"I Giovedì del Disaster Manager", l'intervista a Sergio Achille (Assodima)

Il presidente di Assodima spiega perché è importante fare formazione e illustra un nuovo importante progetto in cantiere per formare operatori qualificati nei COC per rispondere alle esigenze degli enti pubblici

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Forte dell’esperienza maturata nell’alta formazione, soprattutto in e-learning, l’Associazione Nazionale Disaster Manager propone “I Giovedì del Disaster Manager”, un ciclo di 18 Webinar che inizierà giovedì 3 dicembre alle ore 21 con l’intervento aperto a tutti e gratuito di Fabrizio Curcio, Capo Dipartimento Casa Italia e già Capo Dipartimento Protezione Civile. Tutte le informazioni per iscriversi sono su www.assodima.it. Abbiamo chiesto a Sergio Achille, presidente di Assodima da dov'è nata l'idea di proporre questo importante percorso formativo e quali sono i progetti futuri dell'associazione.

Da dove nasce l’esigenza di dedicare un ciclo di 18 webinar al tema della protezione civile?
Nasce dall'attività di promozione e valorizzazione della nostra associazione professionale, leader in Italia: siamo noi, infatti, che abbiamo fatto riconoscere la professione del disaster manager. Questo percorso nasce sì da un obbligo di legge, ma soprattutto dall'obbligo morale di dare ai nostri soci e iscritti dei servizi di formazione. Prima offrivamo i nostri corsi di formazione durante il meeting di Senigallia con cicli di conferenze in presenza e alcune online. Oggi con le misure emergenziali per il coronavirus abbiamo pensato di organizzare dei webinar.

Qual è il ruolo di Assodima nella promozione della cultura della protezione civile?
Il nostro ruolo è molto importante perché gli attori che si muovono sul tema della promozione della cultura della protezione civile sono ancora scarsi o poco incisivi. Il nostro ruolo è quello della formazione professionale di chi fa protezione civile. Una parte dei nostri soci sono anche dei volontari e i nostri corsi guardano anche a loro, ai professionisti volontari. Si tratta di corsi avanzati, non di base, per esempio sono corsi da istruttori, in materie come la logistica. Cultura poi non è solo formazione ma anche omogenizzazione dei linguaggi all'interno della protezione civile, obiettivo che portiamo avanti nei nostri appuntamenti formativi. Poi, ricordo che i corsi rilasciano attestato e questo è importante per i nostri soci perché l'attestazione la possono usare per i crediti che servono per il mantenimento delle certificazioni.

Quali sono i futuri progetti dell’associazione?
Per il futuro abbiamo un progetto speciale e, probabilmente, siamo gli unici a muoverci in questo senso. Con il nuovo Codice di protezione civile viene introdotto l'obbligo della formazione per chi fa protezione civile in particolare, dice la legge, per chi opera nelle sale operative. Quindi stiamo lavorando per aprire una scuola nazionale per gli operatori della sale operative di protezione civile. La scuola la stanno costruendo ma stiamo già lavorando per i software, gli scenari e le simulazioni. Ci sarà una sala operativa replicata, una sala open si un Centro Operativo Comunale - COC (che sarà il COC del Comune di Civitacampomarano, in provincia di Campobasso) per formare personale qualificato di cui gli enti locali hanno grande bisogno adesso, anche perché gli enti per legge devono utilizzare nei COC personale qualificato. Faremo conoscere a chi farà i corsi i più importanti software di gestione utilizzati nelle sale operative del 112 e 118. Ci sarà anche la sala regia, per far rivedere l'attività attraverso le telecamere per un lavoro di autovalutazione degli iscritti.

Come rafforzare sempre di più il ruolo del disaster manager in protezione civile?
Ancora oggi non è ben conosciuto quale sia il ruolo del disaster manager. Il disaster manager è consulente sulla gestione diretta, sull'organizzazione, sulla politica pubblica della protezione civile a vari livelli territoriali (Comune, Regione etc), organizza attività di pianificazione e segue attività di formazione. Quello che manca sono le risorse economiche per avere queste presenze professionali a livello territoriale. Non tutti i comuni hanno la possibilità di avere un disaster manager. Una buona idea era prevista dal Codice: attraverso gli ambiti ottimali, se finanziati, potremmo avere un buon sistema di presidio territoriale con professionisti qualificati sparsi sul territorio. Avere su un territorio un disaster manager significa anche avere continuità nell'attività di protezione civile e fare in modo che il Dipartimento di protezione civile e le Regioni possano avere un punto di riferimento per poter espletare le proprie politiche pubbliche.