Allarme alluvioni per l'autunno
complici mare caldo e siccità

Secondo i climatologi la temperatura delle acque dei mari italiani, superiore alla media stagionale, influirà nell'autunno a venire sull'intensità e la quantità di precipitazioni piovose, generando un allarme alluvioni legato anche alla siccità dei terreni

Dopo un'estate che ha visto ben sette anti-cicloni portare afa, caldo e siccità su tutta Italia arriva il momento delle piogge che apriranno le porte ad un autunno relativamente caldo e considerato a rischio alluvioni.

Secondo i climatologi la combinazione di terreni inariditi dalla siccità e surriscaldamento dei mari (che sembra essere di quattro gradi superiore alla media stagionale) è la fonte dell'allarme alluvioni.
Se si alzano le temperature dei bacini acquiferi in linea teorica aumentano anche i temporali autunnali.
Ciò si verificherebbe perchè il calore in eccesso porterebbe ad una maggiore evaporazione di acqua dal mare, aumentando l'umidità nell'aria. Il vapore acqueo, poi, raggiungerebbe le eventuali correnti fredde tipiche dell'avvicinamento stagionale all'inverno e, condensandosi e diventando più pesante, creerebbe dunque piogge più intense e violente.

"Da solo, però - sottolinea Massimiliano Pasqui, dell'Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr - l'aumento delle temperature dei mari non basta a provocare questi fenomeni: è necessario che ci sia l'irruzione di una perturbazione atlantica".

Ma l'allarme alluvione supposto dai climatologi si compone anche del fattore siccità che ha interessato il territorio italiano quest'estate.
Come rende noto infatti la Coldiretti
"la pioggia è importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità, ma per essere utile deve cadere in modo costante e leggero mentre i forti temporali, soprattutto se accompagnati da grandine, aggravano i danni".
"Se le precipitazioni sono intense i terreni secchi - sottolinea la Coldiretti - non riescono ad assorbire l'acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento con il pericolo di frane e smottamenti".


La terra troppo secca infatti non è in grado di trattenere ingenti quantitativi di acqua, specialmente se quest'ultima cade con forza, che quindi scivola via trascinando detriti e provocando danni.

Per ora però il tutto è una supposizione teorica, "all'inizio di settembre - riferisce sempre Pasqui - quando saranno disponibili i dati di agosto, potremo fornire previsioni più accurate anche per questo tipo di eventi".



Redazione/sm