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Crisi climatica in montagna, lo sci si mobilita

La mancanza di neve dovuta alla crisi climatica ha spinto gli atleti degli sport sulla neve a chiedere alla propria federazione nuove politiche più rispettose dell’ambiente

Sulle Alpi c'è sempre meno neve (-50% secondo gli ultimi dati del Cnr). La stagione invernale sta cambiando e mentre gli scienziati si interrogano sulle conseguenze della crisi climatica e la politica e le comunità montane sulla progettazione di approcci alternativi al territorio, da oggi anche gli atleti dello sci si chiedono quale futuro ci sarà per il loro sport e il nostro pianeta.

La lettera
In un articolo il Guardian rivela infatti che un gruppo di 200 sciatori professionisti ha appena firmato una lettera indirizzata alla Federazione Internazionale di Sci e Snowboard (FIS) con la quale chiede di agire contro la crisi climatica. Quest'anno ci sono state notevoli mancanze di neve nelle zone attorno ai resort alpini che hanno scontentato turisti e sciatori causando anche l'annullamento di alcune gare di sci molto importanti. Si veda ad esempio il caso della Coppa del mondo di sci alpino che in parte è stata annullata e poi fatta slittare per scarsità di neve.

Le richieste
Il riscaldamento globale ha fatto sì che non ci sia più la garanzia della presenza della neve sulla cima delle più note località sciistiche e le previsioni parlano di un peggioramento della situazione climatica con un meteo sempre più irregolare. Di fronte a ciò gli atleti degli sport invernali hanno chiesto alla Fis di dotarsi di una strategia sostenibile di cui al momento è priva. I professionisti dello sci hanno chiesto di fissare le prossime gare in modo “più ragionevole dal punto di vista geografico” per ridurre le emissioni di anidride carbonica, visto che spesso le gare comportano numerosi voli attorno al mondo. Quest'anno il circuito maschile ha viaggiato dall'Europa al Nord America per due volte. Gli atleti e le atlete hanno anche chiesto di spostare l'inizio della stagione sciistica dalla fine di ottobre alla fine di novembre e di farla terminare non più a metà marzo ma a fine aprile. “La stagione è slittata ed è nell'interesse di tutti noi adattarci a queste nuove circostanze”, hanno detto.

L'obiettivo
Lo sciatore norvegese Aleksander Aamodt Kilde ha detto anche: “Noi vediamo che il mondo sta cambiando. Vediamo anche l'impatto che la crisi climatica ha sull nostro sport. Voglio che le nuove generazioni possano vivere l'inverno e siano in grado di fare quello che faccio io oggi”. La lettera presentata alla Fis è stata scritta dal discesista austriaco Julian Schütter, ambasciatore della campagna a difesa del clima Proteggere i nostri inverni (Pow, Protect Our Winters). In essa si legge: “Stiamo già sperimentando gli effetti del cambiamento climatico nelle nostre vite e nelle nostre professioni. Siamo al corrente degli sforzi nel campo della sostenibilità della Fis ma li valutiamo insufficienti”.  E ancora: “Noi vogliamo davvero spingere la nostra organizzazione ad essere a capo della lotta al cambiamento climatico cosa che al momento non sta facendo”.

red/cb
(Fonte: Foresight- CMCC, The Guardian)