Coronavirus, la situazione nelle carceri e l'appello dei garanti dei detenuti

Risultano 19 detenuti e 116 poliziotti penitenziari positivi al virus. Per i Garanti dei detenuti è urgente adottare misure che portino nel giro di pochi giorni la popolazione detenuta sotto la soglia della capienza regolamentare effettivamente disponibile

Sono 19 i detenuti positivi al Coronavirus su 58.035 persone che si trovano nelle carceri italiane. Di questi, scrive il ministero della Giustizia "due sono ricoverati in strutture ospedaliere, gli altri si trovano in isolamento sanitario in camere singole dotate di bagno autonomo all’interno di apposite sezioni detentive, dove vengono effettuati tutti i controlli disposti dalle autorità sanitarie". Fra il personale di Polizia Penitenziaria, invece, sono 116, su quasi 38mila, i positivi al tampone: 17 sono ricoverati in ospedale, mentre la maggior parte si trova in isolamento fiduciario domiciliare o nel proprio alloggio in caserma.  Per prevenire la possibilità di contagi dall'esterno, sono state predisposte 145 tensostrutture davanti agli ingressi degli istituti penitenziari per il triage. Negli istituti dove non è presente la tensostruttura sono stati individuati appositi locali isolati.

Il governo, per rispondere all'emergenza, ha disposto nel decreto Cura Italia (articoli 123 e 124) la concessione dei domiciliari ai detenuti che abbiano da scontare una pena inferiore a 18 mesi, ma solo provvisoriamente, fino al 30 giugno 2020. Vengono anche ampliati i permessi premio nei confronti dei condannati ammessi al regime di semilibertà, sempre fino al 30 giugno. Il 25 marzo, a sette giorni dall’entrata in vigore del decreto, circa 50 detenuti risultavano aver beneficiato della misura dei domiciliari.

In un appello diretto al Presidente della Repubblica, alle Camere, ai Sindaci e ai Presidenti delle Regioni, i Garanti dei detenuti, però, chiedono di fare di più per tutelare la salute all'interno dei penitenziari, affermando che i "provvedimenti legislativi presi dal Governo sono largamente al di sotto delle necessità". In particolare, viene sottolineato come siano "necessari importanti interventi deflattivi della popolazione detenuta che consentano la domiciliazione dei condannati a fine pena e la prevenzione e l’assistenza necessaria a quanti debbano restare in carcere".

Secondo i Garanti "i provvedimenti legislativi presi dal Governo, se anche raggiungessero tutti i potenziali beneficiari (6000 detenuti, secondo il Ministro della Giustizia), sarebbero insufficienti, come recentemente sottolineato dal Consiglio superiore della magistratura, dall’Associazione nazionale magistrati, dall’Unione delle Camere penali e dall’Associazione dei docenti di diritto penale. Con quelle misure non solo non si supera il sovraffollamento esistente (formalmente di 7-8000 persone, sostanzialmente di almeno diecimila), ma non si garantisce il necessario distanziamento sociale richiesto a tutta la popolazione per la prevenzione della circolazione del virus. Servono, e urgentemente, ulteriori misure, di rapida applicazione, che portino la popolazione detenuta al di sotto della capienza regolamentare effettivamente disponibile".

I Garanti chiedono che "nell’esame del decreto-legge contenente le norme finalizzate alla riduzione della popolazione detenuta vengano adottate misure molto più incisive e di pressoché automatica applicazione, in grado di portare nel giro di pochi giorni la popolazione detenuta sotto la soglia della capienza regolamentare effettivamente disponibile”.

red/mn

(fonte: ministero della Giustizia, Garanti dei detenuti)