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Covid, Iss valida il sistema Arpal di analisi delle acque reflue

Il metodo nato dalla collaborazione tra Regione Liguria, Arpal e Università di Genova permette di individuare i cluster urbani del virus dall'analisi delle acque reflue

Ricercare le tracce del coronavirus nelle acque reflue a valle dei depuratori, individuando così la diffusione del virus e focolai di contagi in aree specifiche delle città con due settimane di anticipo rispetto all'evidenza. Questo il metodo di analisi che ha reso la Liguria la prima Regione a livello nazionale nella lotta alla pandemia da coronavirus. Un risultato raggiunto grazie alla collaborazione tra Regione Liguria, Arpal e Università degli Studi di Genova per rilevare la presenza del Sars-CoV-2 nei reflui fognari. Un metodo che a seguito della validazione dell’Istituto Superiore di Sanità è stato adottato in tutto il paese. Regione Liguria ha investito quasi mezzo milione di euro in due anni per potenziare il sistema di monitoraggio e controllo della virologia ambientale.

Il progetto Sari
All’interno del progetto dell’Istituto Superiore di Sanità Sari – Sorveglianza ambientale di Sars-CoV-2 attraverso i reflui urbani in Italia: indicazioni sull’andamento epidemico e allerta precoce era stato proposto un metodo analitico che i tecnici liguri Arpal e Università di Genova, insieme ad altre realtà come Bolzano e Valle d’Aosta, hanno contribuito a rendere funzionale anche per depuratori di medie/piccole dimensioni, come quelli liguri. Questa versione ottimizzata, riconosciuta da Iss, è adesso utilizzata come metodo ufficiale in tutta Italia e soddisfa la richiesta della Commissione Europea relativa alla sorveglianza sistematica del Sars-CoV-2 e delle sue varianti nelle acque reflue. In Liguria il sistema è già attivo a Genova e nei tre capoluoghi di provincia oltre che nei comuni sopra i 10mila abitanti. In parallelo, nell’arco di pochi mesi, Arpal ha provveduto ad allestire e rendere operativa una nuova linea analitica nella sede centrale: attrezzatura di ultima generazione per l’estrazione del materiale genico/virale, supercentrifughe refrigerate e due differenti PCR (macchine per la reazione a catena della polimerasi, una tecnica di biologia molecolare utilizzata per individuare le tipologie virali analizzate) permettono ora di analizzare in autonomia campioni ambientali, prelevati sia nelle acque reflue, sia su altre superfici o matrici.

Analisi su intera popolazione
“Nell’ambito del progetto europeo e italiano – afferma il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti – la Liguria è riuscita ad affinare il metodo migliore, tanto che l’Istituto Superiore di Sanità lo ha validato e lo ha assunto a livello nazionale. Sono orgoglioso di questo risultato: questo sistema consente di anticipare di 14 giorni l’andamento territoriale del contagio e rappresenta quindi uno straordinario strumento in mano a chi deve assumere decisioni, a livello nazionale e locale, soprattutto in questo momento di riapertura progressiva del Paese, per affrontare i mesi futuri con azioni ancora più mirate ed efficaci. È infatti evidente la diversa efficacia di uno screening su un campione di popolazione attraverso i tamponi e un metodo che, invece, è in grado di rilevare la diffusione del Covid sull’intera popolazione analizzata, anche sugli asintomatici, restituendo tutte le informazioni utili con un paio di settimane di anticipo”.

Monitoraggio e prevenzione
“Rispetto alla raccomandazione dell’Unione Europea n.472 del 17 marzo 2021 con la quale si chiede ai paesi membri di fornire entro ottobre informazioni settimanali sullo stato dei reflui, la nostra Agenzia è già operativa e all’avanguardia nel panorama nazionale, rispetto alla possibilità di mettere a disposizione questo patrimonio di dati al sistema sanitario” sottolinea il Direttore Generale di Arpal Carlo Emanuele Pepe. Il Direttore Scientifico dell’Agenzia, Stefano Maggiolo sottolinea come il metodo “proponga un approccio alla valutazione della pandemia attraverso il monitoraggio ambientale e non sotto il profilo clinico”. “Un risultato – conclude il Direttore Scientifico Arpal – che potrebbe in linea di principio, essere utile anche da un punto di vista preventivo per l’organizzazione delle strutture sanitarie”.

Red/cb

(Fonte: Snpa ambiente)