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Coronavirus, il mosaico delle ordinanze regionali

Molte regioni in Italia hanno recepito a proprio modo le ordinanze contenute nel dpcm Conte, c'è chi osa di più, come il Veneto e chi mantiene la stretta per timore di nuovi contagi

Dopo il decreto di Giuseppe Conte, che prolunga i giorni di lockdown fino al 3 maggio e contiene piccole aperture alla serrata dei negozi, come librerie, negozi di vestiti per bambini e alcuni settori industriali, le Regioni si muovono per conto proprio scrivendo proprie ordinanze. Ne nasce un insieme di situazioni differenti, di divieti e concessioni tra le quali è difficile muoversi senza avere una cartina geografica delle novità.

Partendo dalla Lombardia. Qui il governatore Attilio Fontana dice no alle riaperture delle librerie e delle cartolerie. «I numeri non salgono ma non scendono. Dobbiamo cercare di essere più rigorosi possibile» così il presidente della Lombardia giustifica la stretta rispetto al dpcm governativo. I lombardi potranno quindi rifornirsi di libri, quaderni solo nella grande distribuzione o tramite ordini online. Ma ci sono altre restrizioni rispetto alle decisioni prese da Conte. La Lombardia infatti dice no anche al riavvio dei distributori automatici autorizzati quelli di acqua, latte e sigarette e prodotti farmaceutici. Per gli studi professionali prevista solo l’attività in smart working e ancora chiusi alberghi e bed and breakfast se non per ragioni legate all’emergenza. Si può fare attività motoria entro i 200 metri da casa.

Piemonte e Trentino Alto Adige fanno di più e chiudono a tutte le novità del dpcm Conte. Il governatore Alberto Cirio dice no alla riapertura di librerie e cartolerie ma anche dei negozi di abbigliamento per bambini. Chiusi fino al 3 maggio anche gli studi professionali e limitazioni a colf, permesse solo per persone non autosufficienti. Attività motoria sì ma entro i 200 metri da casa. Mascherine obbligatorie nei negozi e sui mezzi pubblici. Tutto resta chiuso anche in Trentino dove però, per la prima volta in Italia dall'inizio del lockdown è consentito da oggi, 14 aprile, spostarsi nel territorio della provincia per incontrare compagni o figli. Sì anche al jogging con mascherina.

L'ordinanza regionale del Veneto invece è l'unica che apre ad alcune piccole concessioni: il governatore Luca Zaia ha infatti tolto il limite dei 200 metri per le passeggiate. «È un atto di fiducia verso i veneti basta che non diventino 4 chilometri» ha dichiarato il governatore. Non è arrivato invece il tanto atteso permesso di andare nelle seconde case in previsione delle prossime festività (25 aprile e primo maggio). E ancora, sulla riapertura di librerie, cartolerie e negozi per bambini arriva il sì di Zaia, ma solo per due giorni a settimana e il distanziamento previsto raddoppia a due metri. Mascherine obbligatorie fuori casa, anche per fare jogging. Concesso infine ai papà di assistere ai parti.

Nel Lazio sì all'apertura delle librerie secondo dpcm governativo ma a partire dal 20 aprile per dare il tempo ai negozianti di predisporre gli spazi alla diversa modalità di fruizione. Nicola Zingaretti inoltre stabilisce nell'ordinanza regionale la chiusura dei supermercati il 25 aprile e il primo maggio.

Alcune regioni aprono invece alla cura degli orti e dei giardini come Liguria e Friuli Venezia Giulia. Giovanni Toti dice sì anche alla manutenzione degli stabilimenti balneari e delle spiagge e apre anche all’attività dei cantieri nautici. Sì a cura delle spiagge e degli orti anche in Abruzzo. Il Friuli stabilisce con un'ordinanza l'obbligo di mascherina. In Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini dà il via libera alle riaperture nazionali esclusi i Comuni che sono ancora zona rossa e apre un tavolo per chiedere al governo la ripresa di altre attività prima del 3 maggio.

Anche la Toscana apre alle novità sancite dal dpcm ma con modalità di distanziamento più rigide: a distanza di sicurezza aumenta fino a 1,80 e i negozianti sono invitati ad installare barriere di separazione dai clienti. C’è poi la richiesta di andare al lavoro con mezzi individuali e, qualora il dipendente ne fosse sprovvisto, il datore di lavoro dovrà fornire mascherine e guanti da utilizzare rigorosamente sui mezzi pubblici.

Una riapertura a metà quella della Campania. Qui il governatore Vincenzo De Luca continua a dire no alle consegne a domicilio del cibo e chiude alla possibilità di riaprire cartolerie e librerie, sì soltanto ai negozi di abbigliamento bimbi ma per due mattine a settimana, il martedì e venerdì.

Red/cb
(Fonte: La Repubblica)