Dissesto in Italia: Gabrielli sottolinea l'urgenza di azioni per cittadini e territorio

Semplificazione delle norme, seri investimenti, assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali, rispetto del territorio e dei cittadini. Questi i punti sottolineati dal Capo Dipartimento Franco Gabrielli in Commissione ambiente al Senato

I fondi che lo Stato ha destinato al dissesto idrogeologico "sono assolutamente inadeguati", la "forbice tra l'intervento dello Stato e i danni prodotti è molto ampia" e i cittadini non hanno alcuna certezza che verranno risarciti. A dirlo è stato il Capo della Protezione Civile Franco Gabrielli in un'audizione tenutasi martedì in Commissione ambiente al Senato per fare il punto sulle situazioni di emergenza presenti in Italia.
Se è vero che "troppo spesso i soldi sono pochi" è vero anche che "troppo spesso arrivano con insopportabile ritardo". Ne consegue che "non solo non vi è una risposta adeguata, ma non vi è neanche una risposta equa" per il cittadino.

Dal 2012 ad oggi alluvioni, esondazioni e disastri hanno provocato danni per 3,5 miliardi ma lo Stato ha stanziato soltanto 450 milioni e riconosciuto 19 stati di emergenza seguiti a calamità che hanno avuto pesantissimi effetti sui sistemi idrogeologici e idraulici del Paese. Sono troppe le persone colpite che non vedono un risarcimento di quanto perso e contemporaneamente il territorio subisce troppe ferite continue perchè non vi è possibilità di metterlo seriamente in sicurezza e neanche di prevenire le pesanti conseguenze delle calamità. "La divaricazione" tra soldi stanziati e danni quantificati non fa altro che "peggiorare lo stato del territorio, perché se non si interviene su un territorio già colpito, quello diventa ancora più debole".

L'Italia è un paese "malato", dove la "manutenzione" del territorio, zone urbane comprese, "è sempre più limitata", non solo a causa dei fondi che scarseggiano. "Se un corpo sano può resistere anche ad una polmonite, un corpo debilitato può rimetterci le penne anche con un semplice raffreddore", ha sottolineato il numero uno della Protezione Civile. "E' indubbio che negli ultimi anni c'è stata una intensità e una reiterazione di fenomeni estremi, con cumulate che si sono concentrate in tempi molto ristretti", ma è altrettanto evidente che "la maggior parte dei territori colpiti sono territori abusati, antropizzati, nei quali si è costruito dove non si doveva o non si poteva costruire, dove si è condonato e sanato qualsiasi cosa in una perversa logica di cassa, dove non si sono fatti interventi per una corretta urbanizzazione". In tutto ciò inoltre norme e burocrazia hanno di fatto parcellizzato competenze e responsabilità rendendo ancora più difficile intervenire con rapidità e efficienza.

Davanti alla Commissione ambiente Gabrielli ha dunque sottolineato la necessità sia di una  "semplificazione delle norme", sia di "auspicabili seri investimenti", sia un serio discorso sull'adozione dell'assicurazione obbligatoria per tutti i cittadini. Su quest'ultimo punto il Capo Dipartimento ha spiegato come questo tipo di assicurazione sia ormai "l'unico approccio praticabile" al problema. La gente però lo vedrebbe come "ulteriore balzello" e per evitare che accada ciò "si potrebbero calmierare i guadagni delle assicurazioni con lo Stato che stabilisce il tetto massimo di guadagno per le compagnie" ha proseguito Gabrielli. "Il cittadino deve poter sapere qual è l'entità del ristoro prevista in caso di calamità, ma la lista dei danni risarcibili e le percentuali non è ancora stata fatta. E non è stata fatta perché è chiarissima la difficoltà di chi governa di trovare fondi pubblici".

E' chiara ed evidente la situazione economica del Paese, ma ormai deve essere una priorità la messa in sicurezza di questa Italia che frana, se non la si vuole vedere sgretolarsi del tutto. Lo stesso Gabrielli il 10 febbraio di quest'anno a Pisa, a margine di un incontro con i sindaci del territorio colpito dal maltempo di quei giorni, aveva lanciato la proposta di uno stop alle nuove costruzioni per i prossimi 10 anni, in modo da "investire tutto quello che c'è sulla messa in sicurezza del territorio". "Se il Paese scegliesse di non fare nuove cose ma di mettere in sicurezza quelle che ci sono salvaguarderebbe il nostro territorio, le comunità, i nostri abitati" ha concluso Gabrielli.


Redazione/sm


(fonti: ANSA, Reggio TV)