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Approvata la legge Ue per il ripristino della natura

A oggi l'80% degli habitat europei è in cattivo stato, ma entro il 2050 dovranno essere ripristinati almeno il 90%

È stata approvata la normativa europea sul ripristino della natura, che fissa l’obiettivo di ripristinare almeno il 20% delle zone terrestri e marine dell'UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050. La legge arriva dopo un processo molto lungo, dopo che nel 2022 la Commissione europea aveva lanciato la proposta. A oggi, oltre l’80% degli habitat europei è in cattivo stato.

La normativa, concordata con i governi dell’Ue, è stata approvata con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astensioni. Il regolamento ora mira a garantire il ripristino degli ecosistemi degradati in tutti i Paesi dell'UE, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di clima e biodiversità e migliorare la sicurezza alimentare.

Per conseguire gli obiettivi fissati dall'UE, entro il 2030 gli Stati membri dovranno ripristinare il buono stato di salute di almeno il 30% degli habitat contemplati dalla nuova legge (che vanno da foreste, praterie e zone umide a fiumi, laghi e coralli). Questa percentuale aumenterà poi al 60% entro il 2040 e al 90% entro il 2050. In linea con la posizione del Parlamento, fino al 2030 la priorità andrà accordata alle zone Natura 2000. I paesi dell'UE dovranno garantire che le zone ripristinate non tornino a deteriorarsi in modo significativo. Inoltre, dovranno adottare piani nazionali di ripristino che indichino nel dettaglio in che modo intendono raggiungere gli obiettivi.

Gli indici da rispettare
Per garantire il miglioramento di biodiversità negli ecosistemi agricoli, i Paesi dell'Ue dovranno registrare progressi in due di questi tre indicatori: indice delle farfalle comuni; percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità; stock di carbonio organico nei terreni minerali coltivati. Ogni Stato dovrà anche adottare misure per migliorare l'indice dell'avifauna comune, dato che anche gli uccelli sono un buon indicatore dello stato di salute generale della biodiversità. Inoltre, siccome le torbiere sono una delle soluzioni più economiche per ridurre le emissioni nel settore agricolo, i paesi della Ue dovranno ripristinare almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030 (e almeno un quarto dovrà essere riumidificato), il 40% entro il 2040 e il 50% entro il 2050 (con almeno un terzo riumidificato). La riumidificazione continuerà a essere volontaria per agricoltori e proprietari terrieri privati.

Un freno per garantire l’agricoltura
Oltre a questo, la legge prevede anche un freno di emergenza che entrerà in funzione in circostanze eccezionali, consentendo di sospendere gli obiettivi relativi agli ecosistemi agricoli qualora questi obiettivi arrivassero a ridurre la superficie coltivata al punto da compromettere la produzione alimentare e renderla inadeguata ai consumi dell'UE.

Gli altri ecosistemi
La legge impone anche di registrare una tendenza positiva in diversi indicatori che riguardano gli ecosistemi forestali, oltre a piantare tre miliardi di nuovi alberi. Gli Stati membri dovranno inoltre ripristinare almeno 25.000 km di fiumi, trasformandoli in fiumi a scorrimento libero, e garantire che non vi sia alcuna perdita netta né della superficie nazionale totale degli spazi verdi urbani, né di copertura arborea urbana.

Reazioni ambivalenti da parte degli ambientalisti. Alcune Ong per la tutela dell’ambiente, come BirdLife, ClientEarth, Eeb e Wwf, hanno elogiato i deputati europei, mentre Sini Eräjää di Greenpeace ha definito la nuova legge “una vittoria agrodolce”: purtroppo, ha dichiarato, è stata “gravemente indebolita” a causa degli emendamenti introdotti a luglio su pressione del Ppe.

red/gp

(Fonte: Europarlamento, Internazionale)