Dissesto idrogeologico, D'Angelis: "Ce la faremo", Squinzi: "Un territorio sicuro puÒ rilanciare l'Italia".

Ieri a Milano la "Convention Nazionale sul Dissesto Idrogeologico e rischio sismico" organizzata dal Consiglio Nazionale dei Geologi. "Chiusa la pagina del dissesto doloso, oggi si investe in prevenzione" ha dichiarato il coordinatore di #italiasicura, Erasmo D'Angelis. E Giorgio Squinzi, presidente di confindustria:"Mettere l'Italia in sicurezza può contribuire al rilancio economico"

"Basta piangersi addosso, l'Italia chiude la pagina vergognosa del dissesto doloso e per la prima volta investe in sicurezza e difesa idrogeologica non inseguendo le emergenze ma facendo prevenzione". Lo ha ribadito ieri Erasmo D'Angelis, coordinatore della Struttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico intervenendo a Milano alla "Convention Nazionale sul Dissesto Idrogeologico e rischio sismico" organizzata dal Consiglio Nazionale dei Geologi. Presenti il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, il Presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti e il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Gian Vito Graziano.
"E' il nostro obiettivo e il test di questi mesi dimostra che ce la faremo,
con un lavoro di squadra. In otto mesi abbiamo aperto o riaperto 783 cantieri per 1.072 milioni dei 2,3 miliardi recuperati e non spesi negli ultimi 15 anni. Il resto - ha continuato D'Angelis - diventerà cantiere nel corso del 2015. E' partito il piano delle 14 città metropolitane con un investimento complessivo di 1.2 miliardi per opere da Genova a Milano da Firenze a Messina. Abbiamo finalmente un piano nazionale con 7.152 opere da pianificare in tutte le Regioni ed è stata già definita una spesa mai finanziata in Italia per 9 miliardi complessivi".
"Cosa serve? - ha concluso D'Angelis - serve coscienza del rischio, conoscenza dei fenomeni, autodifesa nel tempo dei cantieri, ridare dignità e ruolo ai geologi, una buona pianificazione urbanistica e per moltissimi comuni la fine dell'occupazione di suoli selvaggia e senza criterio. Non siamo meno attrezzati del Giappone o della California o del nord Europa e possiamo finalmente difenderci con questo approccio culturale nuovo che produrrà anche molta occupazione".
E tornando su un tema caro ai geologi, D'Angelis
ha annunciato che "non moriranno i Dipartimenti di Scienze della Terra perché sarà cancellata quella parte della riforma Gelmini che ne metteva a rischio la sopravvivenza".

E sul ruolo dei geologi è intervenuto anche 
il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: "La figura del geologo è fondamentale per l'Italia, bel Paese ma anche territorio fragile. Il nostro è un territorio dove c'è dissesto idrogeologico ed aggiungerei anche il rischio sismico. Bisogna adoperarsi per mettere in sicurezza il Paese, anche perché un territorio sicuro può contribuire al rilancio economico dell'Italia".

Soddisfatto  Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi: "Quanto ascoltato oggi - ha affermato dal massimo esponente degli industriali italiani è quanto andiamo dicendo da anni. Una diffusione della coscienza dell'importanza degli interventi di prevenzione rappresenta una grande opportunità di sviluppo per l'Italia. Quanto dichiarato oggi dal Governo e dagli Industriali è segno di un'importante cambiamento culturale nel nostro Paese. Si inizia a voltare pagina".


Intanto oggi il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi ha firmato il decreto che ripartisce i 50 milioni di euro destinati ai Provveditorati per le Opere Pubbliche per interventi urgenti in materia di dissesto idrogeologico concordati con #italiasicura: dei 50 milioni, 18 (il 34%) sono destinati a interventi nelle regioni del Sud e 4 milioni al comune di Cesenatico devastato dall’alluvione del febbraio scorso.


red/pc