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Fuoco d'inverno. Non piove più, scatta l'emergenza incendi

Siamo all’inizio di febbraio. E a preoccupare non sono né il freddo né la neve. No, in queste prime settimane dell’anno, in pieno inverno, l’emergenza è legata agli incendi. Nel solo mese di gennaio sono 220 gli interventi in Piemonte, dove i Canadair sono al lavoro da tre giorni in Val Vigezzo. Secondo Coldiretti piove meno rispetto all’agosto scorso (-17%) e quello del 2015 è stato il dicembre meno piovoso dal 1800

Difficile abituarsi ai cambiamenti climatici. Eppure può capitare che nel bel mezzo dell’inverno, uno dei rischi più grandi non sia quello dovuto al ghiaccio e alla neve. No, qua stiamo parlando del pericolo incendi. Basta dare uno sguardo al Piemonte: dall'inizio del 2016 (e fino al 31 gennaio) gli interventi per incendi boschivi sono stati circa 220. Hanno visto il coinvolgimento di oltre 1.100 volontari del Corpo Aib Piemonte e circa 320 automezzi. Lo ha reso noto la Regione precisando che nella sola giornata di ieri, 4 febbraio, le squadre antincendio sono state impegnate su numerosi fronti nelle province di Cuneo (Bagnolo, Sampeyre), Torino (Lessolo), VCO (Val Vigezzo) Vercelli (Varallo Sesia). Oltre 30 interventi, con l'impegno di oltre 320 volontari e l'utilizzo di 100 automezzi. Proprio a Vigezzo sono al lavoro da tre giorni Canadair ed elicotteri alle prese con un vasto incendio che ha distrutto ettari ed ettari di bosco nei Comuni di Re, Malesco e Villette. Il forte vento della notte ha continuato ad alimentare il fuoco, che ieri aveva anche lambito alcune case. La situazione appare meno grave. Al lavoro numerose squadre di vigili del fuoco, antincendio boschivo e protezione civile. La strada statale 337 che porta in Svizzera è ancora chiusa. Intanto la Regione sottolinea che permane sul Piemonte lo stato di "massima pericolosità”.
Dai boschi torinesi della Val di Susa a quelli della Val Pellice di Cuneo, fino alla Val Vigezzo ai confini con la Svizzera sono scoppiati incendi favoriti dall'erba e dagli arbusti rinsecchiti dall'assenza di precipitazioni e dal vento. A lanciare l'allarme, in questo caso, è Coldiretti. La colpa? Tutta della siccità. Del resto a gennaio è caduto il 17% di acqua in meno rispetto di agosto, ma la differenza sale addirittura al 43% nel Nord Italia.
Secondo Coldiretti nel nostro paese sono caduti in media 51,1 millimetri di pioggia nel primo mese dell'anno dopo che il dicembre 2015 si è classificato come il meno piovoso dal 1800 (cioè da quando sono iniziate le rilevazioni). Il risultato è una drammatica siccità invernale con le montagne prive di neve che sono a rischio incendi, la natura è sconvolta con piante da frutta già fiorite anzitempo e manca l'acqua per le coltivazioni con grano, orzo, colza e farro in sofferenza mentre si teme per le prossime semine di barbabietole, mais e soia fondamentali per l'alimentazione del bestiame. “La situazione - aggiunge la Coldiretti - è preoccupante nei grandi laghi che si trovano prossimi ai minimi storici del periodo”. A preoccupare è inoltre la mancanza di neve sulle montagne.

red/gt