La nuova scuola Francesco Jovine e il Centro Professionale e Universitario "Le Tre Torri" di San Giuliano di Puglia (foto:ENEA),

Isolamento sismico delle scuole: garantito il rischio zero?

L'isolamento sismico è una delle tecnologie attualmente disponibili per proteggere gli edifici dagli effetti di un terremoto: sono protette le scuole italiane dal punto di vista sismico? Questa tecnologia se applicata agli edifici scolastici può garantire il rischio zero? Lo abbiamo chiesto all'Ing. Alessandro Martelli, Presidente ISSO e GLIS

ICNG, Consiglio Nazionale dei Geologi ha condotto uno studio su dati  Cresme,  ISTAT e della Protezione civile, dal quale risulta che in Italia 27.920 edifici scolastici sono in aree ad elevato rischio sismico; di esse 4.856 si trovano in Sicilia, 4.608 in Campania, 3.130 in Calabria (il 100% del totale), 2.864 in Toscana, 2.521 nel Lazio. Inoltre, ad elevato rischio idrogeologico sono ben 6.122 scuole, di cui 994 in Campania, 815 in Emilia-Romagna e 629 in Lombardia. Quanto sopra è confermato dagli stessi dati del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca pubblicati di recente a seguito dei risultati dell'anagrafe dell'edilizia scolastica.

Fra le tecnologie oggi disponibili per rendere sicuro dal punto di vista sismico un edificio scolastico, c'è quella dell'isolamento sismico, che permette a un edificio di sostenere senza danni terremoti anche distruttivi: l'inserimento tra la costruzione e le sue fondazioni di dispositivi di appoggio detti appunto isolatori che 'filtrano' l'emergia sismica, consente alla costruzione di assorbire facilmente i movimenti orizzontali del terreno di fondazione.
La prima applicazione moderna dell'isolamento sismico su un edificio scolastico si è avuta negli anni 60 a Skopje (Macedonia) dove un ingegnere svizzero realizzò la prima scuola resa antisismica grazie a tale tecnologia.  In Italia il primo esempio di scuola costruita con l'isolamento sismico risale al 2008 a San Giuliano di Puglia, dove, con la tecnica, fu ricostruita la scuola elementare Francesco Jovine, crollata durante il terremoto del Molise e della Puglia del 31 ottobre 2001. Il collaudo statico in corso d'opera si questa scuola fu affidato all'Ing. Martelli di Bologna e all'Ing. Claudio Pasquale di Campobasso. Nel 2010 l'Ing. Martelli eseguì in prima persona il collaudo statico in corso d'opera anche della prima scuola isolata sismicamente dell'Emilia-Romagna, a Marzabotto, in provincia di Bologna.

L'Ing. Alessandro Martelli, Direttore del Centro Ricerche di Bologna dell'Enea fino a novembre 2012 quando ha lasciato l'incarico per andare in pensione,  ora, in qualità di Presidente delle associazioni tecnico-scientifiche ISSO (International Seismic Safety Organization) e GLIS (GLIS - Isolamento ed altre Strategie di Progettazione Antisismica), continua ad occuparsi di sicurezza nelle scuole, partecipando ed organizzando iniziative e convegni su questo tema, con particolare riferimento alla promozione della corretta applicazione dell'isolamento sismico. Questa  tecnologia, come lui stesso ci spiega "garantisce l'integrità assoluta delle costruzioni ('contenuti' compresi) durante il terremoto e, grazie alla lentezza delle vibrazioni su di esse indotte, minimizza il panico".

Chiediamo quindi all'Ing. Martelli qual'è oggi la situazione della scuole italiane dal punto di vista della sicurezza strutturale: sono sicure le scuole nel nostro Paese?
"Per quanto riguarda la vulnerabilità sismica, è assodato che, in Italia, almeno il 70% del costruito non è in grado di sopportare i terremoti a cui potrebbe venire soggetto. Purtroppo, un dato molto prossimo si applica anche alle scuole. Come si evince poi dai dati Cresme, ISTAT e della Protezione civile, numerosi edifici scolastici, sono soggetti anche ad altri rischi. Ad essi si aggiungano quelli anche di carattere meramente statico: basti ricordare, ad esempio, la morte del giovane Vito Scafidi nel 2008, dovuta al crollo del contro-soffitto della sua aula del Liceo Scientifico Darwin di Rivoli (Torino) e simili incidenti avvenuti più recentemente altrove (Ciampino nel 2012, ecc.), che solo per pura fortuna non hanno causato vittime."


Quali sono attualmente le tecnologie antisismiche applicabili agli edifici scolastici?
"Ritengo che, per proteggere gli edifici scolastici di nuova costruzione, al giorno d'oggi dovrebbe essere sempre utilizzato l'isolamento sismico, perché si tratta della tecnologia più efficace attualmente disponibile e perché essa risulta sempre applicabile nelle nuove realizzazioni, a meno che il terreno non sia troppo soffice. Comunque, per quanto riguarda i sistemi antisismici, oltre quelli d'isolamento sismico, sono disponibili (ed applicati pure in Italia) quelli di dissipazione d'energia. I dissipatori sono un po' meno efficaci degli isolatori, ma sono spesso utilizzabili anche in casi nei quali l'isolamento sismico non è utilizzabile, in particolare nel caso di terreni soffici o per interventi sull'esistente, quando manchino o non siano realizzabili giunti strutturali trasversali di larghezza sufficiente, cioè quelli "spazi" orizzontali, rispetto ad edifici adiacenti (di larghezza - in Italia - di qualche decina di centimetri), che sono indispensabili per permettere il libero movimento trasversale della parte dell'edificio - "sovrastruttura" - che è sorretta dagli isolatori)".

Quanto costa una scuola protetta dall'isolamento sismico?
"Il costo di costruzione aggiuntivo dovuto all'uso dell'isolamento sismico dipende, in Italia, da vari fattori, in particolare della pericolosità sismica del sito dove sorge la costruzione (accelerazione massima del terreno, ecc.), dall'altezza dell'edificio e dalle sue eventuali asimmetrie in pianta ed in alzato. Infatti, la normativa sismica italiana permette, in fase di progetto, di tener conto parzialmente, nel progetto di un edificio isolato, della riduzione delle forze sismiche su di esso agenti, operata dal sistema d'isolamento. Ciò porta a diminuzioni di costo della sovrastruttura, che sono tanto più consistenti quanto maggiore è la pericolosità sismica del sito e quanto più alto è l'edificio. Inoltre, l'isolamento sismico permette (attraverso una sua opportuna progettazione) di minimizzare gli effetti torsionali dovuti alle asimmetrie in pianta, consentendo così di evitare, ad esempio, l'inserimento di setti d'irrigidimento e/o suddivisioni della costruzione in più edifici. Quest'ultima osservazione vale anche per le asimmetrie in alzato, che risultano ininfluenti, dato che la sovrastruttura isolata si muove quasi come un "corpo rigido".
Grosso modo, in base all'esperienza che ho acquisito grazie alla mia attività di collaudatore in corso d'opera di strutture con isolamento sismico, posso dire che, per edifici anche privi di particolari asimmetrie, i costi aggiuntivi di costruzione dovuti all'uso della tecnica suddetta si annullano per realizzazioni di 5 piani situate in aree di media sismicità (ex zona sismica 2). Per aree più sismiche od edifici più alti o maggiormente asimmetrici, quindi, l'isolamento sismico comporta, in Italia, addirittura un risparmio nei costi di costruzione.
Però, soprattutto per edifici come le scuole (ma anche gli ospedali od altre strutture strategiche o pubbliche), i costi aggiuntivi di costruzione dovuti all'isolamento sismico, quand'anche esistenti, sono pur sempre molto limitati: ad esempio, per la nuova scuola di Marzabotto, situata in una zona considerata di bassa sismicità (ex zona sismica 3) e certamente non di grande altezza, l'isolamento sismico è costato 96.000 euro, sui 5 milioni complessivi della scuola.
In ogni caso, tengo a sottolineare che, anche facendo un discorso di carattere meramente economico (cioè omettendo di considerare il beneficio principale dell'isolamento sismico, cioè l'elevata sicurezza), occorrerebbe non limitarsi a considerare i costi di costruzione, bensì estendere il ragionamento ad un bilancio completo, che tenga conto anche dei costi di riparazione (se non di demolizione e ricostruzione), di delocalizzazione delle attività scolastiche, ecc., che un edificio fondato convenzionalmente richiede usualmente dopo un violento terremoto: se si fa questo bilancio, l'isolamento sismico risulta sempre conveniente per qualsiasi tipo di struttura, anche dal punto di vista economico".

Come si impara oggi in Italia a progettare, costruire e collaudare scuole sicure?
"Limitandomi alla sicurezza nei confronti del terremoto, ricordo che esistono ormai, in molte Facoltà di Ingegneria italiane (ed anche in alcune di Architettura), corsi di "Costruzioni in Zona Simica" o simili (anch'io ne tenni uno alla Facoltà di Architettura dell'Università di Ferrara, quasi ininterrottamente dal 1998 al 2011, anno in cui il corso fu abolito con la motivazione che "tanto l'Emilia non è una regione sismica"...). Questi corsi insegnano i primi rudimenti indispensabili per la progettazione antisismica degli edifici e per il loro corretto collaudo statico (attività, quest'ultima, di estrema importanza per garantire che, oltre alla progettazione, anche la realizzazione sia stata effettuata adeguatamente). Ritengo, però, questi corsi del tutto insufficienti. Oggi, inoltre, un qualsiasi ingegnere (se di laurea recente, quantomeno civile) può progettare e collaudare in zona sismica, anche senza aver seguito i corsi suddetti. Occorrerebbe, invece, una preparazione universitaria (o post-universitaria) ben più articolata e specifica di quella attuale, occorrerebbe anche una sorta di "patentino" (possibile che questo sia necessario per la progettazione di sistemi anti-incendio e non per la progettazione antisismica?). Ritengo, in conclusione, che, Italia, a progettare e collaudare scuole ed altri edifici sicuri, attualmente, si impari davvero solo sul campo, se guidati da "maestri" realmente competenti".


Lei ha eseguito il collaudo della nuova scuola elementare di Marzabotto, prima scuola protetta dall'isolamento sismico in Emilia-Romagna. Possiamo quindi dire che ragazzi e docenti possono svolgere in massima tranquillità le loro lezioni?
Certamente sì, se quanto prescritto nel mio certificato di collaudo è rispettato in toto e lo sarà per l'intera vita della scuola. Occorre prestare molta attenzione alla suddetta condizione: è una responsabilità fondamentale della proprietà (nel caso specifico del Comune), dal punto di vista sia morale che giuridico, assicurare il rispetto assoluto delle prescrizioni di collaudo.

La parola d'ordine oggi in ogni discorso che riguardi la sicurezza in ogni suo ambito è "prevenzione": come si applica la prevenzione sugli edifici scolastici esistenti? E' possibile metterli in totale sicurezza? E se non fosse possibile?
"Per le scuole di nuova costruzione, come ho già detto, abbiamo ormai a disposizione le tecnologie che (se correttamente applicate e correttamente mantenute funzionanti) garantiscono la totale sicurezza sismica. Ritengo inammissibile non applicarle. Per le scuole esistenti, a meno che non sia utilizzabile l'isolamento sismico per adeguarle (non solo "migliorarle") simicamente, il livello di sicurezza raggiungibile è usualmente inferiore. Qualora tale livello, attraverso il cosiddetto "miglioramento sismico", sia insufficiente, è indispensabile, a mio avviso, delocalizzare le attività scolastiche in edifici con le adeguate caratteristiche di sicurezza, se possibile in nuove scuole isolate simicamente. Questo è il caso, in particolare, delle tante scuole ospitate da edifici considerati monumentali, che non risultano sufficientemente "migliorabili" a causa dei vincoli legati ai "principi di conservazione" difesi dalla sovrintendenze. Occorrerebbe poi, non considerare monumentale tutto ciò che ha più di 50 anni, ma, almeno nel caso delle scuole (ed in quello degli ospedali), demolire gli edifici che sono soltanto vecchi e ricostruirli con le migliori tecnologie disponibili. Un notazione conclusiva, su questo argomento: le scuole esistenti dovrebbero, a mio avviso, essere tutte adeguate simicamente, non solo migliorate!"


Se la teoria è ineccepibile all'atto pratico gli amministratori gli enti preposti, strangolati da ristrettezze finanziarie, lamentano assenza di fondi e mani legate.....
"Capisco il problema, frutto di decenni di totale assenza di politiche di prevenzione, e capisco che gli enti locali e regionali non possano risolverlo da solo, ma, come mi ostino a ripetere in tutte le sedi, ritengo che un paese che ambisca a definirsi civile non possa non mettere a bilancio, ogni anno, spese il cui beneficio si vedrà solo tra qualche anno, o forse anche fra qualche decennio  (omettendo di citare le vittime che, con tali stanziamenti, si potranno evitare); beneficio, che, però, con certezza si vedrà: direi che si tratta di un "investimento produttivo", anche dal punto di vista meramente economico, o no? Però, esiste, in Italia, la mentalità dell'investimento?"

Ing. Martelli, in un suo recente intervento lei ha dichiarato che 'la popolazione accetta la cattiva costruzione': cosa intendeva dire?
"L'attuale gravissima situazione riguardante la vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio italiano è dovuta ad una bassissima percezione del rischio sismico ed all'assenza della "mentalità della prevenzione", a tutti i livelli, nel nostro paese. Le istituzioni hanno sino ad ora fatto assai poco per migliorare questa situazione, ma i singoli non possono "chiamarsi fuori", perché i rappresentanti nelle nostre istituzioni riflettono la mentalità di chi li ha eletti. Troppa gente è ancora sorda e cieca, nei riguardi della prevenzione sismica, non accetta di spendere per la sicurezza e bada più a spender meno, piuttosto che a proteggersi, nei riguardi di un evento come il terremoto, o non lo considera affatto, o pensa o spera che non avvenga. La Storia, purtroppo, nel campo della prevenzione sismica, fino ad ora pare aver insegnato assai poco".



Patrizia Calzolari