(Fonte foto: Croce Rossa Italiana)

Da Cima e Croce Rossa arriva una mappatura multi-rischio dell'Ucraina

Applicando l'approccio multi-rischio al contesto bellico, Fondazione Cima e Croce Rossa Italiana hanno realizzato una mappatura multi-rischio dell'Ucraina, dove al rischio di alluvioni o incendi boschivi si aggiunge la probabilità di trovare ordigni inesplosi

Ogni rischio non è mai isolato, ma si genera all’interno di un sistema di variabili che possono influenzarsi a vicenda. Un’alluvione non è mai soltanto un’alluvione, perché può causare a sua volta frane e smottamenti. Un incendio non è mai soltanto un incendio, perché rappresenta un cambiamento radicale dell’ambiente in cui si diffonde. Per questo motivo, nella fase di gestione e mitigazione del rischio, è diventato imprescindibile adottare il cosiddetto “approccio multi-rischio”, che mette in relazione le variabili interdipendenti.

Questa equazione diventa ancora più complessa se ai rischi naturali aggiungiamo il fattore umano, che a sua volta può influenzare a cascata una serie di fenomeni difficili da prevedere. Come nel caso della guerra tra Russia e Ucraina, dove le conseguenze del conflitto stanno impattando sulle fragilità del territorio. 

Per questo motivo, nell’ambito del programma PPRD EAST 3, il gruppo di ricerca di Fondazione Cima e gli esperti della Croce Rossa Italiana hanno realizzato una mappatura multi-rischio per l’Ucraina, che tiene in considerazione i possibili effetti a cascata di fenomeni come alluvioni e incendi boschivi, nelle aree dove sono probabilmente presenti ordigni inesplosi. Questa mappatura multi-rischio consentirà di mettere in campo una serie di azioni anticipatorie di prevenzione e mitigazione del rischio, garantendo un miglioramento delle capacità di organizzazione e massimizzandoi tempi di intervento. 

Prevenzione e aiuto umanitario
Secondo l’approccio multi-rischio, nella fase di gestione e prevenzione di un fenomeno non bisogna valutare solo il rischio singolo, ma l’insieme di rischi che possono influenzarsi a vicenda. Rientra in questo approccio anche la nuova attività di Fondazione Cima e Croce Rossa Italiana (Cri), che si svolge nell’ambito di PPRD EAST 3, il programma finanziato dall’Unione europa e guidato dalla Protezione civile svedese, che ha lo scopo di rafforzare i sistemi di allertamento e modernizzare le procedure di pianificazione d’emergenza in Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldavia e Ucraina. Allo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina alcune delle attività previste dal programma sono state rimodulate per essere adattate al contesto bellico. Per esempio, Fondazione Cima ha iniziato a realizzare il cosiddetto Impact Based Forecast (Ibf), un bollettino giornaliero di previsioni meteorologiche focalizzato sulle variabili che possono influenzare le operazioni di aiuto umanitario, messo a disposizione degli operatori della Croce Rossa Italiana nelle aree colpite dal conflitto.

Già nel giugno 2023 l’Ibf è stato organizzato e condiviso con la Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, con un focus specifico sull’area a valle della diga di Nova Kakhovka, la quale venne completamente inondata a seguito del crollo dell’invaso all’interno del bacino del fiume Dnepr. 

La Protezione civile in tempo di guerra
Ma ciò che è stato tenuto in attenta considerazione fin dai primi mesi del conflitto è stata la presenza di ordigni inesplosi come bombe o mine. Dato che PPRD EAST 3 si concentra in particolare su due tipi di rischi, quello alluvionale e quello di incendi boschivi, si è valutato che questi fenomeni avrebbero una gravità maggiore nel caso in cui si verificassero in una zona dove si trova un ordigno inesploso. Un incendio potrebbe fungere da innesco di una bomba, un’alluvione potrebbe spostare un ordigno, rendendolo difficile da localizzare. E qui entra in gioco il lavoro di Cri e Fondazione Cima. 

I disaster manager, i ricercatori e le ricercatrici italiane hanno quindi cominciato a individuare le aree maggiormente esposte a questi fenomeni di tipo combinato. Per farlo, hanno realizzato una serie di mappature “tematiche” che prendono in considerazioni le aree che possono essere esposte a fenomeni di piena o al rischio di incendi boschivi. Quindi, gli esperti hanno integrato queste informazioni con quelle riguardanti le aree più esposte al conflitto in corso, sfruttando dati open source – in particolare quelli estratti dal dataset Violent Incident Information from News Article (VIINA), sviluppato da Yuri Zhukon (University of Michigan), un algoritmo in grado di estrarre e indicizzare le notizie relative al conflitto dalle testate giornalistiche, classificandole in base al diverso tipo di evento, per capire dove è probabile che si trovino ordigni inesplosi.

Questo approccio multirischio consente sia di ridurre i danni di un evento catastrofico, sia di massimizzare i tempi d’intervento. Nel caso in cui le azioni anticipatorie venissero messe in atto durante la fase di previsione dei fenomeni, infatti, si allargherebbe anche la finestra temporale in cui si lavora sulla gestione dell’emergenza, consentendo agli operatori di avere più tempo da dedicare all’organizzazione e all’intervento.

red/gp

(Fonte: Fondazione Cima, Croce Rossa Italiana)