Emergenza 118 e normativa europea: il ruolo del volontariato

Confronto a Roma fra Croce Rossa italiana, Anpas e Misericordie nell'ambito di una tavola rotonda su Emergenza 118 e nuova Normativa Europea, sull'affidamento del servizio di emergenza 118 attraverso bandi di gara

Si è svolta mercoledì pomeriggio a Roma, nel corso della prima giornata del Nonprofit Leadership Forum, la tavola rotonda "Emergenza 118 e nuova Normativa Europea" sul tema delle gare di appalto per l'affidamento dei servizi di emergenza sanitaria territoriale 118. All'incontro hanno partecipato le principali organizzazioni italiane che svolgono il servizio di trasporto sanitario, Croce Rossa Italiana, Misericordie d'Italia e ANPAS.

"L'incontro - si legge in una nota dalle CRI - ha presentato una realtà variegata che si differenzia da regione a regione. Oggi, infatti, in Italia solo alcune Aziende Sanitarie Locali affidano la gestione del servizio di emergenza 118 attraverso bandi di gara. In Basilicata, ad esempio, il volontariato è stato escluso dalla partecipazione alle gare. Al contrario, la Regione Toscana, con una legge, ha inserito il volontariato all'interno del proprio sistema sanitario".

"Un quadro procedurale diverso - spiega ancora la nota CRI -  sul quale è intervenuta anche l'Unione Europea. L'avvocato generale della Corte di Giustizia Europea, Nils Wahl, ha pubblicato le sue conclusioni sulla causa fra un'ASL italiana, alcune organizzazioni di volontariato, un ente pubblico e due cooperative in merito a una gara di appalto per il servizio di emergenza sanitaria territoriale. Le conclusioni di Wahl faranno discutere a lungo il mondo del volontariato italiano. Secondo l'avvocatura generale della Corte di Giustizia Europea, le procedure previste per l'assegnazione dei servizi di emergenza sanitaria disposte da alcune Regioni italiane sono contrarie al diritto europeo. Se la Corte di Giustizia Europea confermerà le tesi di Wahl, in Italia potrebbero cambiare molte cose, proprio nel momento in cui si sta discutendo la riforma del Terzo Settore".

"In tutto il Paese ci sono almeno 6,63 milioni di volontari - ha ricordato Flavio Ronzi, della Croce Rossa Italiana - che non possono non vedersi attribuito un valore socio-economico da parte dello Stato. Il Governo italiano in relazione alla nuova Direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici deve saper difendere la peculiarità del Volontariato italiano garantendo la possibilità di proseguire questa esperienza di volontariato e partecipazione più che centenaria in ambito socio-sanitario.  Il mantra liberista europeo in cui si vuole salvaguardare a tutti i costi il libero gioco della concorrenza sul mercato non può svilire servizi così cruciali come quelli dell'emergenza sanitaria che solo il mondo del volontariato sa umanizzare e garantirne qualità e affidabilità".
"Basterebbe  - ha aggiunto Ronzi - cambiare prospettiva, fare uno scatto culturale che consenta il riconoscimento delle associazioni di volontariato come parte integrante del sistema sociale e sanitario di questo paese, così da scinderlo dal problema europeo degli appalti. Su questo principio chiediamo gli strumenti normativi adeguati per riconoscerci quale il maggior bene e la parte più bella dello Stato".
"Il volontariato è una opportunità - ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas - E’ la comunità che si organizza e che rappresenta un vero e proprio presidio: un principio quello della sussidiarietà sancito dalla legge 266. Le conclusioni dell’avvocato Wahl si vanno a inserire in un contesto, quello italiano, in cui le realtà che fanno parte del sistema di emergenza e urgenza hanno una storia sui territori: è in questo senso che le istituzioni devono sfruttare l’opportunità del volontariato e non dar per scontati i servizi che vengono fatti"

Le organizzazioni del Nonprofit  hanno quindi convenuto sulla necessità di essere messe nelle condizioni di incidere realmente nella definizione delle politiche e nella progettazione dei servizi, affinché il loro apporto come erogatrici dei servizi non possa essere un alibi per la loro esternalizzazione finalizzata alla sola diminuzione dei costi.
"Dobbiamo riuscire - ha  sottolineato Pregliasco- a creare un sistema in cui ruolo, rendicontazione trasparente e formazione siano il più possibile comuni per non incappare in inefficiente e situazioni di una corretta procedura di assegnazione del 118. Abbiamo quindi l’esigenza di condividere una formazione omologabile e di un codice etico. Sollecitare decreti attuativi del disegno di legge sul terzo settore che tengano conto delle normative europee e in particolare della normativa 23 del 2014 direttiva appalti che ribadisce la possibilità per gli Stati di trovare regolamenti che tengano conto delle peculiarità delle associazioni per la realizzazione dei servizi di interesse generale".
 "La via maestra - ha quindi concluso Ronzi - potrebbe essere basata sulla filosofia della Toscana in cui si integra ex lege il volontariato come parte integrante del sistema sanitario di emergenza urgenza".

red/pc

(fonte: CRI / Anpas)