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Coronavirus, emergenza nelle case di riposo

Le cronache di questi ultimi giorni raccontano di un numero di decessi via via crescente, ma i morti per Covid non certificati come tali potrebbero essere circa 3.000

Nelle Residenze sanitarie assistite (RSA), dove persone con disabilità, con gravi patologie neurologiche e/o anziane vivono a stretto contatto tra loro e con il personale che li assiste, gli effetti dell’emergenza sanitaria da COVID-19 possono essere particolarmente gravi. È noto, infatti, che gli anziani o chi ha patologie pregresse sono a maggior rischio di un esito grave della malattia. 

Il personale è spesso veicolo di contagio. In molte strutture mancano ancora attrezzature adeguate. Confrontando il numero dei morti a 28 giorni dall'inizio dell'epidemia, la Germania, che ha una popolazione anziana come la nostra, aveva solo l'1% dei nostri decessi. Che rischiano di essere solo la punta di un iceberg a guardare i numeri di una indagine dell'Istituto superiore di sanità (Iss), su un campione di 236 Rsa, le Residenze socio assistenziali dove risiedono i nostri anziani più fragili. 

Le cronache di questi ultimi giorni raccontano di un numero di decessi via via crescente, ma i morti per Covid non certificati come tali potrebbero essere molti di più. Tra i 19.575 residenti delle Rsa oggetto dell'indagine i morti accertati per Covid negli ultimi due mesi sono "solo" 57, ma a questi se ne aggiungono 666 con sintomi simil-influenzali, e almeno la metà di loro, temono i ricercatori dell'Iss, potrebbero aver perso la vita per colpa del virus, soprattutto a marzo, quando l'influenza, quella vera, è andata scemando. Considerando che nelle Rsa in realtà vivono ben 300mila anziani, come ha ricordato il Professor Roberto Bernabei, geriatra del Gemelli di Roma e componente del Comitato scientifico del governo, non è azzardato che le vittime del Covid in quei luoghi che dovrebbero essere di assistenza siano almeno 3.000.

E dove siano da ricercare le cause di questa catastrofe è scritto nelle risposte fornite proprio da chi gestisce queste strutture. Che nell'86% dei casi ha denunciato la difficoltà a reperire i dispositivi di protezione individuale, nel 36% la carenza di personale perché molti si sono messi in malattia per paura del contagio, mentre il 27% ha ammesso di non sapere come fare a isolare dagli altri gli anziani affetti da Covid. «Gli ospiti delle Rsa sono i più fragili dei fragili, perché hanno un'età media di 85 anni e patologie importanti. È una zona molto grigia — ha ammesso Bernabei - dove l'intervento è difficile perché ci sono differenze tra le Regioni e persino tra Asl e Asl. Ne abbiamo parlato al Comitato, è un terreno da arare». I problemi all'origine della strage nelle Rsa è dovuto in parte al contagio provocato dagli assistenti che hanno una vita doppia, dentro la struttura a contatto con gli anziani, nel mondo reale dove prospera il virus. A Rapallo e a Camogli la cosa è stata risolta con il personale che si è autoisolato con gli ospiti. Poi c'è il problema della mancanza di mascherine e strumenti adeguati. La Sanità è in mano alle Regioni, toccherebbe a loro far fronte, ma quello che sta succedendo lo vedono tutti. Il professor Bernabei non crede che serva una campagna di tamponi massivi per gli anziani: «Sono troppi, non ci sarebbe la possibilità. Considerato che l'età media è 85 anni, molti hanno altre patologie, si potrebbe anche incorrere nel rischio di accanimento terapeutico verso gli anziani. Meglio sottoporre a tampone tutto il personale delle Rsa, per isolare i possibili portatori di contagio dall'esterno». 

Dunque, per monitorare la situazione e adottare eventuali strategie di rafforzamento dei programmi e dei principi fondamentali di prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ICA), dal 24 marzo 2020 l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) - in collaborazione con il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale - ha avviato una survey specifica sul contagio da COVID-19 nelle RSA. Secondo il GNPL National Register - la banca dati realizzata dal Garante nazionale per la geolocalizzazione delle strutture sociosanitarie assistenziali sul territorio italiano - le RSA nel nostro Paese sono 4629.

L’indagine, rivolta al momento alle oltre 2500 strutture censite nella mappa on line dei servizi per le demenze realizzata dall’Osservatorio demenze dell’ISS (che raccoglie strutture sanitarie e socio sanitarie residenziali, pubbliche e/o convenzionate o a contratto, che accolgono persone con demenza), si basa sulla compilazione di un questionario al fine di acquisire informazioni sulla gestione di eventuali casi sospetti/confermati di infezione da SARS-CoV-2.

red/gp

(Fonte: La Stampa, Istituto Superiore della Sanità)