L'autista Soccorritore nel sistema di emergenza/urgenza: la posizione di Fabrizio Pregliasco, Presidente Anpas

ANPAS, l'Associazione nazionale delle Pubbliche Assistenze, ribadisce la propria contrarietà all'istituzione della figura professionale dell'autista soccorritore auspicata invece dalla Co.E.S,  la federazione Conducenti Emergenza Sanitaria. Le  motivazioni di ANPAS nelle parole del suo presidente nazionale, Fabrizio Pregliasco

"ANPAS esprime la propria contrarietà all’istituzione della figura dell’Autista Soccorritore negli incontri avuti negli ultimi anni con la Direzione Generale delle risorse umane e delle professioni sanitarie del Ministero della Salute, interessando sulla questione i Parlamentari e la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome e ribadendolo con forza anche in occasione della manifestazione FERMI TUTTI dello scorso anno. L’introduzione di questa figura infatti rischia di mettere pericolosamente in ginocchio il sistema di emergenza/urgenza del nostro Paese, al quale l’apporto del volontariato organizzato è sempre più decisivo per garantire la flessibilità necessaria per operare nei contesti territoriali eterogenei garantendo, grazie al coinvolgimento di centinaia di migliaia di volontari adeguatamente formati, il diritto alla salute di tutti i cittadini".
E' quanto afferma
il presidente di Anpas, Fabrizio Pregliasco, in merito alla  proposta portata avanti dalla Co.E.S (la Federazione Nazionale delle associazioni Autisti di Ambulanza e Autisti Soccorritori professionisti), che invece chiede con forza l'istituzione della figura professionale dell'autista soccorritore addetto all'emergenza sanitaria. A questo riguardo CO.E.S. ha presentato di recente una petizione a Camera e Senato (primo firmatario Stefano Casabianca, presidente Co.e.s Sicilia), ed ha scritto una lettera alla Commissione per le petizioni dell'Unione Europea, che ha risposto qualche giorno fa dichiarato "ricevibile" la petizione.

"Il problema della figura dell'autista soccorritore
- ci ha spiegato Pregliasco, da noi raggiunto telefonicamente - è una questione delicata che si  protrae nel tempo ed è spinta dall'esigenza, anche legittima, di quella quota di personale dipendente pubblico che vuole un inquadramento migliore. E' un desiderio che comprendiamo e che vede la nostra disponibilità alla discussione, ma che non può prescindere dalla realtà dei fatti, e cioè che oggi oltre il 70% dei servizi di emergenza-urgenza sono garantiti dai volontari, che assicurano un contributo fondamentale per il funzionamento dell'intero sistema e che devono poter continuare a poter svolgere il loro servizio. La proposta di COES, che conosciamo bene e che abbiamo già discusso in diverse  sedi, comporterebbe per il volontariato un appesantimento formativo e incremento di costi insostenibile. Innanzitutto si rischierebbe di avere corsi formativi estremamente diversi tra loro: si prenda ad esempio la situazione attuale;  già oggi, che  la formazione professionale dell'autista soccorritore è di competenza delle Regioni, si registrano grandi differenze:  per questa abilitazione la Regione Piemonte organizza corsi di 30 ore, che diventano 120 in Lombardia e 150 ore in Valle d'Aosta. Che ne sarebbe se la formazione  fosse affidata alle singole Associazioni o a i più disparati enti formativi o universitari? La proposta della COES, poi, vorrebbe corsi  della durata di un anno o di circa 600-800 ore con approfondimenti sanitari ed esame finale: impensabile per un volontario che nel frattempo lavora e che in tal modo sarebbe tagliato fuori per motivi evidenti. Un altro rischio da non sottovalutare è quello della validità territoriale del riconoscimento giuridico dell'autista soccorritore: cosa succede  se un autista soccorritore effettua un intervento in un'area geografica che non riconosce la sua professionalità? Non interviene sull'emergenza? Manca, di fondo, l'idea di un modello unitario valido e accessibile per tutti, volontari e dipendenti.
La nostra idea, purtroppo non ascoltata, è quella di un modulo a seguire per specializzazioni particolari, di una formazione omogenea che garantisca qualità elevata, ma che tenga conto della peculiarità e della presenza dei volontari in un contesto di rete che è quello dell'emergenza-urgenza".

Patrizia Calzolari

ANPAS, l'Associazione nazionale delle Pubblica Assitenze, fondata  a nel 1904 a Spoleto, è una delle più grandi associazioni nazionali di volontariato in Italia: attualmente vi aderiscono 881 Pubbliche Assistenze con 238 sezioni, presenti in tutte le regioni italiane che operano nell'emergenza sanitaria, nelle attività sociosanitarie, di protezione civile e di solidarietà internazionale. Si avvale di 2700 ambulanze e 500 mezzi di protezione civile, ma soprattutto della partecipazione di 100.000 volontari attivi e di 700.000 soci sostenitori. E' ente accreditato di prima classe con oltre 800 sedi e 976 giovani in servizio civile nazionale.

La Co.E.S. Italia è una Federazione Nazionale delle associazioni regionali degli Autisti di Ambulanza e Autisti Soccorritori professionisti (dipendenti pubblici e privati), essa è stata costituita nel 1997 con l'obbiettivo di promuovere la professionalità di questa figura attraverso la formazione e il riconoscimento del profilo professionale di Autista Soccorritore, a vantaggio della sicurezza e della qualità delle prestazioni erogate ai cittadini-utenti.