Ancora scosse in Emilia,
caldo terribile nelle tendopoli

Mentre la terra continua a rilasciare scosse sismiche, sebbene di bassa intensità e forse poco percepite, il caldone africano rende la permanenza all'interno delle tende insostenibile: il termometro ha toccato quasi i 50 gradi

Le faglie che hanno provocato i forti terremoti in Pianura Padana, non hanno mai smesso dal 20 maggio di rilasciare energia.

Ultimamente lo sciame sismico, che successivamente alle prime scosse registrava anche 100 terremoti più o meno percepibili in un giorno, era stato definito in diminuzione, ed in effetti questo è accaduto. Le scosse quotidiane sono nettamente diminuite e la loro intensità anche.

Ieri sera è stata registrata dai sismografi una scossa di magnitudo 3.2 alle 23.02 con epicentro nel modenese, nei pressi di Finale Emilia, e questa mattina, alle 9.17 una di magnitudo 3 nella stessa zona sismica. Sembra che i terremoti non siano stati percepiti dalla popolazione, ma l'attnzione rimane alta in quanto comunque le faglie continuano a produrre movimento.

Intanto il Dipartimento di Protezione Civile rende noto che sono 11.493 le persone assistite tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, di cui 8.942 nei campi di accoglienza.
Le persone che vivono in queste tendopoli allestite in diverse zone tra Emilia Romagna e Lombardia stanno vivendo anche esse la difficile situazione climatica. Il caldo infatti, che normalmente in Pianura Padana raggiunge livelli insostenibili perchè accompagnato da molta afa, ha fatto registrare 50°C all'interno delle tende.
I condizionatori non mancano, ma "il sole picchia, i muri sono di plastica, non ci si può fare niente, non è colpa di nessuno" riferiscono gli ospiti delle tendopoli.
Con l'aria arroventata dall'afa, "in tenda è come essere in un forno microonde", testimoniano diverse persone su Twitter. "Non si riesce proprio a dormire - raccontano gli sfollati su Facebook -: è difficile resistere con questo calore soffocante".
Per fortuna le persone sfollate che vivono nei campi riferiscono che "la sera si sta bene" e in tenda di notte c'è anche chi dorme con il panno.

A Crevalcore poi il sindaco rende noto che spera di sgombrare il campo di accoglienza entro fine agosto, confidando nel fattore legato all'agibilità degli edifici, alla ricostruzione e alla possibilità di trasferire le persone all'interno di alloggi sfitti o in sistemazioni diverse dalle tende.



Redazione/sm