(foto: ifrc.org)

Alluvione Balcani: Serbia e Bosnia devastate. Grande lavoro della Croce Rossa

E' molto attiva la Croce Rossa locale in Serbia e Bosnia dopo le recenti alluvioni che hanno colpito i Paesi. Aiuti umanitari e supporto psico-sociale vengono forniti dai volontari alle persone colpite all'interno di uno scenario che vede un territorio distrutto e devastato

In Bosnia e in Serbia continuano i disagi legati ai devastanti allagamenti che dal 13 al 16 maggio hanno letteralmente invaso di acqua ampie zone dei due Paesi, traducendosi nella peggior alluvione del secolo per i territori colpiti. In pochissimo tempo sono caduti a terra 300 litri di pioggia per metro quadrato - scrive la Croce Rossa Internazionale - sommergendo intere città. Solo in Bosnia le inondazioni hanno colpito quasi un milione di persone, un quarto della popolazione del Paese. L'acqua ha smosso la terra causando, oltre all'alluvione, anche migliaia di frane.

In molte zone le acque alluvionali si stanno ritirando, mentre tante altre sono ancora isolate e manca l'elettricità. Il territorio è letteralmente devastato: strade e ponti sono crollati o franati, la linea ferroviaria è pesantemente danneggiata, gli smottamenti hanno spostato un numero imprecisato di mine inesplose della guerra del 92-95, i campi coltivati sono letteralmente andati distrutti colpendo con forza l'agricoltura locale, migliaia sono le carcasse di animali uccisi dalle alluvioni che stanno aumentando il rischio di epidemie. E a tutto ciò si sommano le 51 vittime della calamità naturale - 27 in Serbia e 24 in Bosnia - e le migliaia di persone evacuate dalle loro case. Case che a centinaia sono andate distrutte.

Non si ha ancora una stima ufficiale riguardante le possibili persone che mancano all'appello, anche se diverse fonti riportano un dato che conterebbe almeno 600 dispersi. Il dato però potrebbe riferirsi a persone evacuate di fretta e non inserite nell'elenco degli sfollati, ma l'informazione non è ancora certa.

Sul posto, oltre a Protezione Civile europea, Esercito, Polizia locale e supporto umanitario proveniente da altri Paesi internazionali, è molto attiva anche la Croce Rossa locale che sta lavorando sia in Serbia sia in Bosnia fornendo supporto logistico e aiuti d'urgenza quali cibo, acqua, servizi igienici, medicinali, vestiti, aiuti nella gestione dei ripari per gli sfollati e supporto psico-sociale. Nel periodo 16-25 maggio 2014, la Croce Rossa Serbia ha distribuito 619 tonnellate di aiuti umanitari in alimenti e articoli per l'igiene personale e per l'alloggio delle persone evacuate. I volontari stanno aiutando gli sfollati ad entrare in contatto con i propri parenti, molti dei quali erano presunti dispersi poi rintracciati grazie al servizio messo in piedi.

L'Italia dal canto suo ha stanziato settimana scorsa 300mila euro - 200 mila per la Serbia e 100 mila per la Bosnia - da parte della Cooperazione Italiana. Attraverso la Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa, questi fondi sono stati messi a disposizione Organizzazioni delle Croce Rossa dei due Paesi che possono così acquistare generi di prima necessità destinati alle popolazioni in difficoltà. Lo ha comunicato il Ministro degli Esteri Federica Mogherini. Per quanto riguarda invece gli aiuti logistici è partito sabato 24 maggio un primo team del Servizio Nazionale della Protezione Civile che valuterà i bisogni effettivi. A questa prima squadra seguirà la colonna mobile di volontari.

Oltre a questi aiuti l'Italia ha donato alla Facoltà di Filosofia dell'Università di Sarajevo circa 300 volumi di narrativa italiana del ‘900 destinati alla cattedra di italiano e messi a disposizione dal Ministero degli Affari Esteri. "In un momento in cui il Paese è in ginocchio per le recenti alluvioni, l'Italia è vicina alla Bosnia non solo per fronteggiare l'emergenza, ma confermando anche il proprio impegno nel dialogo con i giovani, speranza e futuro di questo Paese e nella diffusione dell'italiano come strumento di solidarietà e vicinanza tra le due nazioni" ha dichiarato l'Ambasciatore d'Italia in Bosnia Ruggero Corrias. Oltre al pensiero alla cultura in sé "il rilancio dell'insegnamento dell'italiano nei principali poli universitari della Bosnia - ha concluso Corrias - è anche funzionale al rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali e alle prospettive di ulteriori investimenti nel Paese".


Sarah Murru