(foto: ©Filippo Vinardi)

Concordia: Gabrielli ''al vaglio di Costa il porto di destinazione''

Costa Crociere deve decidere in quale porto far smantellare la Concordia una volta fatta rigalleggiare. Il Prefetto Franco Gabrielli ha illustrato oggi alla Commissione Ambiente della Camera le soluzioni presentate. Al vaglio: Turchia, Civitavecchia, Piombino e Genova

Non si sa ancora in quale porto verrà trainata la Concordia una volta fatta rigalleggiare. I candidati sono molteplici, i tempi sono stretti e la decisione è ancora da prendere.

"Il porto di Palermo si è reso non più disponibile - ha spiegato oggi il Capo della Protezione Civile e Commissario straordinario per l'emergenza Concordia, Franco Gabrielli, in audizione alla Commissione Ambiente della Camera - rimangono Civitavecchia, che ha presentato un'offerta fuori mercato, ha proposto una cifra esorbitante [200 milioni di euro n.d.r.] e la soluzione turca che implica un esborso per l'azienda [i costi sono a carico di Costa Crociere n.d.r.] di 40 milioni di dollari. Nel mezzo ci sono le soluzioni di Piombino e Genova che chiedono circa 80 milioni. Il problema di Piombino è che non ha il bacino" mentre "Genova ha il rischio del traino: la distanza tra il Giglio e Piombino si copre in un giorno, quello tra il Giglio e Genova in 5".

Dei 30 porti sondati dalla società londinese che ha selezionato anche i consorzi per il raddrizzamento della nave della Costa, 13 hanno presentato offerte e "quattro sono porti italiani - ha proseguito Gabrielli -: Piombino, Civitavecchia, Genova e Palermo. Ci sono poi la Turchia, la Gran Bretagna, la Norvegia", "l'offerta più bassa è quella Norvegese, non sostenibile per la distanza".
La soluzione turca presuppone l'utilizzo del Vanguard, nave semisommergibile in grado di "caricare" la Concordia, quella italiana del traino: "Noi - ha detto Gabrielli - ci aspettiamo non solo l'indicazione di una soluzione ma una corposa documentazione che illustri i rischi e le problematiche legate a ciascuna delle due soluzioni".

"Noi auspichiamo che sia un porto italiano" a provvedere allo smantellamento della Concordia, ha aggiunto il capo della Protezione Civile. "E' vero però - ha poi ricordato - che il prezzo lo deve pagare la Costa, che è sempre una società privata che può andare a gambe all'aria". "I costi a carico dell'armatore sono stati fin'ora - ha rilevato Gabrielli - 1,1 miliardi".
Non c'è però da scandalizzarsi se l'ipotesi Turchia viene presa in considerazione perchè è "da 25 anni che in Italia - ha osservato Gabrielli - non facciamo smantellamento di navi, le nostre navi militari le portiamo in Turchia".

Inoltre Gabrielli ha fatto presente che una gestione pubblica dello smaltimento del relitto della Concordia non sarebbe sostenibile, "i costi sono a carico del privato". "In febbraio, quando ero fortemente preoccupato che la parte privata potesse reggere, scrissi all'allora presidente del Consiglio chiedendo, nel caso dovessi esercitare il potere sostitutivo, di mettermi a disposizioni almeno 300 milioni. Il pernacchione si è sentito fino a Londra".

"A causa delle sollecitazioni cui sono sottoposte le strutture" del relitto della Concordia "la dilazione temporale viene vissuta non solo da me, ma anche dai tecnici, con grande apprensione", quindi per la rimozione della nave dal Giglio "non stabiliamo delle date, ma faremo il prima possibile". Gabrielli ha poi ricordato che il suo "mandato scade il 31 luglio". La decisione sulla scelta del porto e lo smaltimento del relitto della Concordia "dovrà essere ragionata. Nel prossimo incontro, dopo Pasqua, chiediamo che la parte privata si presenti con una corposa documentazione, in modo che le autorità siano in grado nei primi giorni di maggio di risolvere questa questione. La risoluzione non solo rasserenerà gli animi ma darà indicazioni" sul proseguo delle operazioni.

Infine Gabrielli ha parlato anche del discorso ambientale legato al relitto in merito alle acque interne sottolineando che "non è mai venuto meno il controllo, e le analisi recenti ci hanno dato risposte molto confortanti: la nave sta reggendo, le parti confinate rimangono tali e le possibilità di contaminazione con l'ambiente esterno - ha concluso il Prefetto - rimangono prossime allo zero".


Redazione/sm