Calamita' naturali e assicurazioni, Bertani: ''Semi-obbligatorie, detassate e detraibili"

E' giusto o no rendere obbligatoria una polizza assicurativa contro le calamità naturali? Il parere di Adolfo Bertani, Presidente di Cineas, il Consorzio universitario del Politecnico di Milano specializzato nell'alta formazione nella gestione dei rischi

E' diversi anni che si paventa l'ipotesi di una assicurazione che i cittadini dovrebbero obbligatoriamente sottoscrivere per salvaguardarsi dai danni causati dalle calamità naturali: se ne è parlato molto, ad esempio, dopo il terremoto emiliano del 2012, poi l'attenzione è scemata per riproporsi con la stessa urgenza oggi, dopo i disastri seguiti alle tante alluvioni, esondazioni, frane, smottamenti, allagamenti che stanno devastando quel po' che ancora è rimasto da devastare nel nostro povero Paese. Ora la discussione si è risvegliata in seguito alla bozza di disegno di legge recante la "Disciplina dell'assicurazione degli immobili a copertura dei rischi derivanti da calamità naturali" presentata in Senato.
Quello dl ristoro dei danni da calamità naturale tramite assicurazione privata, è un tema che va affrontato in maniera seria e organica, cosa non affatto facile poiché la soluzione deve essere compatibile con tante diverse esigenze e tarata su realtà territoriali molto differenti fra loro: ma soprattutto deve essere equa e di assoluta garanzia per i contraenti. Ma prima ancora di capire come dovrebbe essere questa assicurazione la domanda è: rendere o non rendere  obbligatoria una assicurazione sulle calamità naturali?

Adolfo Bertani, Presidente di Cineas, Consorzio universitario del Politecnico di Milano specializzato nell'alta formazione nella gestione dei rischi, interviene in merito:  "E' ormai drammaticamente evidente che l'attuale sistema di welfare state in cui lo Stato è l'unico assicuratore, senza peraltro incassare i premi, non può più reggere. I tempi sono quindi maturi per il passaggio ad un sistema di Welfare Community, che preveda la partecipazione del pubblico e del privato. I recenti fatti lo dimostrano: da un lato l'impegno del Governo che ha cominciato ad intervenire su questi temi e dall'altro i positivi segnali che arrivano dal mondo assicurativo che ha iniziato a proporre delle polizze per la copertura del rischio sismico. Una recente indagine del Cineas effettuata nei confronti delle popolazioni che avevano subito una calamità naturale ha sottolineato che per il 75% del campione l'attuale sistema non funziona e che invece un sistema misto è stato ritenuto migliorativo per il 65% degli intervistati. Dal sondaggio è elevata la propensione per una polizza contro i rischi da calamità naturale per il 54% degli intervistati, che salgono al 72% se l'importo fosse deducibile dalle tasse".

"Significativa - prosegue Bertani - è l'esperienza francese con la legge Barnier: nel 1995 si sono creati i "Piani di prevenzione del rischio naturale" (detti PPR): oltre a definire ed identificare le aree ad alto, medio e basso rischio, la legge prevede le relative misure di prevenzione, da adottarsi da parte degli enti locali entro i 5 anni successivi all'approvazione dei Piani. La proposta quindi dovrebbe prevedere una polizza onnicomprensiva di tutti i rischi legati alle calamità naturali (sismi, idrogeologico, frane, tempeste/uragani) che vada ad affiancarsi alla polizza incendi, in un regime di semi obbligatorietà. Una polizza, quella contro gli incendi, che negli altri paesi europei è già molto diffusa (98%), mentre in Italia si assesta intorno al 35%. La soluzione a questo tipo di problematica deve però necessariamente prevedere un processo per gradi che oltre all'impostazione sopra citata (incendio + calamità naturali) da concretizzarsi a partire dal 2016, preveda per tutto il prossimo anno uno sforzo da parte dello Stato nel fare cultura sul tema della prevenzione. Molto apprezzabile da questo punto di vista la recente campagna del Governo dal titolo "#italiasicura" collegata all'omonimo sito internet nell'ottica della condivisione delle informazioni sulla sicurezza del Paese, con riferimento all'idrogeologico, alle infrastrutture idriche e all'edilizia scolastica. Uno sforzo che dovrà essere necessariamente collettivo, a cominciare dagli addetti ai lavori, passando per gli operatori della comunicazione. Ad ulteriore sostegno, si propone la trasformazione della Fondazione ANIA sulla prevenzione stradale in una Fondazione sulla prevenzione di tutti i rischi".

"Infine - conclude il presidente di Cineas - oltre alla semi-obbligatorietà della polizza, la futura legge dovrebbe contenere un piano quinquennale attraverso il quale gli enti locali (comuni, regioni) possano individuare tutti quei fabbricati costruiti nelle zone a rischio (cosiddette "zone rosse"). Una volta individuati, bisognerebbe far leva sull'aumento dell'imposizione fiscale per rendere via via meno vantaggioso risiedere in queste zone. Contemporaneamente, per incentivare la sottoscrizione di tali polizze bisognerebbe azzerare l'imponibilità fiscale del premio (attualmente al 22,25%)".


red/pc