(Fonte foto: Cnsas)

Gli interventi Cnsas nel finesettimana

Molti gli interventi dei tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico in tutta Italia, specialmente in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Campania

Finesettimana intenso per i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico, che hanno effettuato molti interventi in tutta Italia.

In Friuli Venezia Giulia, sabato 24 agosto, sono stati due gli interventi della stazione Cnsas di Cave del Predil. La prima chiamata è arrivata alle 15.30 per una ciclista di Udine del 1973, B. (Nome) F. (Cognome), che aveva subito un grave trauma facciale cadendo in discesa lungo la strada sterrata con segnavia CAI 509 in Val Bartolo. La donna è stata subito soccorsa dal medico del Soccorso Alpino, fino all'arrivo dei sanitari dell'ambulanza che l'hanno poi affidata ell'elisoccorso - giunto nella piazzola di atterraggio dei Vigili del fuoco di Tarvisio. La donna è stata poi portata a Udine.

Poco dopo, intorno alle 16.40, gli stessi soccorritori si sono spostati sulla SS54 nella Galleria di Cave del Predil dove sono stati chiamati a supporto dei Vigili del Fuoco per un motociclista cecoslovacco del 1966 che aveva impattato con un altro mezzo subendo diversi traumi. La dinamica dell'incidente è al vaglio dei Carabinieri. L'uomo è stato trasportato all'ospedale di Tolmezzo.

In Veneto, sabato 24 agosto, poco prima delle 14 la Centrale del 118 è stata allertata per una persona precipitata dalla Ferrata del Marmol in prossimità della vetta della Schiara (BL). Purtroppo non c'è stato nulla da fare. Partito ieri mattina alle 7.30 dal Rifugio Settimo Alpini con altri sei connazionali, con i quali stava passando una settimana sulle Dolomiti con l'obiettivo di salire varie vie ferrate, un turista francese di 53 anni aveva percorso con il gruppo la Zacchi e proseguito poi per la Berti. Arrivati in cima alla Schiara verso le 13.30, gli escursonisti avevano iniziato la discesa sulla Marmol quando alle 13.45 circa, in un tratto esposto, al momento dello scambio dei moschettoni tra un fittone e l'altro, i compagni hanno visto l'uomo cadere di spalle nel vuoto. Al momento dell'incidente la parte alta della montagna era immesra nella nebbia, l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore dopo aver tentato di avvicinarsi da sud inutilmente, ha quindi trasportato in quota, attraverso due rotazioni, due squadre del Soccorso alpino di Belluno, sbarcandole poco sopra Forcella Nerville. Alla terza rotazione, essendosi aperto un varco, l'eliambulanza è riuscita ad entrare da sud, individuando il corpo dell'escursionista a circa 2.500 metri di quota, 150 metri sotto il punto in cui era caduto. Dopo aver sbarcato con un verricello tecnico di elisoccorso e un altro soccorritore bellunese, la salma è stata ricomposta e imbarellata, per essere poi trasportata a valle. Nel frattempo i sei soccorritori elitrasportati in quota avevano raggiunto il Bivacco Marmol, dove avevano trovato riparo i 6 compagni dell'uomo. L'elicottero è quindi tornato sulla Schiara e ha caricato a bordo i sei in hovering, accompagnati fino alla piazzola dell'ospedale, per poi tornare a prendere anche i sei volontari.

Sempre in Veneto, intorno alle 14.20 circa è stato attivato l'elicottero di Treviso Emergenza per un uomo caduto dalla propria mountain bike tra Malga Canidi (BL) e il Rifugio Boz. Al ciclista, C.N., 50 anni di Sedico (BL), sono state prestate le prime cure per il probabile trauma cranico riportato. Una volta imbarcato, l'infortunato è stato trasportato all'ospedale di Belluno.

Ancora in Veneto, stavolta domenica 25 agosto, intorno alle 11.45 la Centrale del 118 ha allertato il Soccorso Alpino di Verona per una famiglia in difficoltà nei boschi di Fumane. Lasciata la macchina a Molin del Cao, una coppia e il loro bimbo di 4 anni di Bussolengo (VR), ha imboccato il sentiero in direzione di Malga Biancari. Di lì a poco i due trentenni hanno però smarrito la traccia ritrovandosi in mezzo al bosco su un torrente in secca, quando il padre, che procedeva con il bambino in braccio, è scivolato in una scarpata per una decina di metri fermandosi assieme al piccolo su un terrazzino prima di un salto di roccia, senza fortunatamente conseguenze per il piccolo, con un probabile trauma alla caviglia il papà. La madre, in avanzata gravidanza, è rimasta in un posto sicuro e ha contattato il 118. Tramite l'applicazione per smartphone in dotazione al Soccorso Alpino e le coordinate ricevute dal cellulare, è stato geolocalizzato il punto in cui la coppia si trovava. Una prima squadra è subito partita e ha individuato il luogo calandosi da padre e figlio, dotando del proprio caschetto il bambino e coprendolo con indumenti caldi, mentre sopraggiungevano due soccorritori da Boscomantico. Sul posto sono poi arrivati altri due volontari, compreso un infermiere che si è subito sincerato delle condizioni dei due. Il bambino, che stava bene, è stato calato per primo lungo il salto di roccia e affidato alla madre. Entrambi sono poi stati riaccompagnati alla loro auto da una soccorritrice percorrendo a ritroso il sentiero seguito all'andata dalla famiglia. Di seguito è stato fatto scendere il padre, che alla base del salto è stato imbarellato. Presa la decisione più sicura e veloce di attraversare il bosco, la barella è stata spostata col sistema a portantina e calata con le corde nei punti più ripidi, per oltre 150 metri di dislivello in totale. I soccorritori hanno poi superato un ruscello senza acqua e risalito un prato fino alla strada, dove attendeva l'ambulanza e dove poco prima delle 16 è stato consegnato l'infortunato.

Ancora in Veneto, domenica attorno alle 17 l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è volato lungo il sentiero numero 212, sotto il Rifugio Faloria, dove un'escursionista tedesca era caduta ruzzolando per alcuni metri sul sentiero. Individuata grazie al messaggio di Georesq, lanciato da un componente del soccorso piste casualmente sul posto, la donna di 58 anni, che si trovava con il marito, è stata raggiunta da equipe medica e tecnico di elisoccorso sbarcati con un verricello di 20 metri. Prestatele le prime cure, i soccorritori l'hanno imbarellata e imbarcata sempre con un verricello per poi trasportarla all'ospedale di Belluno a seguito delle possibili contusioni riportate. Era presente anche il Soccorso alpino dei Carabinieri. Attorno alle 19 l'eliambulanza è stata poi inviata sulla Tofana di Rozes. Completata la Ferrata Lipella infatti, dopo aver raggiunto la cima una coppia di escursionisti di Loreo (RO), 45 anni lui, 40 lei, anziché rientrare sulle creste, aveva iniziato a scendere i ripidi gradoni ghiaiosi che danno verso il Rifugio Giussani, finché, impauriti, non erano più stati in grado di muoversi. Recuperati dal tecnico del Soccorso alpino di bordo con una doppia verricellata di 15 metri, i due escursionisti sono stati lasciati al Rifugio Dibona.

Sempre domenica, i tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico di Reggio Emilia sono intervenuti nel primo pomeriggio in località Prati di Sara (Villa Minozzo, RE), in aiuto di un escursionista infortunato ad una spalla. L'uomo, un sessantunenne residente in provincia di Reggio Emilia, era in compagnia di alcuni amici sul sentiero CAI 631, non distante dal bivio con il 625. L'uomo, scivolato mentre camminava, urtando violentemente una spalla, ha riportato con ogni probabilità una lussazione. Gli amici hanno chiamato telefonicamente la Centrale Operativa 118 Emilia Ovest, che ha disposto l'invio del Soccorso Alpino e dell'ambulanza di Villa Minozzo. I tecnici del Saer hanno raggiunto l'uomo e, dopo averlo stabilizzato lo hanno accompagnato in mezzo fuoristrada fino al Rifugio Monteorsaro, dove è stato affidato ai sanitari dell'ambulanza.

Si è concluso invece nella notte tra domenica e lunedì un intervento di ricerca (il terzo questa settimana) da parte del Soccorso Alpino e Speleologico della Campania. I tecnici sono partiti intorno alle 21.00 verso Castiglione dei Genovesi (SA) per una persona dispersa. L'uomo, uno straniero di circa 50 anni, voleva percorrere il sentiero in discesa dal Monte Tobenna, ma ha smarrito la strada ritrovandosi un una zona particolarmente impervia. Individuato e raggiunto dalle squadre del CNSAS, l'uomo è stato hanno riaccompagnato a valle utilizzando tecniche speleologiche e alpinistiche. Fortunatamente non è stato necessario l'utilizzo di alcun presidio sanitario. L'uomo è stato poi affidato alle cure dei sanitari del 118.

Infine, questa notte alle 2.15 la Centrale del 118 ha allertato il Soccorso Alpino di Belluno per un escursionista non rientrato da un lungo giro impegnativo in Valle del Mis. L'uomo, E.P., 41 anni di Camposampiero (PD), era partito in mattinata e aveva lasciato detto alla sorella l'itinerario ad anello che era intenzionato a fare. Lei, non vedendolo rientrare, preoccupata aveva lanciato l'allarme. Una squadra si è portata alla Soffia, dove i Carabinieri avevano ritrovato l'auto parcheggiata, per raccogliere assieme ai Vigili del fuoco tutte le informazioni utili. Un soccorritore e un vigile del fuoco sono quindi partiti in jeep per portarsi all'imbocco del sentiero, che hanno poi iniziato a percorrere chiamando a voce l'uomo, dal momento che tutta la zona è senza copertura telefobica. Nel frattempo veniva organizzata la ricerca a partire dalle prime luci, con il ritrovo alle 6 del Soccorso Alpino di Belluno e Feltre con unità cinofile, Centro mobile di coordinamento e altre Stazioni contermini in arrivo, Vigili del fuoco, Soccorso alpino della Guardia di Finanza e, alle 8, con il sorvolo dell'elicottero del Suem di Pieve di Cadore. Due squadre sono quindi partite per perlustrare nei due sensi opposti il giro ad anello. Per fortuna alle 7.30 l'escursionista, che stava bene, è arrivato alla macchina. Essendosi attardato sul sentiero, aveva preferito fermarsi col buio in una casera. Ai soccorritori ha riferito che nella notte aveva sentito i richiami e aveva provato a rispondere. L'allarme è quindi cessato e le squadre sono state fatte rientrare.

red/gp

(Fonte: Cnsas)