(Fonte foto: Cnsas)

Gli interventi del Soccorso Alpino nel finesettimana

Molti gli interventi, soprattutto in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e Abruzzo

Sono stati molti gli interventi del Soccorso Alpino effettuati nel finesettimana. Di grande rilevanza quello avvenuto domenica 30 in Veneto, vicino Cortina, in concomitanza con lo scoppio dell'incendio nella stessa zona. L'intervento è iniziato attorno alle 13, quando l'elicottero del Suem di Pieve di Cadore è intervenuto sotto la Croda del Pomagagnon a circa 1.800 metri di quota, per un'escursionista della Repubblica Ceca di 30 anni, che, volendo raggiungere Forcella Zumelle da Forcella Pomagagnon, aveva messo male un piede e si era procurata un probabile trauma alla caviglia. Recuperata con il verricello dal tecnico di elisoccorso, la ragazza è stata accompagnata al Codivilla. Pronti a intervenire in piazzola due tecnici del Soccorso alpino di Cortina.

A seguito delle segnalazioni di alcune persone, che dal Col Rosà avevano sentito un forte boato e poi visto alzarsi il fumo di un incendio, su richiesta dei Vigili del Fuoco, l'eliambulanza del Suem ha effettuato un veloce sopralluogo. La manovra ha verificato la presenza di una grande zona già alle fiamme, 600 metri sopra Ospitale, tra la Croda de R'Ancona e Zuoghi. Nella probabile zona dell'innesco, l'elicottero non ha però segnalato niente di evidente. Attualmente la situazione sembra migliorare.

Sempre in Veneto, alle 18.40 di ieri il Soccorso alpino della Val Pettorina è stato allertato dalla Centrale operativa del Suem per una famiglia in difficoltà, impossibilitata a proseguire per la presenza degli schianti in Valbona. Partiti da Franzei per un giro ad anello, nonno, figlia e nipotina di 8 anni di Vigonza (PD), al momento di scendere da Forcella Valbona e rientrare si erano trovati di fronte alcuni alberi abbattuti e una frana caduta dal versante. Temendo di mettersi in situazioni di rischio, la famiglia aveva chiamato il 118. Geolocalizzati grazie all'applicazione per smartphone in dotazione al Soccorso alpino, una squadra è salita in jeep fin dove è stato possibile, per poi proseguire una mezz'oretta a piedi. Una volta a destinazione, i soccorritori hanno aiutato la famiglia ad attraversare il torrente, prendendosi carico della bimba sul terreno franoso e sulle piante cadute. Una volta al fuoristrada, i soccorritori li hanno riaccompagnati alla loro auto nei pressi di Sottoguda.

Tragedia in Friuli Venezia Giulia, il cui ultimo atto si è concluso ieri pomeriggio intorno alle 16, con il recupero del corpo dell'escursionista tedesca caduta sabato pomeriggio nelle Alpi Giulie in un canalone delle Ponze, in territorio italiano. La donna, E. J. (nome) F. (cognome) del 1950, di Villingen, comune del Land del Baden - Württemberg, è precipitata per circa centocinquanta metri perdendo la vita. Era stata la sua compagna di gita, M. (nome) G. (cognome) del 1952, anche lei di Villingen, a chiamare i soccorsi in stato di shock. Le due donne erano partite dal rifugio Zacchi e, dopo la cosiddetta Porticina, avevano abbandonato la traccia principale per raggiungere una delle cime rocciose soprastanti, in un'area selvaggia e impervia.

Le ricerche, iniziate sabato 29 e riprese ieri mattina all'alba da parte della stazione di Cave del Predil del Soccorso Alpino e Speleologico, sono state effettuate assieme al soccorso della Guardia di Finanza, con lo scopo di condurre le indagini ed effettuare rilievi. Appena c'è stata luce sufficiente, sono iniziate anche le perlustrazioni dall'alto, con l'elicottero  della Protezione Civile slovena e quello della Protezione Civile italiana. Intorno alle 12.50 si è riusciti ad individuare la posizione della donna grazie ai colori dei suoi abiti. La donna era caduta in un canale profondo una settantina di metri sotto una parete verticale di rocce molto friabili e instabili. Valutata la situazione e il luogo pericoloso, è stato concordato con l'elicotterista della Protezione Civile italiana di contattare un elicottero dalla capacità tecnica superiore ed è stato chiesto l'intervento dell'EC145 della centrale operativa di Udine. Con questo velivolo si è potuta effettuare un'accurata perlustrazione del canale con calate di verricello di cinquanta metri per individuare il punto meno pericoloso per effettuare un ancoraggio di sicurezza sulla parete instabile: tutte le operazioni di recupero sono state molto delicate e hanno impegnato fortemente i tecnici in parete, che si sono esposti a un grande rischio. Una volta attrezzata la sosta con ancoraggio sulla roccia, si è potuto effettuare il recupero della salma. Le operazioni hanno coinvolto una ventina di uomini, otto dei quali nella zona pericolosa.

Sempre in Friuli Venezia Giulia, la stazione Valcellina del Soccorso Alpino e Speleologico domenica 30 era stata allertata intorno alle 20.40 dalla Sores per due alpinisti in difficoltà sulla parete est della Croda Cimoliana, nelle Dolomiti Friulane. Pare che i ragazzi avessero comunicato ai genitori di non riuscire a proseguire il percorso, e che questi ulttimi abbiano poi avvisato il NUE112. Considerata l'ora tarda e le effemeridi scadute, non è stato possibile portare il personale di soccorso sul posto prima di sera. L'intervento fortunatamente si è concluso questa mattina alle 6.30, con il recupero dei due alpinisti bloccati. I due giovani rocciatori F. (nome) C. (cognome) maschio, del 1980 di Padova e T. R. femmina del 1991 di Castelfranco Veneto avevano salito ieri la via Berto Pacifico alla Croda Cimoliana e al ritorno, scendendo lungo la via normale, avevano sbagliato percorso – come accaduto già ad altre cordate in passato – addentrandosi sulla parete est della cima, quella più difficile, lungo la quale non si potrebbe scendere se non con martello e chiodi in grado di attrezzare delle calate in corda doppia. I ragazzi hanno trascorso la notte ad una quota di circa 2200 metri su una cengia - un camminamento orizzontale sospeso sulla parete - larga un paio di metri. Al momento del recupero, sono stati trovati fortunatamente in buone condizioni - date anche le temperature non rigide. I tecnici del Soccorso Alpino sono stati sbarcati in parete dall'elicottero della Protezione Civile arrivato in base poco prima delle 6, a una ventina di metri dai due rocciatori, e li hanno aiutati a salire a bordo uno alla volta portandoli al Rifugio Pordenone con due rotazioni. Lì, ad attenderli, c'erano i genitori della ragazza. All'intervento in parete hanno preso parte sei tecnici, quattro in base e due in parete.

Due interventi nel primo pomeriggio di sabato 29 giugno in Emilia Romagna, quando i tecnici del Soccorso Alpino Emilia Romagna della stazione Monte Cimone sono intervenuti sui sentieri sopra a Capanno Tassoni (Fanano) per soccorrere un'escursionista 60enne bolognese infortunatasi mentre percorreva il sentiero 415 Cai. L'incidente è avvenuto verso le 15.30: la donna è scivolata mentre camminava, e nella caduta in avanti ha picchiato violentemente la testa a terra, accusando un trauma cranico commotivo. Grande apprensione per gli altri escursionisti che erano con lei, perché in un primo momento la donna aveva perso conoscenza. Rapidamente raggiunta dalla squadra in pronta partenza del Saer stazione Monte Cimone, è stata stabilizzata dall'infermiere e condotta in barella dai tecnici in un'area dove è stato possibile verricellarla con l'elicottero 118 giunto da Pavullo, data l'impossibilità di atterraggio nella zona fitta di vegetazione. È stata quindi condotta all'ospedale Maggiore di Bologna in condizioni di media gravità.

Sempre nel primo pomeriggio di sabato 29 giugno, i tecnici del Soccorso Alpino Emilia Romagna sono intervenuti al Lago Scaffaiolo, nella zona di confine tra le province di Bologna e Modena. Gli operatori della Stazione Corno alle Scale sono stati contattati telefonicamente dal gestore del Rifugio Duca degli Abruzzi al Lago Scaffaiolo, per un'escursionista infortunata ad un arto inferiore. I tecnici hanno così raggiunto in fuoristrada la giovane, una ventiseienne residente nella Repubblica di San Marino, e dopo aver immobilizzato l'arto la hanno condotta su mezzo del Saer fino alla località Le Polle, dove è stata affidata ai sanitari dell'ambulanza di Lizzano in Belvedere.

Ancora in Emilia Romagna, nel pomeriggio di domenica 30 giugno, i tecnici del Soccorso Alpino sono stati allertati per una caduta in bicicletta di un uomo, in zona Roccette, poco sotto la cima del Monte Cusna. L'uomo, un cinquantaseienne residente in provincia di Reggio Emilia, stava scendendo in sella alla propria Mountain bike dalla sommità del Cusna, quando ha perso il controllo del mezzo rovinando per circa 150metri in una zona particolarmente ripida. Alcuni passanti che hanno assistito alla scena hanno attivato i soccorsi e in pochi minuti sono arrivati sul posto i tecnici del Soccorso Alpino e i sanitari di Eliparma. Viste le condizioni particolarmente impervie e l'impossibilità di ingaggiare Elipavullo, impegnato in un altro intervento, è stato attivato un velivolo dei Vigili del Fuoco. Verricellato e trasportato a Febbio 2000, il ferito è stato affidato al personale di Eliparma e quindi trasportato all'Ospedale Maggiore di Parma con alcuni traumi alla schiena ed alcune escoriazioni.

In Abruzzo, invece, è avvenuto un incidente sempre nella giornata di domenica 30 giugno, in parete sull’anticima Nord della vetta Orientale del Gran Sasso. Il primo di una cordata di alpinisti romani, precipitando, si è infortunato al quarto tiro della via alpinistica Alletto-Cravino. Si è reso necessario l’intervento dei tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico e dell’elisoccorso del 118 dell’Aquila. L’elicottero, allertato dal rifugio Franchetti, ha imbarcato ai Prati di Tivo i tecnici del Soccorso Alpino della stazione di Teramo e li ha elitrasportati direttamente in parete. L’alpinista romano, ferito ma non in pericolo di vita, è stato quindi trasportato all’ospedale San Salvatore dell’Aquila.

È invece di questa mattina, intorno alle 7, l'intervento congiunto della stazione di Trieste del Soccorso Alpino e Speleologico assieme ai Vigili del Fuoco. La chiamata è arrivata alle 6.45 dalla SORES per un uomo del 1950 residente a Duino Aurisina, R. (nome) H. (cognome). L'uomo, scendendo lungo il sentiero del Pescatore che dalla scuola media di Aurisina scende verso la Costiera, è caduto fratturandosi una caviglia. Sul posto sono giunti i volontari del Soccorso Alpino, l'ambulanza da Monfalcone e i Vigili del Fuoco. Si è deciso di recuperare l'uomo verso l'alto con l'impiego della barella Toboga dei Vigili del Fuoco. Immobilizzato l'infortunato sul posto e caricato sulla barella, il ferito è stato trasportato a braccia lungo il sentiero fino al parcheggio e caricato sull'ambulanza. L'intervento si è concluso intorno alle 8.

red/gp

(Fonte: Cnsas)