Foto di Roberto Trombetta (Fonte: Flickr)

Change we care: il delta del Po diventa uno dei laboratori del clima

Il delta del Po può rivelarsi un vero laboratorio, non solo a causa della crisi climatica. Da sempre infatti è un sito in continua evoluzione, modellato dai fiumi e dalle maree

“Prevedere i fenomeni conseguenti ai cambiamenti climatici è la via maestra per prepararsi con misure adeguate a un adattamento resiliente e per mettere le basi di una cooperazione tra i soggetti istituzionali e quelli a qualsiasi titolo interessati. È una sfida che ci coinvolge tutti: il progetto Change We Care ha appunto l’obbiettivo di sviluppare una metodologia comune di risposta agli effetti come l’innalzamento del livello del mare, la maggiore frequenza di mareggiate e tempeste, l’aumento della temperatura e gli squilibri stagionali”.

La crisi climatica influenza pesantemente il Delta del Po
Sono state queste le parole con cui l'assessore all’Ambiente del Veneto, Gianpaolo Bottacin, ha annunciato il web meeting Cambiamenti climatici nelle aree costiere e di transizione: scenari e impatti sul Delta del Po che si terrà venerdì 23 aprile, nell’ambito del progetto Change We Care. Un programma di cooperazione transfrontaliera 2014-2020 Italia-Croazia (asse prioritario n.2 “Safety and Resilience”) focalizzato su cinque aree di particolare pregio dei due paesi, tra cui il veneto Delta del Po. Aree caratterizzate da sistemi costieri, rappresentativi di un’ampia variabilità degli assetti geomorfologici ed ecologici ma anche da una loro vulnerabilità. “A fronte di questa sfida il delta del Po può rivelarsi un vero laboratorio – sottolinea l’assessore all’Ambiente -. Da sempre è un sito in continua evoluzione, modellato dai fiumi e dalle maree. Negli ultimi secoli ha avuto una notevole espansione verso il mare ed è stato interessato da numerosi interventi antropici per arginare i corsi d’acqua, proteggere le lagune, stabilizzare il territorio e consentire lo sviluppo di attività economiche. Gli effetti dei cambiamenti climatici lasciano prevedere conseguenze su questo equilibrio sia dirette sia indirette, a cominciare da una modifica del deposito dei sedimenti. Una connotazione che potrebbe interferire con la disponibilità di acqua potabile e quella irrigua, causare allagamenti dei terreni, colpire la produttività dell’itticoltura, all’erosione dei cordoni litoranei. I pericoli di interferenze con l’attività umana sono evidenti”.

Un progetto che non riguarda solo il Veneto
“Lo studio del territorio e delle tendenze evolutive sulla biodiversità, sull’uso del suolo e sulle attività economiche, come pesca, turismo e agricoltura, sono gli obbiettivi del progetto. I principali elementi di innovazione sono l'approccio metodologico basato sulla costituzione e condivisione di conoscenze coordinate tra diversi attori, amministratori, tecnici, scienziati e rappresentati di categoria, e la definizione, basata sulle sperimentazioni nei siti pilota, di misure di adattamento, flessibili e trasferibili, per affrontare la variabilità delle caratteristiche del paesaggio costiero nell'area di cooperazione. La Regione Veneto aderisce a questo lavoro anche in una visione più ampia della difesa del suolo, come parte da un percorso di tutela e risanamento che la vede protagonista da alcuni anni. Dal progetto ci attendiamo la messa a fuoco di buone pratiche e il delinearsi di piani di azione per ottimizzare la risposta agli impatti causati dal cambiamento climatico”. Durante il web meeting saranno affrontati i seguenti temi: Il quadro della pianificazione regionale – PTRC scenario di riferimento (Delta del Po peculiarità del territorio Veneto) con Alberto Miotto (Regione del Veneto, Direzione Pianificazione Territoriale); Presentazione del progetto Change We Care con Marina Aurighi (Regione del Veneto, Direzione Ambiente). Concluderà con gli interventi sul tema Condivisione degli scenari di cambiamento climatico nel Delta del Po: Caratterizzazione idrodinamica, stato presente e cambiamento climatico con Debora Bellafiore del Cnr, Istituto di Scienze Marine (Ismar); Scenari di cambiamenti climatici su specifici target ecologici con Alessandra Feola dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale; Vulnerabilità della costa e allagabilità con Sabrina Meninno – Regione del Veneto, Direzione Ambiente.

red/gp

(Fonte: Veneto)