Incendio a Citta' della Scienza: indagato uno dei custodi

Nell'ambito dell'inchiesta aperta dopo il rogo che il 4 marzo 2013 distrusse Città della Scienza a Napoli, la Procura partenopea ha deciso di approfondire le indagini su uno dei custodi al lavoro quella sera

Dopo oltre un anno di indagini dal devastante incendio che bruciò Città della Scienza a Napoli il 4 marzo 2013, la Procura partenopea ha inserito una persona nel registro delle notizie di reato. Si tratta di un addetto alla sorveglianza del grande polo scientifico che al momento è indagato per possibile incendio doloso. Al termine degli accertamenti e delle indagini preliminari, i pubblici ministeri che seguono l'inchiesta valuteranno se richiedere al G.I.P. (giudice per le indagini preliminari) l'emissione del decreto di archiviazione, perchè le indagini non hanno portato a nulla, oppure la prosecuzione dell'azione penale.

Secondo le indiscrezioni, tra gli elementi che avrebbero indotto i p.m. a sospettare il coinvolgimento del custode nel rogo di Città della Scienza - e quindi a voler indagare più approfonditamente - ci sarebbero una serie di particolari in contrasto con la versione fornita dal collega dell'indagato. I due avrebbero dovuto effettuare l'ultimo controllo alle 22.20, ma l'indagato si sarebbe offerto di svolgere l'ispezione alle 21.20, pochi minuti prima che si sviluppasse l'incendio (che non fu segnalato dagli addetti ma da alcuni pescatori che si trovavano poco distanti dalla spiaggia). Il sospettato poi avrebbe annotato sul registro un orario diverso, le 22.20, orario tra l'altro in cui il fuoco aveva già distrutto un vasto settore del sito. Secondo altre indiscrezioni, gli inquirenti starebbero anche verificando presunti collegamenti tra l'indagato ed esponenti della malavita della periferia occidentale di Napoli. Al custode, che in un'intervista fatta da La Repubblica si dichiara innocente e non coinvolto nei fatti, sarebbe contestato anche di aver agito per il raggiungimento di finalità mafiose.

Infine l'inchiesta dei p.m. mira anche ad accertare presunte irregolarità dei fondi destinati alla Fondazione Idis che gestisce Città della Scienza.


Redazione/sm