Fonte sito Greenpeace

"Difendiamo il mare", parte il tour nel Tirreno di Greenpeace

Due settimane con un team di ricercatori attraverso le riserve marine protette e le rotte dei cetacei per documentare le conseguenze della crisi climatica

La barca di Greenpeace torna a solcare il Mar Tirreno per verificare il suo stato di salute, specialmente dopo il lockdown, per documentare la sua enorme biodiversità e studiare come stia soffrendo l’impatto dei cambiamenti climatici.
La partenza è fissata per Giovedì 16 luglio quando il team di esperti partirà da Porto Santo Stefano in Provincia di Grosseto e navigherà per due settimane nel Mar Tirreno centro settentrionale con la barca a vela Bamboo, messa a disposizione dalla Fondazione Exodus di Don Mazzi.

“Abbiamo fatto uno sforzo straordinario per tornare a navigare il prima possibile, rispettando tutte le precauzioni e le misure che l’emergenza sanitaria impone, perché sappiamo che non c’è tempo da perdere: dobbiamo vincere la battaglia della plastica monouso e quella invisibile della microplastica che inquina il più grande ecosistema del Pianeta!” si legge sul sito della Ong.

L’obiettivo è quindi portare avanti una spedizione di ricerca, monitoraggio e documentazione, per capire lo stato di salute dei nostri mari e delle specie marine che abitano i nostri fondali.
Seguiremo le rotte dei cetacei, fino all’area interessata dalla presenza delle balle di rifiuti in plastica dispersi da cinque anni nei fondali marini del Santuario dei Cetacei per rispondere all’allarme lanciato dal mare e dalle sue creature”. Il tour toccherà aree marine protette (Cinque Terre, Portofino) e zone fortemente colpite dall’inquinamento da plastica, incluse le foci dei fiumi, come Tevere e Arno, ormai delle vere e proprie autostrade di rifiuti verso il mare.

Con gli ambientalisti sulla barca ci sarà un team di ricercatori dell’Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino (Ias) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Genova, del DiSVA (Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente) dell’Università Politecnica delle Marche specializzati nello studio delle microplastiche, esperti di flora e fauna marina costiera del DiSTAV (Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ambiente e della Vita) dell’Università degli Studi di Genova e ricercatori dell’Istituto Tethys, esperti di cetacei.

Red/cb
(Fonte: Greenpeace)