Frana in Cadore: il bilancio delle vittime sale a 3, continuano ricerche

Le vittime, della frana e del fiume di fango che ieri sera ha sconvolto il Cadore, sono 3. Le squadre dei soccorritori continuano a cercare eventuali altre persone coinvolte. Il presidente del Veneto Luca Zaia assicura la massima allerta dei servizi regionali

È salito a 3 vittime il bilancio del nubifragio e della frana che ieri sera ha sconvolto San Vito di Cadore, nel bellunese. Con il rinvenimento, attorno alle 10.30, del corpo senza vita di un'altra persona nei pressi del cimitero di San Vito di Cadore, i morti sono quindi diventati 3 (due uomini e una ragazza). La frana si è staccata dal Monte Antelao, trascinando nel suo percorso anche diverse auto parcheggiate alla partenza della seggiovia San Marco, da una delle quali è stata tratta in salvo una giovane, mentre il marito, è stato trascinato a valle. Sulla lunghezza della frana continuano le ricerche dei soccorritori.

Il Presidente del Veneto Luca Zaia sta seguendo da ieri sera gli sviluppi della calamità e monitora in tempo reale la macchina dei soccorsi attraverso l'assessore alla Protezione civile Gianpaolo Bottacin, che ha la delega al Bellunese ed è sul posto da ieri sera, il comandante regionale dei vigili del fuoco Fabio Dattilo e il responsabile della Protezione civile e del Genio civile del Veneto.

Nel rivolgere le più sentite condoglianze ai congiunti delle vittime, Zaia ha assicurato la massima allerta di tutti i servizi regionali. La rete regionale degli aiuti e dei soccorsi in Cadore si è messa in moto tempestivamente: le squadre dei volontari della Protezione civile sono state subito attivate e i soccorritori e i mezzi del Suem sono sul posto da ieri sera.

"Purtroppo episodi di questi tipo - osserva Zaia - si stanno ripetendo con insistente frequenza su tutto il territorio nazionale a causa dei cambiamenti climatici, ma anche di un colpevole disinteresse verso il territorio. La vera emergenza nazionale, da aggredire senza se e senza ma, è la messa in sicurezza del suolo e la prevenzione del rischio idrogeologico. Avevamo visto giusto nel predicare da anni, in linea con il piano di interventi firmato dal professor Luigi D'Alpaos, meno cemento e più opere di difesa del suolo".


Redazione/sm