Fonte Assodima

Intervista a Marco Agnoloni di Assodima

Chi è un disaster manager? Quali compiti ha? Quali caratteristiche deve avere? E come si comporta in caso di emergenza? Lo abbiamo chiesto a Marco Agnoloni

Articolo promozionale

Per capire qual è il ruolo del Disaster manager nelle emergenze e la sua rilevanza abbiamo intervistato Marco Agnoloni che ha un’esperienza trentennale nel mestiere

Cosa significa essere un Disaster Manager? 
“I primi corsi per Disaster Manager sono nati intorno al 1995 quando il Dipartimento della Protezione Civile promosse questi corsi aperti a tutte le persone e le istituzioni che in qualche modo erano coinvolte in tutte le attività di Protezione Civile, altri furono istituiti dalle Regioni, fino ad arrivare a quelli che l’Associazione Disaster Manager sta portando avanti con notevole successo. Questa figura è una presenza terza: non ha un approccio esclusivamente tecnicistico alle varie funzioni di protezione civile, quello spetta agli esperti. Si tratta quindi di una figura che riesca a tenere insieme le varie componenti che alimentano la protezione civile in una logica di sistema complesso, ognuno con le proprie esperienze e professionalità, nel rispetto di ciascuno. Una persona che abbia una visione di insieme per dare una risposta che sia il più possibile partecipata e di sistema, è un ottimizzatore, un mediatore delle volte anche un visionario”. 

Nel momento in cui c’è un’emergenza lei con chi si rapporta? 
"La mia attività si è concentrata molto sul rapporto tra il sistema nel suo complesso e le autorità locali si tratta di far capire gli uni agli altri e viceversa, cercando di essere il collante tra le varie parti in gioco. La mia esperienza si è concentrata sul comprendere di essere permeabile a ciò che stava avvenendo, quali sono le situazioni, e a far tesoro di quello che ho vissuto per mettere in campo una strategia che permetta alle persone di lavorare insieme". 

Quali corsi ha tenuto lei in Assodima?
“Nel tempo ci sono state una serie di incontri sotto forma di workshop e lezioni che hanno avuto a che vedere con temi quali la risposta in emergenza e tutto quello che riguarda l’assistenza alla popolazione da un punto di vista logistico, di risorse strumentali con un occhio di riguardo all’obiettivo principale che è il benessere della persona. Un discorso a 360 gradi sull’assistenza alla persona, su come alleviare le necessità nelle prime fasi di emergenza”. 

Lei è stato nominato Disaster Manager ad honorem, come mai?
"Perché svolgo questa attività ormai da trent’anni, dal 1995, e sono in protezione civile dal 1984. In questi anni ho vissuto esperienze importanti in Turchia, nello Sri Lanka, in Albania e poi in Italia nei terremoti di Umbria e Marche, nella frana dello Stromboli, insomma ho abbracciato un po’ tutte le situazioni di rischio. Sono state tutte situazioni diverse tra loro, perché sono diversi gli scenari, le persone, ogni emergenza fa storia a sé". 

Perché c’è sempre più bisogno di formare nuovi Disaster manager? 
"Perché non mancano gli esperti, i vigili del fuoco, le forze armate etc. Secondo me quello che va sempre più cercato è colui il quale riesca a tenere insieme i vari pezzi, che legittimi e valorizzi ciascuno di essi, perché tutti sono indispensabili e ognuno deve svolgere il proprio ruolo. Questo credo che sia il compito fondamentale del Disaster manager, quello di colui che non perde mai la visione di insieme, valorizza tutti facendo comprendere a ciascuno l’importanza del proprio ruolo e che ciascuno è funzionale al raggiungimento del proprio obiettivo".

Per informazioni e delucidazioni circa le modalità di iscrizione è possibile consultare il sito www.assodima.it o scrivere alla mail contactmanager@associazionenazionaledisastermanager.it