"I Giovedì del Disaster Manager", l'intervista a Fabrizio Curcio (Casa Italia)

Il Capo Dipartimento Casa Italia inaugurerà, il 3 dicembre, il ciclo di 18 webinar organizzato da Assodima che vedrà come relatori i massimi esperti del sistema di protezione civile

Articolo promozionale

Giovedì 3 dicembre
alle ore 21 si parte con “I Giovedì del Disaster Manager”, un ciclo di 18 Webinar di approfondimento in protezione civile, organizzati dall'Associazione Nazionale Disaster Manager (Assodima), in programma ogni giovedì alle 21 fino al 22 aprile 2021. Si tratta del ciclo di incontri più importante mai proposto dall'associazione che ha scelto come relatori i massimi esperti del sistema. Tutte le informazioni per iscriversi sono su www.assodima.it.


Si parte il 3 dicembre con l’intervento di Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento Casa Italia e già Capo Dipartimento Protezione Civile, che parlerà delle nuove competenze di Casa Italia e del coordinamento delle ricostruzioni post-emergenza. Abbiamo chiesto al dott. Curcio di parlarci dei temi che affronterà nel primo webinar.

Quali argomenti saranno approfonditi nel corso del suo intervento?

Il webinar è un’occasione per informare tutti gli iscritti ad Assodima e chi seguirà l’evento dell’evoluzione del Dipartimento Casa Italia negli ultimi anni. Vogliamo aggiornare tutti i partecipanti su cosa sta facendo il Dipartimento, in particolare da quando lo conduco io (poco più di un anno, n.d.r.), aprendo uno spaccato sulle ultime competenze derivanti dal decreto legge 123/2019 che pone in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e quindi poi al Dipartimento Casa Italia l’attività di coordinamento e indirizzo delle amministrazioni e degli enti che si occupano di ripristino del territorio e di ricostruzione dopo gli eventi di protezione civile. Così come stiamo facendo in altri incontri pubblici, vorremmo mettere i partecipanti al webinar a conoscenza del percorso che finalmente si sta sostanziando del coordinamento delle attività di ricostruzione. Infatti, mentre il Paese nella gestione delle emergenze ha trovato, da tempo, un suo punto di coordinamento generale nel Servizio Nazionale di Protezione Civile e quindi c’è un’attività di coordinamento delle emergenze di livello nazionale, per quanto riguarda le ricostruzioni abbiamo assistito negli anni a modelli diversi, anche sovrapposti, e che non sempre colloquiano tra di loro. Faccio un esempio che deriva dal mio lavoro come responsabile per la ricostruzione del sisma aquilano del 2009: c’è un territorio in provincia dell’Aquila che è soggetto al sisma del 2009 e al sisma del 2016. Le ricostruzioni di questi due terremoti attengono a regole completamente diverse, quindi il cittadino ha delle procedure di ricostruzione che non dialogano tra di loro. Questo ci fa capire come i vari modelli di ricostruzione si siano accavallati. Credo che sia ormai unanime la richiesta da parte di tutti, professionisti, istituzioni, cittadini e associazioni di una forma di omogeneizzazione delle regole. Ecco il Dipartimento da un anno si occupa di questo. 

Come si sta concretizzando questo percorso?
Ci stiamo ristrutturando internamente per far fronte a questa attività e lavoriamo su due fronti per realizzarla. Da un lato ci stiamo concentrando sull’omogeneizzazione delle attività di ricostruzione in corso. Proprio domani a Palazzo Chigi riuniremo tutti i soggetti che si occupano di ricostruzioni per vedere quali sono le norme necessarie da inserire nel bilancio dello Stato per l’anno prossimo. Dall’altra parte stiamo lavorando sulla pianificazione della ricostruzione. Partendo dalle esperienze positive che ci sono e ci sono state sul territorio, vogliamo mettere insieme un progetto che alla prossima ricostruzione non ci faccia partire da zero. Ecco questa è la sfida sulla quale stiamo lavorando.

Quale apporto può essere dato dal disaster manager nel lavoro che sta svolgendo Casa Italia? 
Intanto, è fondamentale che chi si occupa, come Assodima, di gestione dell’emergenza conosca questo percorso perché la ricostruzione è il naturale punto al quale l’emergenza confluisce. La ricostruzione ha con la parte emergenziale una zona di sovrapposizione e di coabitazione che deve essere condivisa il più possibile. Come Capo della Protezione Civile e anche come Direttore generale delle emergenze, ruoli che ho ricoperto per tanti anni, uno dei problemi principali che mi ponevo era: ma quando andiamo via noi come e in che misura le cose che sono state fatte in emergenza verranno riportate nello schema di gestione delle ricostruzioni? Anche perché, nella realtà, il passaggio da emergenza a ricostruzione non è netto, i processi si svolgono con azioni di continuità. Allora, il disaster manager che si pone nella gestione delle calamità e quindi anche nella gestione del ripristino post-calamità, credo che abbia un ruolo importante in questo percorso. Deve contribuire con le conoscenze che ha e poi vedremo anche come potrà farlo in termini di procedure. È un percorso che stiamo iniziando adesso. 

La sua esperienza da Capo del Dipartimento della Protezione Civile le è stata utile in questo nuovo percorso. In che modo?
Per 25 anni mi sono occupato di gestione delle emergenze e so cosa significa trovarsi di fronte a scenari molto diversificati di calamità e disastri, so quali sono i disagi delle persone, quanto è necessario avere uno Stato forte nella risposta all’emergenza. So anche, però, che le emergenze accumulano attenzione, soprattutto mediatica, mentre nella fase di ricostruzione cala un po’ il sipario. Invece le persone in questo frangente hanno bisogno di avere certezze e continuità. L’esperienza accumulata, dunque, è stata per me fondamentale e il ruolo che ricopro attualmente è un po’ il completamento del percorso: dal superamento dell’emergenza alla ricostruzione. 

Cosa fare invece in un’ottica di prevenzione?
Tante cose sono state fatte nella logica della prevenzione strutturale in questi anni, ne stiamo parlando molto negli ultimi giorni, in occasione del quarantennale del terremoto dell’Irpinia. Il tema è che nell’ambito delle attività di prevenzione e di prevenzione strutturale, così come nella ricostruzione, non abbiamo elementi di omogeneizzazione. Tante attività sono state fatte, ma manca un punto di riferimento generale. Casa Italia ha anche questo obiettivo come mission istituzionale. Ovviamente è più complicato da portare avanti, perché le competenze sono tante e la prevenzione si fa in mille modi quindi è veramente un’azione a tutto tondo. Ci sarà molto da lavorare, ma è ovvio che la vera sfida si vince nella prevenzione quindi su questo dobbiamo puntare.