tenesse in considerazione queste indicazioni scientifiche.

Che cosa è emerso dagli incontri?
Sono emerse le loro necessità, cioè quelle di avere maggiori informazioni scientifiche e informazioni in generale sugli scenari che possono essere previsti per la città di Venezia in considerazione del riscaldamento globale e dell'aumento del livello marino che si può attendere in futuro. Per esempio avere informazioni più precise su quelli che possono essere gli aumenti di livello marino attesi e qual è il vero processo e la velocità del fenomeno di subsidenza e quali sono le conseguenze ambientali che si potrebbero verificare in Laguna nei prossimi anni. Le persone che vivono nella laguna di Venezia chiedono una semplificazione della conoscenza scientifica e dall'altra parte di poter discutere con gli scienziati le possibili azioni da intraprendere sulla base degli scenari attesi in modo da migliorare la resilienza della laguna nei confronti del cambiamento climatico atteso. Ad esempio l'allagamento e l'erosione costiera di zone che oggi sono molto basse sull’acqua, che potrebbero venire sommerse per prime. Ma anche quali sono le conseguenze sulle attività economiche in generale e sui trasporti.

Quali risultati sono emersi dai due studi sul futuro della Laguna?
Sono stati analizzati gli aumenti di livello marino attesi nei prossimi decenni nei vari scenari climatici indicati dall’IPCC, il Pannello Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici. Quindi ci possiamo aspettare che ci siano aumenti di oltre 80 cm con un livello di mare medio da qui alla fine del secolo e che con questi aumenti cresceranno ancora fino al 2150 anno in cui si potrebbe arrivare fino a oltre 1 metro e mezzo e questo implica anche, considerando gli eventi estremi accaduti nel 1966 e nel 2019, che se sommiamo un aumento medio mare a quello che si può raggiungere durante un evento estremo in condizioni di alta marea, le barriere del MoSE, che ora stanno funzionando molto bene, potrebbero nei prossimi decenni dover essere sottoposte a delle revisioni per sostenere un aumento di livello marino più alto del previsto. Il Mose è stato progettato per resistere fino a 3 metri di aumento del livello marino, però se noi sommiamo 80 cm di aumento di livello marino medio nel 2100, a circa 2 metri di aumento che si può verificare durante un evento estremo, si arriva fino a quasi il limite della capacità del MoSE. Questo, quindi, potrebbe non più garantire la protezione della Laguna tra meno di 80 anni, considerando gli aumenti di livello marino aspettati e i fenomeni estremi, nel caso ci fosse una combinazione dei due fenomeni insieme alle alte maree astronomiche.

Per quanto riguarda il fenomeno della subsidenza cosa è emerso?
La subsidenza legata alle attività umane si è fermata da tempo perché sono state prudentemente interrotte ormai da molti anni le attività di estrazione di fluidi dal sottosuolo. Tuttavia, permane una subsidenza naturale di circa 1 millimetro all'anno legata ai movimenti delle placche continentali Quindi abbiamo un valore medio di subsidenza nella Laguna pari a un millimetro a cui in alcune zone si somma una subsidenza naturale o indotta anche di più millimetri all'anno e questo, localmente, potrà accelerare l'aumento del livello marino nei prossimi decenni. Le coste all'interno e all’esterno della Laguna cambieranno perché il mare, salendo, invaderà parte della terra emersa. Ci sarà sempre più arretramento costiero sulla parte esterna della Laguna, dove oggi ci sono i lidi, mentre al suo interno, benché controllata dal Mose, ci saranno variazioni delle linee di costa con arretramenti e allagamenti. Nel tempo quindi il MoSE verrà chiuso sempre più frequentemente in seguito a maggiori eventi di acque alte che proprio a causa del cambiamento climatico stanno colpendo sempre di più la Laguna veneta. Il Mose resta un'opera di protezione efficiente, per cui eventi eccezionali di acqua alta come quelli del 2019 con 187 cm di aumento di livello marino non si dovrebbero verificare nei prossimi anni all’interno della laguna.

Qual è l'obiettivo dello studio?
È quello di fornire indicazioni scientifiche affinché anche i tecnici e le parti politiche possano intraprendere azioni di protezione e opere di mitigazione del fenomeno dimensionandole sulla base degli aumenti del livello marino atteso. Lo studio ha infatti realizzato proiezioni di aumento di livello marino e alcune mappe con scenari di 'aumento di livello marino atteso nei prossimi decenni, in assenza del Mose riguardanti l'isola di Venezia. Qui si vede uno scenario dal 2030 fino al 2100 calcolato come se il Mose non fosse attivo. Noi forniamo un possibile scenario: il Mose non funziona? Questo è ciò che potrebbe avvenire. Se il Mose potrà invece continuare a proteggere la laguna, questa rimarrà solo una mappa di possibile scenario critico

Il Comune che ruolo ha avuto in questo progetto?
Nel primo progetto Savemedcoast il Comune di Venezia era uno stakeholder mentre nel secondo è stato un partner. I risultati dei due progetti, sono stati considerati dal Comune proprio per la progettazione dei piani di rischio. Questo è un esempio importante perché è un raro caso in cui un risultato scientifico di questo tipo viene tradotto in una applicazione pratica che è stata considerato dalla parte politica per la pianificazione territoriale e i piani di emergenza. Si tratta del primo caso in Italia per il supporto al contrasto degli impatti di aumento del livello marino.   

Claudia Balbi