In Umbria un'azienda realizza sensori biodegradabili per allevamento, agricoltura e monitoraggio terremoti

La Luna Geber Engineering, fondata da giovani ingegneri, ha progettato innovativi sensori a basso costo. Concretizzando un progetto che dura da più di dieci anni

Sono passati più di dieci anni dalla prima ricerca di Luca Roselli, professore associato di Elettronica all'Università di Perugia, sui sensori innovativi realizzati su materiali non convenzionali, e soprattutto riciclabili, come fogli di cellulosa. Se nella prima metà degli anni Duemila lo studio non trovò applicazione pratica, oggi grazie a Luna Geber, uno spin off nato dall'ateneo perugino, è diventato un prodotto pensato per il monitoraggio aziendale dalle grandi potenzialità. “Quando abbiamo cominciato a fare ricerca per sviluppare circuiti elettronici su carta, metà delle persone che ci ascoltavano si metteva a ridere. Poi però le cose sono cambiate e in nostro favore, anche perché se non si rispetta l'ambiente non si va da nessuna parte", ha raccontato Luca Roselli.

Si tratta di sensori a basso costo e a basso consumo, fatti di carta e compostabili al 95%, per controllare lo stato di salute delle piante, per parlare con gli animali di un allevamento, per monitorale monumenti ed edifici dopo una scossa di terremoto. Ma i campi di applicazione possono essere molteplici, in base alle esigenze delle singole aziende. La scintilla è nata dall'incontro tra Roselli, che da sempre ha "il pallino del trasferimento tecnologico dalla ricerca al prodotto" e tre giovani laureandi in Ingegneria elettronica dalla mentalità imprenditoriale. Gianmaria Bernacchia, 27 anni, Natascia Carlini, 26 e Fabio Gelati, 26, in fase di scelta della tesi di laurea, un anno fa, cercavano un tema che potesse consentire il trasferimento del proprio know how in un prodotto industriale ed hanno trovato terreno fertile negli studi di Roselli. Tramite un'analisi delle necessità delle aziende della regione, hanno iniziato a elaborare prototipi di sensori biodegradabili per l'agricoltura, l'allevamento e l'edilizia.

Una volta laureati, tutti con 110 e lode, i neo ingegneri hanno fondato con Luna Geber engineering (dal nome di un cratere lunare dedicato ad un alchimista persiano), uno spin off dell'Università di Perugia che da gennaio si costituirà srl ed entrerà a pieno titolo nel mercato.

"In agricoltura possiamo posizionare i sensori sulla pianta e sul suolo per misurare parametri ambientali utili all'agricoltura di precisione, come la temperatura - spiega Gianmaria Bernacchia - ma la grande novità sta nel fatto che sono fatti di cellulosa, quindi organici e compostabili: si possono disperdere su un terreno e lasciarli lì senza ricadute negative per l'ambiente". I sensori sono flessibili e quindi personalizzabili in base alle esigenze delle aziende. "Per gli allevatori, ad esempio - continua – è importante monitorare quanto e dove gli animali camminano e prevenire la predazione da parte della fauna selvatica. Noi possiamo installare i sensori direttamente sull'animale per rilevarne il comportamento. Li abbiamo provati sulle oche: il sensore riconosce il suo comportamento anomalo e avverte l'allevatore che una volpe si sta avvicinando".

Il prezzo molto basso di questi sistemi consentirebbe anche a enti locali e proprietari di case di utilizzarne una grande quantità per il controllo degli edifici dopo le scosse di terremoto, con diversi benefici. "Oggi non è possibile fare un monitoraggio in tempo reale delle strutture, a causa del numero limitato di sensori - afferma l'ingegnere - con il nostro sistema che permette di installarne tanti si possono monitorare i mutamenti dinamici della struttura secondo per secondo". Luna Geber ha vinto la Start cup Umbria 2018, una competizione dedicata alle migliori idee imprenditoriali elaborate in ambito universitario ed è arrivata tra i primi quattro della propria categoria al Premio Nazionale per l'Innovazione 2018.

I giovani ingegneri hanno già avviato collaborazioni con le aziende del settore, con l'Istituto zooprofilattico, il dipartimento di Scienze agrarie e alimentari e quello di Ingegneria civile e ambientale. Ora entreranno nell'incubatore universitario per start up che nascerà a Perugia nei prossimi mesi e parteciperanno a bandi europei per accedere a nuovi fondi. "L'idea piace a diversi stakeholders di natura finanziaria e a molti potenziali clienti - sottolinea Roselli - il potenziale di mercato è immenso e la bicicletta è pronta a pedalare". Obiettivi per il primo anno di attività? "Identificare nicchie disponibili a investire in questo sviluppo, per garantire la sostenibilità della crescita". Lo spirito con cui Luna Geber lavora, ne è convinto Roselli, è "quello giusto. La chiave per fare ricerca trasferibile al mondo dell'industria è capire cosa serve al mondo nei prossimi dieci anni".

red/gp

(Fonte: AGI)