BIOCLEAN: al via a Bologna
il progetto "mangia-plastica"

57 milioni di tonnellate di plastica prodotta solo in Europa: come smaltire questa enormità? Il progetto Bioclean, partito ufficialmente ieri a Bologna, si propone di dare una risposta tramite la selezione di "batteri mangia-plastica" in  grado di degradare diversi tipi di polimeri sintetici

Guardiamoci intorno un momento e soffermiamoci sugli oggetti in plastica che abbiamo vicini: penne, telefono, computer, tastiera, recipienti, stoviglie usa e getta, bottiglietta dell'acqua, giocattoli, persino abiti: la plastica si trova praticamente ovunque. In Europa, la produzione totale ha raggiunto i 57 milioni di tonnellate, mentre i rifiuti post-consumo sono oltre 24 milioni di tonnellate. Di questi, 10,4 milioni di tonnellate sono stati smaltiti e 14,3 milioni di tonnellate sono stati recuperati.
E' veramente molto difficile riuscire ad immaginarseli 24 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, non vengono in mente paragoni efficaci per rendere l'idea. E parliamo solo di Europa...
Che farne allora, come trattare e gestire la plastica che ha invaso ogni ambito della nostra vita (e in molti casi obbiettivamente insostituibile) quando non ci serve più e diventa rifiuto?

E' nato a Bologna, ed ha ha preso il via ufficialmente ieri, il progetto denominato BIOCLEAN, che si occuperà proprio di smaltimento delle plastiche tramite la selezione di  nuovi e robusti microrganismi in grado di degradare diversi tipi di polimeri sintetici (polietileni, polistirolo, polieteri e polivinilcloruro e/o poliesteri). Si tratterà quindi di individuare i batteri "mangia-plastica" più efficaci, fra quelli che fino ad ora hanno mostrato di avere tali caratteritiche, in particolar modo quelli provenienti  da plastiche recuperate da discariche e dal fondo del mare, oltre a microrganismi selezionati da collezioni dedicate. I batteri e i funghi isolati saranno quindi caratterizzati per le loro capacità di biodegradazione. Il progetto sarà anche l'occasione per studiare il tasso di biodegradazione ed il percorso attraverso il quale la maggior parte dei polimeri viene biodegradata, e di valutare l'eventuale impatto dei prodotti di biodegradazione a livello ambientale. Sarà inoltre studiata la possibilità di valorizzare i prodotti ottenuti tramite il loro riutilizzo per la produzione di nuovi polimeri e/o di polimeri ibridi, e l'effetto in termini di tasso, resa e percorsi di biodegradazione di pretrattamenti dei polimeri.

Le colture microbiche più promettenti saranno sfruttate nello sviluppo di processi biotecnologici pilota e di strategie di "bioaugmentation" per stimolare la biodegradazione di plastiche presenti in ambienti marini, in impianti di compostaggio o di digestione anerobica dei rifiuti, interventi che saranno valutati anche dal punto di vista della sostenibilità economica ed ambientale e applicati a una strategia di riduzione dell'inquinamento nel Mar Egeo.

Il progetto BIOCLEAN, coordinato da Fabio Fava, professore di Biotecnologia Industriale ed ambientale presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell'Università di Bologna, il progetto riunisce 19 partner di 9 paesi europei e vede anche la partecipazione della cinese Nanjing University. E' finanziato dall'Unione Europea  con 3 milioni di euro, coinvolge anche 7 piccole-medie imprese e l'associazione europea delle industrie dei polimeri (PlasticsEurope) che avrà il compito di promuovere ed implementare i risultati ottenuti in Europa.


red/pc