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Coronavirus, ipotesi 5 milioni di test rapidi per le scuole

Secondo un articolo di Repubblica il Ministero della Salute punterebbe ad utilizzare i test salivari che danno il risultato in 20 minuti negli istituti scolastici per diminuire i tempi di diagnosi nelle scuole

Cinque milioni di test rapidi per il coronavirus da utilizzare nelle scuole. Sarebbe questo il piano del governo per rendere più rapida l'individuazione dei contagi negli istituti scolastici. Attualmente infatti si utilizza il tampone che permette di conoscere l'esito in 24 ore, anche se, vista la situazione spesso arriva anche dopo 3 o 4 giorni, per via dei ritardi nelle prenotazioni e nelle esecuzioni nei laboratori di analisi. Un problema per le classi, i professori e i contatti stretti dello studente che potrebbe essere contagiato che attendono di capire se scatta la quarantena.

La proposta del governo ora potrebbe migliorare la situazione. I test antigenici infatti, tramite un campione di salute sarebbero in grado di dare il risultato in 20 minuti. E sembra che questa sia la strada individuata dall'esecutivo. Come si legge su Repubblica infatti: “Martedì scorso il commissario, Domenico Arcuri, ha parlato con il Cts dell’idea di acquistare un alto numero dei test rapidi, circa 5 milioni. Nelle sue intenzioni servirebbero prima di tutto per gli aeroporti, dove si controlla chi arriva da Paesi considerati a rischio, cioè per ora da Croazia, Grecia, Spagna e Malta. Ma il ministro alla Salute, Roberto Speranza vuole appunto usare anche a scuola quel tipo di esami, che sono detti “antigenici”, perché rilevano attraverso la saliva la presenza della frazione di proteina della superficie del coronavirus”.

Il problema al momento è l'affidabilità di questi test che è ancora bassa rispetto a quella dei tamponi che restano lo standard per la diagnosi. “Per questo – si legge ancora su Repubblica - al ministero stanno mettendo insieme i dati di quelli fatti fino ad ora, ad esempio proprio negli aeroporti come Fiumicino, per ottenere le evidenze scientifiche del loro funzionamento e quindi allargarne l’uso anche alle scuole”. Intanto svariati produttori stanno entrando nel mercato con kit che vengono pubblicizzati come molto affidabili ma che ancora devono essere in buona parte validati dalle istituzioni sanitarie pubbliche. La partita dei test rapidi potrebbe risolvere anche la questione dei controlli di chi arriva dalla Francia e dai Paesi dove la diffusione del virus sta crescendo in modo preoccupante.

Red/cb
(Fonte: La Repubblica)