In Italia 6,63 milioni di volontari, il 22% sono laureati

Una indagine a tutto tondo sul mondo del volontariato ha fornito dati molto interessanti ed ha permesso di tracciare un profilo degli oltre 6,6 milioni di cittadini che ogni giorno dedicano gratuitamente il loro tempo agli altri

E' stata pubblicata ieri da Istat, CSVnet e Fondazione Volontariato e Partecipazione la prima quantificazione del lavoro volontario che fornisce un quadro completo sul fenomeno del volontariato in Italia e tratteggia le caratteristiche di chi vi si dedica.
Secondo il report "Attività gratuite a beneficio di altri" i volontari stimati operativi sono 6,63 milioni di cui 4,14 attivi in organizzazioni. Il Nord Italia segna il record di tasso di volontariato (16%) e il Sud che ne ha uno più basso (8,6%).

Dallo studio emerge una percentuale molto più alta di volontari fra chi ha conseguito un titolo di studio più alto come la laurea (22,1%) e inferiore fra chi ha la licenza elementare (6,1%), così come si racconta di un volontariato sempre più appannaggio di chi ha situazioni occupazionali stabili (14,8%) e chi vive in famiglie agiate (23,4%). Il report evidenzia anche il ruolo fondamentale di donne e anziani nelle attività di aiuto non organizzate e quantifica in 19 il monte ore (calcolate su quattro settimane) che in media gli italiani svolgono in volontariato. Coincidono, se quantificate con il criterio del monte ore lavorativo, con circa 875.000 unità occupate a tempo pieno.
La rilevazione sul lavoro volontario è stata fatta nel contesto dell'indagine multiscopo "Aspetti della vita quotidiana" del 2013 che ha ospitato un modulo di approfondimento per implementare il manuale OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) sulla misurazione del valore economico e sociale del lavoro volontario. Si tratta della prima rilevazione sul lavoro volontario armonizzata agli standard internazionali. Nel report si fa riferimento ad un'accezione ampia di volontariato, non legata solo alla partecipazione ad un'organizzazione del terzo settore, ma anche in comitati, movimenti, gruppi informali e altro.

La rilevazione sul lavoro volontario è stata fatta nel contesto dell'indagine multiscopo "Aspetti della vita quotidiana" del 2013 che ha ospitato un modulo di approfondimento per implementare il manuale OIL sulla misurazione del valore economico e sociale del lavoro volontario. Si tratta della prima rilevazione sul lavoro volontario armonizzata agli standard internazionali. Nel report si fa riferimento ad un'accezione ampia di volontariato, non legata solo alla partecipazione ad un'organizzazione del terzo settore, ma anche in comitati, movimenti, gruppi informali e altro.

"Grazie a questa indagine siamo in grado di meglio conoscere i ‘profili' di quei milioni di cittadini che ogni giorno spendono gratuitamente il loro tempo per gli altri - afferma Stefano Tabò, presidente di CSVnet, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato. Il fatto che 4 milioni di questi preferiscano impegnarsi in organizzazioni strutturate dimostra come il volontariato sia ormai un fenomeno maturo e radicato in tutto il paese. La possibilità di equiparare i dati agli standard internazionali non può che accrescere il valore della ricerca, primo frutto di una intelligente collaborazione con Istat e Fondazione Volontariato e Partecipazione".

"La quantificazione del lavoro volontario in Italia - commenta il presidente della Fondazione Volontariato e Partecipazione Alessandro Bianchini - fornisce dei numeri che fanno comprendere più a fondo cosa rappresenti oggi in Italia il volontariato e quali sono i suoi tratti distintivi, senza togliere importanza al valore dell'aspetto umano e relazionale del volontariato stesso".

"Con questa indagine il nostro Paese fa un importante passo in avanti nella comprensione del fenomeno volontario e vengono messi a disposizione dei preziosi strumenti per attuare politiche a tutti i livelli che lo valorizzino - Edoardo Patriarca, presidente del Centro Nazionale per il Volontariato ". La ricerca rappresenta la prima sperimentazione italiana del Manuale ILO sul lavoro volontario.
"La misurazione del lavoro volontario - aggiunge Patriarca - quantifica in maniera dettagliata il fenomeno, misurandolo dal punto di vista del valore occupazionale. I risultati sono interessanti e si dimostra ancora una volta la solidità del fenomeno volontario la cui caratteristica principale risiede nel valore relazionale e solidale della propria opera. Senza snaturare questa chiave di lettura del volontariato, che è fondamentale e lo si nota anche osservando i dati sulle motivazioni dei volontari italiani, la sperimentazione del metodo ILO dà ulteriori e concreti spunti di approfondimento, e fornisce - una motivazione strutturale in più per andare avanti con la riforma del terzo settore lanciata dal governo.

red/pc
(fonte: FVP - CSVnet)