Giocare con la ProCiv
ecco il Rischiatrottolo

Luca Veltri, ideatore dei giochi educativi iniziati lunedì nella Comunità Montana del Mugello nell'ambito del progetto "Informa Forma Gioca", spiega al giornaledellaprotezionecivile.it come funzionano e quali sono gli obiettivi

Sono appena iniziati nella Comunità Montana del Mugello i giochi educativi del progetto "Informa Forma Gioca - Verso una cultura di protezione civile", realizzato da Dipartimento della Protezione Civile e UNCEM. Luca Veltri della QueSiTe srl (società che da alcuni anni svolge attività di consulenza e supporto agli enti locali in materia di protezione civile) e ideatore dei giochi, ha raccontato al giornaledellaprotezionecivile.it come si svolgono e quali sono gli obiettivi.

Come sono organizzati i giochi?
"I giochi sono 3 e hanno 3 diversi livelli di complessità a seconda delle 3 fasce d'età cui sono rivolti. Si sviluppano tra le 2, 3 ore di lezione e in questo arco di tempo gli studenti affrontano diverse tematiche legate alla protezione civile".

Il primo gioco, 'Il Rischiatrottolo', è destinato alla scuola primaria. Cosa fanno i bambini?
Giocando i bambini seguono due percorsi e incontrano rischi diversi, suddivisi in due grandi categorie di eventi: quelli ordinari, ad esempio un incidente stradale, e quelli che sono a tutti gli effetti eventi di protezione civile. L'emergenza da gestire viene introdotta attraverso il lancio di un dado, che indica il fattore di rischio: se si verifica l'emergenza bisogna capire chi deve intervenire e come viene gestita l'emergenza. Questo gioco permette inoltre di far capire ai bambini che ci sono comportamenti sbagliati che mettono a rischio la nostra vita e quella di coloro che vengono a salvarci".

Il gioco è iniziato lunedì. Come hanno risposto i bambini?
"Ai bambini piace: tutti giocano, nessuno viene escluso. Ogni bambino ha a disposizione 2 o 3 tessere del gioco, e intercettando tutte le emergenze ogni squadra arriva a muovere anche 50-60 carte di gioco. Finito il gioco poi c'è il dibattito sulla gestione dell'emergenza: chi interviene, perché, quali sono le scelte sbagliate... E' un gioco molto semplice, ma anche molto coinvolgente, che consente di trattare a 360 gradi temi legati alla sicurezza, dai piani di evacuazione da scuola fino agli eventi più catastrofici, passando per tematiche come i rischi antropici e naturali e la manutenzione dell'ambiente".

Come si svolge il secondo gioco, 'L'Isola dei Fiori di Tuono'?
"'L'Isola dei Fiori di Tuono' è un gioco di ruolo, rivolto alla scuola secondaria di primo grado, ed è centrato sul tema del rischio naturale. È ambientato in un'isola vulcanica, i cui abitanti si trovano a dover gestire degli scenari di rischio, ad esempio vulcanico o sismico. Su quest'isola non esiste attività di pianificazione, quindi è tutto legato all'istinto e alla capacità dei giocatori di condividere le informazioni che hanno: ogni studente ha la scheda di un personaggio e possiede delle informazioni indispensabili per la gestione dell'emergenza. La condivisione di queste informazioni è l'elemento fondamentale per la pianificazione e per la gestione dell'emergenza. Grazie a questo gioco i ragazzi capiscono l'importanza di fare previsione e pianificazione a monte".

L'ultimo gioco in programma si chiama 'Vai in PaniCOC'. Come funziona?
"'Vai in paniCOC' è la simulazione di un evento di protezione civile reale in un paese immaginario. Questo gioco è incentrato in particolare sul ruolo del sindaco e del COC - Centro operativo Comunale: la classe elegge il sindaco, che a sua volta sceglie i membri del COC in base ai profili attitudinali e caratteriali dei personaggi, mentre gli altri studenti interpretano i cittadini del paese, ognuno con i propri obiettivi spesso in antitesi con quelli degli altri. Questo genera conflitto e il sindaco deve gestirlo, rispondere ai cittadini, fare da mediatore, utilizzando inoltre il piano di protezione civile costruito secondo il Metodo Augustus".

Rispetto agli altri giochi, 'Vai in PaniCOC' sembra molto più complesso..
"Lo è, ma abbiamo visto che funziona molto bene a prescindere dall'indirizzo scolastico, perché permette di trattare diversi argomenti, come la protezione dell'ambiente, la manutenzione del territorio e la pianificazione territoriale. Inoltre è pensato per generare conflitto sociale: il gioco infatti non ha una soluzione, il suo obiettivo è scatenare il dibattito finale, il confronto su cosa ha funzionato e cosa no. Statisticamente i sindaci del gioco non vengono rieletti dai loro cittadini: la gestione sbagliata dell'emergenza fa perdere il posto al sindaco. La riuscita del gioco dipende molto dall'autorevolezza del sindaco: se è una figura carismatica, allora è in grado di governare i processi e le decisioni, se non lo è la classe prende il sopravvento, e lui non è più in grado di gestire l'emergenza. Come succede anche nella realtà".

Ha parlato di sindaci non rieletti in passato. Questi giochi sono già stati utilizzati in altre occasioni?
"I giochi sono già stati utilizzati con alcune centinaia di studenti in Piemonte, in Trentino, a Firenze e a Norcia durante un evento di protezione civile. I giochi sono brevettati e li abbiamo sperimentati su piccoli gruppi per avere la certezza che funzionassero e che fossero gestibili, al di là del contesto territoriale e dell'indirizzo scolastico. Questa esperienza rappresenta per noi un'occasione fondamentale per una sperimentazione su larga scala. Inoltre, ogni volta che facciamo un gioco facciamo compilare agli studenti un questionario di gradimento: possiamo così ottenere i numeri, il dato del gradimento e ovviamente anche le critiche, che ci permettono di migliorare.

Oltre a questi tre, avete realizzato altri giochi?
Sì, l'ultimo nato si chiama 'Vai in PaniCOM' e simula la gestione di un evento all'interno di un Centro Operativo Misto che coinvolge 5 comuni. Al momento è pronto solo il rischio idrogeologico, già sperimentato con successo in Piemonte. Ma si tratta di un gioco più complesso, destinato agli operatori piuttosto che agli studenti.

Come sono nati i giochi?
In occasione dei Giochi olimpici invernali di Torino abbiamo realizzato in via sperimentale i piani di protezione civile per alcune zone olimpiche, un progetto che poi ha generato due di questi giochi. Rischiatrottolo e Vai in PaniCoc derivano infatti da quest'attività di pianificazione e di gestione dell'emergenza. Ci siamo resi conti che poteva essere utile avere degli strumenti per intercettare alcune fasce d'età in maniera non tradizionale, quindi non con lezioni frontali ma con strumenti più innovativi.


Elisabetta Bosi