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Ispra su impianti a rischio: "controlli ogni tre anni e pochi ispettori"

Anche il deposito Eni di Calenzano interessato dall'incidente di martedì 10 dicembre compare nell'elenco degli impianti a rischio incidente rilevante

In un articolo comparso sulla pagina nazionale de Il Resto del Carlino, dal titolo “La sicurezza nell'industria: i controlli si fanno ogni tre anni. Ma abbiamo pochi ispettori” il dirigente Ispra, Fabio Ferranti, responsabile per le ispezioni sugli impianti industriali, ha spiegato che anche il deposito Eni di Calenzano, coinvolto nell'incidente in cui hanno perso la vita 5 persone, compare nel censimento degli impianti a rischio di incidente rilevante. 

Le ispezioni e gli ispettori
Ferranti, intervistato sottolinea come tutti i siti censiti dalla Direttiva Seveso, circa mille in totale, (468 impianti con soglia inferiore di pericolosità, 507 con soglia superiore, per l'esattezza), cioè quelli a rischio, siano sottoposti “a regole stringenti”. “Le ispezioni hanno una cadenza triennale. A Calenzano l'ultima ispezione risale al 2017” a cui va aggiunto un piano di emergenza elaborato nel 2021, notificato dal gestore dell'impianto nel 2023. Quando il giornalista fa notare che tre anni sono un lasso di tempo troppo lungo, Ferranti risponde dicendo che si tratta di normative europee.
A questo punto però emerge un'altro problema e cioè quello del numero esiguo di ispettori. “Sicuramente siamo pochi” afferma Ferranti. In totale spiega il dirigente Ispra ce ne sono 10-15 per ogni regione e solo 6 operanti a livello nazionale. Di qui la riflessione sull'importanza della prevenzione per evitare il ripetersi di vicende come quella di Calenzano.

Red/cb
(Fonte: Il Resto del Carlino)