Alluvione Cinque Terre: a 2 anni il dissesto e' ancora emergenza nazionale

Due anni fa Liguria e Toscana vennero ferite da un'alluvione che causò la morte di 13 persone e ingentissimi danni al territorio e ai paesi delle Cinque Terre, della Val di Vara, Val di Magra e della Lunigiana. Il dissesto idrogeologico è però ancora un'emergenza nazionale e gli eventi alluvionali di questi giorni lo confermano a gran voce

Sono passati esattamente due anni dall'alluvione che spezzò Liguria e Toscana il 25 ottobre 2011: le Cinque Terre, la Lunigiana, la Val di Vara e la Val di Magra vennero profondamente ferite da allagamenti e frane. Il tutto iniziò nel pomeriggio del 25 ottobre quando una violenta perturbazione si concentrò sulla zona nord delle provincie de La Spezia e di Massa Carrara. Nel giro di poche ore cadde un'enorme quantità d'acqua piovana che rese incontrollabili i torrenti affluenti dei fiumi Vara e Magra, che esondarono portando a valle metri di fango e ogni sorta di detrito.

Furono 13 le vittime di quella catastrofe.

"E' intollerabile che, a due anni dall'alluvione del 25 ottobre 2011, la stessa non ci abbia insegnato niente" ha affermato con forza Carlo Malgarotto, neo Presidente dei Geologi della Liguria. Il maltempo e l'intensità con cui si manifesta è un qualcosa su cui non si può oggettivamente agire, ma si può lavorare perchè gli effetti di piogge torrenziali non distruggano un territorio strappando vite umane. In questa settimana il maltempo è tornato ad essere protagonista di articoli con titoli da prima pagina per le frane, gli allagamenti e le esondazioni avvenute ancora una volta in Toscana e in Liguria. E purtroppo anche questa ondata di maltempo ha portato con sè una vita umana. "Il dissesto idrogeologico è un'emergenza nazionale", sono parole del Ministro dell'Ambiente Andrea Orlando che fanno da perfetto specchio della realtà italiana: il dissesto deve diventare una priorità su cui lavorare a tutela del territorio e dei cittadini. Non si scherza: è emergenza.

Da anni "assistiamo con una frequenza allarmante ad alluvioni e frane, che coinvolgono il Paese da Nord a Sud - ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi - senza risparmiare città importanti, ricche ed industrializzate come Genova, aree altrettanto ricche e industrializzate come il Veneto, aree di grandi tradizioni storiche e culturali e di grande bellezza paesaggistica come la Toscana. Queste tragedie non sono figlie degli errori della scienza, ma dell'incuria e del saccheggio sistematico del nostro bel Paese, che non è in grado di darsi una prospettiva di futuro che vada oltre i problemi della finanza e dell'economia. E' evidente che questo Paese ha necessità di uno sviluppo diverso che guardi alla cura del territorio tra le sue priorità. Noi geologi lo diciamo ormai da troppo tempo".

"E' ormai palese l'inadeguatezza delle nostre infrastrutture al variato regime climatico - ha sottolineato Carlo Malgarotto -, dalle migliaia di metri cubi di detrito vomitate dalla strada dei santuari a Vernazza fino al ponte di Carasco, così come è altrettanto palese la stretta necessità di adeguare le simulazioni degli eventi considerando anche importanti quantità di detrito e tronchi che ostruiscono tombinature e ponti". "L'Ordine dei Geologi della Liguria ha istituito un gruppo di lavoro che possa dare indicazioni legislative precise per la prevenzione dei rischi da dissesto idrogeologico e da sisma per la salvaguardia dei cittadini, con l'intento di semplificare le norme e dare sviluppo e sicurezza anche alle attività economiche distribuite nel territorio".


Redazione/sm