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Il maltempo in Veneto non è finito, Zaia:"serve piano Marshall"

La Protezione Civile ha previsto ancora pioggia e allerta idraulica arancione per il Bacino Po, Fissero-Tartaro-Canal Bianco e Basso Adige nella giornata di oggi. Zaia propone di lanciare un piano di investimenti italiano a tutela del dissesto idrogeologico

L'ondata di maltempo che ha messo gran parte del Veneto sottacqua non è ancora finita. Ma il presidente della Regione guarda avanti ed afferma che la soluzione è la prevenzione, tanto che pochi giorni fa ha dichiarato che in Italia servirebbe "un piano Marshall a tutela del dissesto idrogeologico"

Ancora piogge
Secondo l'avviso di criticità emesso dalla Protezione Civile nel pomeriggio di ieri, domenica 19, oggi sono di nuovo attese precipitazioni anche importanti nel Veneto. I Due giorni di tregua dalla pioggia non sono però bastati per far defluire l'acqua accumulata nei campi. Per questo torna l'allerta idrogeologica che segnala piogge dalle 14 di ieri domenica 19 maggio, fino alle 20 di oggi, lunedì 20, con punte di 100 millimetri. In particolare l'allerta è arancione per il Bacino Po, Fissero-Tartaro-Canal Bianco e Basso Adige. In tutto il tratto veneto, il Po è particolarmente alto e supera la seconda soglia. Criticità idraulica gialla è invece stata emessa per i bacini: Basso Brenta-Bacchiglione; Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna; Livenza, Lemene e Tagliamento. Nel Veronese, si attendono abbondanti piogge in Lessinia, con innalzamento dei torrenti a valle. Nel Padovano, le amministrazioni comunali stanno distribuendo sacchi di sabbia ai residenti, per riparare al meglio le abitazioni. A Rovigo è partita la conta dei danni alle coltivazioni, in particolare mais, soia e frumento. Nel Vicentino monta la polemica dopo l'esondazione dell'Oròlo a Isola. Il torrente non era stato pulito, era pieno di rami e vegetazione: una corretta manutenzione avrebbe forse evitato il peggio. 


La situazione post alluvione 
In generale sulla situazione post alluvione i tecnici di Avepa, Agenzia veneta per i pagamenti nel settore agricolo, hanno constatato che ad essere colpite in modo considerevole dalle piogge alluvionali sono state "le coltivazioni soprattutto dei territori della bassa padovana, della bassa veronese e del vicentino". Zone molto vaste e a macchia di leopardo dove i tecnici di AVEPA si recano tutti i giorni constatando che l’acqua è ancora presente. "Ce ne è talmente tanta che i fiumi e i terreni non riescono a riassorbirla. Non defluisce, al massimo si sposta a zone ma senza rientrare negli alvei o sotto terra. Una massa d’acqua continua in movimento” spiega il Presidente della Regione del Veneto. “La preoccupazione è per le colture in sofferenza - interviene il Commissario Straordinario di AVEPA Fabrizio Stella -: innanzitutto le orticole come la patata e la cipolla che sono andate sotto acqua subendo l’asfissia radicale, cioè la mancanza di ossigeno per potersi sviluppare. Se l’acqua non defluisce, sono queste le coltivazioni che per prime perderemo. In sofferenza anche le frutticole, anche perché l’accesso nei campi è inibito dagli allagamenti ed è impossibile procedere con i trattamenti fito-sanitari. La situazione è comunque seguita attentamente. Quello che possiamo fare al momento e che stiamo facendo con la nostra presenza fattiva sul territorio alluvionato è raccogliere tutte le informazioni in vista della elaborazione dei danni da ristorare in un momento successivo. Questi dati sono fondamentali anche per pianificare futuri interventi di mitigazione”.

Serve un "Piano Marshall"
Di fronte agli eventi di settimana scorsa Zaia non ha dubbi, come ha dichiarato più volte in questi giorni di emergenza iniziati mercoledì scorso 15 maggio: si tratta di "fenomeni straordinari". Un fatto confermato anche dalle analisi dell'Università di Padova che ha parlato di un evento meteo che no accadeva da 300 anni. Il presidente ha fatto comunque notare come anche di fronte all'eccezionalità dei quantitativi di pioggia caduta in questi giorni, la Regione sia risucita ad "evitare un disastro". Questo anche grazie al fatto, ha continuato Zaia, che qui ci si è resi conto che: "il clima che sta cambiano e i modelli matematici e gli algoritmi per gestire l'idraulica in Veneto sono adeguati costantemente". Un percorso, quello dell'aggiornamento dei sistemi idraulici, che ha portato il presidente a ricordare che "il Veneto è la regione in Italia che ha realizzato più opere idrauliche in questi 14 anni (dall'alluvione del 2010 ndr) e può essere un riferimento a livello nazionale per tutto quello che si è fatto e si farà". Ma tutto ciò non basta. Così il presidente ha spiegato di essere disposto a fare nuovi investimenti per "almento un miliardo di opere, soprattutto di rinforzi arginali". Ma Zaia pensa che la stessa strada debba essere percorsa anche a livello nazionale: "l'Italia dovrebbe scegliere un piano Marshall a tutela del dissesto idrogeologico: è inutile andare avanti a pagare danni, meglio andare avanti a pagare opere". 


Red/cb
(Fonte: RaiNews, Ansa, Regione Veneto)