Fracking e terremoto: la
posizione di Legambiente

Legambiente Emilia Romagna dichiara 'prive di fondamento' le ipotesi secondo le quali i recenti terremoti in Emilia sarebbero dovuti alla tecnica del fracking

Sin da subito, all'indomani della prima forte scossa di terremoto in Emilia, si sono rincorse voci, sui media e fra la popolazione, sul fatto che il sisma potesse essere stato causato dalle trivellazioni effettuate per la ricerca di idrocarburi, il cosiddetto fracking (tecnica che comporta immissione di sostanze chimiche ed acqua ad alta pressione nel sottosuolo causando la frantumazione delle rocce che lo costituiscono per liberare i depositi fossili trattenuti).
Il Dipartimento delle Scienze della Terra dell'Università di Modena ha escluso ogni relazione fra attività estrattive e terremoti: "nessuna attività dell'uomo (sondaggi, perforazioni, prelievi di idrocarburi, prelievi di acqua ecc) può creare o indurre terremoti di intensità pari a quelli avvenuti. La profondità degli ipocentri dei terremoti registrati è generalmente superiore a 5-6 km, spesso oltre 10 km, e l'energia in gioco è tale da escludere qualunque possibile legame con attività umane. In Italia non esistono sedimenti che contengano metano sfruttabile in modo significativo (shale-gas) e quindi non ci sono al momento investimenti in questo tipo di ricerche. Inoltre nessuna di queste ricerche o sfruttamento può essere fatta "di nascosto" perchè richiedono impianti complessi e visibilissimi".

La  FederPetroli Italia, sentitasi chiamata in causa, aveva smentito con parole del proprio Presidente Michele Marsiglia: "Non abbiamo elementi nella storia della ricerca e sviluppo di giacimenti petroliferi che portino alla causa di manifestazioni sismiche con pericolosità per i cittadini, da quelle che sono le dinamiche di trivellazione attraverso la tecnica del Fracking (fratturazione idraulica) ad altre forme di trivellazioni di uso più comune o non convenzionale"

Legambiente Emilia Romagna fino a ora non aveva ritenuto necessario esprimersi dal momento che - si legge in una nota del Presidente del circolo regionale Lorenzo Frattini - "giudichiamo la cosa priva di fondamento". "Visto però che il tema ha avuto ormai una certa rilevanza sui media  - spiega Frattini - e che abbiamo avuto richieste di delucidazioni da parte di cittadini e soci preoccupati, abbiamo voluto coinvolgere tanto l'ufficio scientifico nazionale quanto alcuni membri del comitato scientifico regionale, ma anche semplici soci geologi.

Tutte le risposte escludono categoricamente che gli eventi sismici delle ultime due settimane abbiano una causa antropica; tali eventi sono legati ai movimenti della crosta terrestre in atto da tempi geologici. L'utilizzo delle famigerate tecniche di ricerca del "fracking" cioè di frantumazione della roccia con cariche di esplosivo, non è autorizzata in Italia. Anche nell'ipotesi, a nostro avviso remota, che qualche ditta abbia realizzato abusivamente questa tipologia di metodo nel pieno della pianura padana, gli effetti non potrebbero avere generato questa tipologia di sequenza sismica e con tale portata. Ci sentiamo in dovere di comunicare la posizione di Legambiente anche perché riteniamo doveroso evitare il diffondersi di dicerie che non fanno che peggiorare lo stato psicologico delle popolazioni colpite.  Con queste premesse Legambiente ritiene comunque che l'ipotesi di uno stoccaggio di gas a Rivara, che già ha avuto il no sia nostro che della Regione e degli enti locali, debba essere definitivamente accantonato per ragioni di buon senso e precauzione. Analogamente risulta necessario prestare la massima attenzione a qualsiasi attività estrattiva in atto, sia alla luce del sisma che del fenomeno della subsidenza (l'abbassamento del suolo), che interessa buona parte della costa e della bassa pianura emiliana. Infine abbiamo già sottolineato la nostra completa contrarietà all'utilizzo della tecnica del fracking".

"Sul versante delle azioni concrete di supporto ai territori colpiti - illustra ancora Frattini - nostra priorità di questi giorni, stiamo invece cercando di attivare azioni a favore dei bambini, come momenti di animazione e la messa a disposizione di soggiorni nei nostri campi estivi in Appennino. A livello più ampio, assieme alla struttura nazionale, stiamo lavorando ad una rete di gemellaggi tra i comuni d'Italia con cui esistono rapporti di collaborazione e i comuni colpiti. Diversi membri delle nostre guardie ecologiche sono inoltre impegnati direttamente sul territorio con la protezione civile, profondendo un forte impegno".


red/pc