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L'attacco hacker non è collegato al down della rete Tim

Un vertice a Palazzo Chigi ha fatto il punto sulla situazione: "nessuna Istituzine o azienda primaria che opera in settori critici per la sicurezza nazionale è stata colpita"

Ieri domenica 5 febbraio un attacco hacker internazionale ha coinvolto migliaia di server e siti nel mondo, compresi alcuni in Italia. A Palazzo Chigi si è svolto un vertice col sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il direttore dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale Roberto Baldoni e la direttrice del Dipartimento informazioni e sicurezza Elisabetta Belloni. "La riunione tenuta stamane a Palazzo Chigi è servita a verificare che, pur nella gravità dell'accaduto, in Italia nessuna Istituzione o azienda primaria che opera in settori critici per la sicurezza nazionale è stata colpita", si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Il messaggio dell’attacco
"Nel corso delle prime attività ricognitive non sono emerse evidenze che riconducano ad aggressione da parte di un soggetto statale o assimilabile a uno Stato ostile; è invece probabile l'azione di criminali informatici, che richiedono il pagamento di un riscatto". La riunione è stata convocata anche "per confermare la promozione della adeguata strategia di protezione, peraltro da tempo già in atto". A essere stata sfruttata è una falla del software VMware, che due anni fa aveva rilasciato una patch di aggiornamento, ignorata però da molti, forse troppi utenti. Per tutte le aziende attaccate il messaggio che compare è il seguente: “Allarme rosso!!! Abbiamo hackerato con successo la tua azienda. Tutti i file vengono rubati e crittografati da noi. Se si desidera recuperare i file o evitare la perdita di file, si prega di inviare 2.0 Bitcoin. Invia denaro entro 3 giorni, altrimenti divulgheremo alcuni dati e aumenteremo il prezzo. Se non invii bitcoin, informeremo i tuoi clienti della violazione dei dati tramite e-mail e messaggi di testo”. L’attuale cambio tra bitcoin ed euro prevede che 2 bitcoin equivalgano a 42mila euro.

Non dipendente dal down di Tim
L'attacco è venuto alla luce nel giorno in cui la rete Tim è andata in down lasciando milioni di utenti senza internet e provocando disservizi anche ai bancomat. Sia l'azienda sia la polizia postale hanno però escluso che il problema sia dovuto ad un attacco dei pirati informatici. Al momento i server compromessi sono qualche migliaio in tutto il mondo, dalla Francia alla Finlandia, dal Canada agli Stati Uniti fino appunto all'Italia dove, stando a quanto accertato finora, decine di realtà hanno hanno già riscontrato l'attività malevola nei loro confronti. E il numero, dicono gli analisti, è destinato ad aumentare. Lo sfruttamento della vulnerabilità, spiega infatti l'Agenzia, "consente in una fase successiva di portare attacchi ransomware che cifrano i sistemi colpiti rendendoli inutilizzabili fino al pagamento di un riscatto per avere la chiave di decifrazione". Chi sembra lasciarsi alle spalle invece l'attacco hacker subito lo scorso 2 febbraio, sferrato dal gruppo ransomware Black Basta, è l'azienda energetica romana di Acea, la quale ha annunciato di aver ripristinato la funzionalità dei propri sistemi informatici. I siti internet del Gruppo e delle piattaforme online per la gestione degli aspetti commerciali delle forniture di acqua, elettricità e gas risultano operativi, così come per i clienti il servizio di contact center delle società del Gruppo, tra cui Acea Ato 2, Areti e Acea Energia.

(Fonte: Ansa, SkyTg24)

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