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Zero emissioni entro il 2050: salta l'accordo Ue

Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria dicono no all'obiettivo comune e salta il piano per un'economia europea climaticamente neutrale

Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria si oppongono ai valori e ai trattati sul clima dell'Unione Europea. I capi di governo dei tre paesi che appartengono all'Ue e dalla quale ricevono fondi e sovvenzioni che gli hanno permesso di crescere economicamente in questi anni, si sono dichiarati decisi a bloccare col diritto di veto postulato dal voto all'unanimità ai consigli europei l'obiettivo di inserire nei programmi dell'Unione l'obbligo di puntare a una neutralità di emissioni di CO2 nei paesi membri di qui al 2050. La data per la transizione a un’economia “climaticamente neutrale” è stata quindi cancellata ieri, dopo ore di trattative al Consiglio europeo, dal testo delle conclusioni del vertice.

La scelta – secondo il quotidiano La Repubblica – suona come una sfida “sfacciata” del gruppo Visègrad ai valori e i trattati comunitari. In primo luogo, sostiene il quotidiano: “perché l'idea di porsi il traguardo di emissioni zero entro il 2050 (idea di origini scandinave) era stata proposta a livello di Unione europea dal presidente dell'esecutivo europeo, l'ex premier liberal ed europeista polacco Donald Tusk nemico giurato della maggioranza sovranista clericale e autocratica al potere a Varsavia”.

Secondo, perché il no a una politica ambientalista rigorosa nei paesi membri dell'Unione europea è anche una “priorità nelle proposte agli elettori formulate da partiti sovranisti in molti paesi membri dell Ue”. E infine perché “un no europeo ad ambiziosi obiettivi ambientalisti significherebbe automaticamente una maggiore e politicamente condizionante dipendenza energetica della Ue dalla Russia di Putin” conclude il quotidiano.

Ester Asin, Direttrice dello European Policy Office del WWF, commenta: “L’Europa si è auto-inflitta un colpo devastante in termini di leadership sul cambiamento climatico. Ha deluso tutti coloro che negli ultimi mesi avevano chiesto a gran voce azioni concrete per il clima, riducendo le loro speranze di accelerazione dell’impegno ad una mera nota a piè pagina. Gli Stati Membri che sostengono l’obiettivo della “neutralità climatica al 2050” non sono riusciti a tenere la posizione, e hanno lasciato che l’impegno da loro richiesto venisse annacquato da soli 3 paesi”.

“Il riferimento all’essere coerenti con l’Accordo di Parigi è fuori luogo in un testo così debole, che banalizza quanto stabilito dal trattato sul clima. L’impegno a conseguire le zero emissioni nette entro il 2040, insieme a un aggiornamento dell’obiettivo UE al 2030, dovrebbero far parte della posizione aggiornata sul clima che l’Europa porterà alle Nazioni Unite. Incoraggiamo la Presidenza finlandese dell’UE e il nuovo presidente della Commissione Europea a far sì che ciò accada in fretta”.

L’Unione Europea
parteciperà al Summit sul clima del Segretario Generale delle Nazioni Unite a settembre a New York, dove si attende che molti paesi adeguino i propri impegni sul clima alle indicazioni della comunità scientifica, coerenti con l’Accordo di Parigi del 2015. La prossima riunione formale del Consiglio Europeo è prevista per il 17-18 ottobre.

Red/cb

(Fonte: Repubblica)