La cortina di vapori illuminati dai bagliori della lava incandescente (fonte foto: Fb Boris Behncke )

La lava scorre sull'Etna innevato

La colata lavica proveniente dal cratere Bocca Nuova, accompagnata da esplosioni stromboliane ed emissioni di cenere, ha raggiunto una lunghezza di 3 km, scendendo da quota 3mila metri fino a 1900 circa. Nessun pericolo per i centri abitati

“Sull'Etna continua l'attività effusiva subterminale, alimentando una colata di lava che ha raggiunto una lunghezza di 3 km circa. Il fronte della colata stava avanzando nella valle tra il cono principale del 1610 (dove c'è la Grotta degli Archi) e l'antico cratere Monte Pecoraro”.
A spiegarlo, ieri sera alle 23 circa sul proprio profilo Facebook, il vulcanologo Boris Behncke dell'Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia di Catania (Ingv), che ha sottolineato come non sia in corso solo questa emissione di lava, proveniente da una fessura alla base meridionale del cratere Bocca Nuova.

Lava, esplosioni ed emissioni di cenere
Dal 10 febbraio, infatti, stanno avvenendo “esplosioni stromboliane ed emissioni di cenere” da almeno due bocche esplosive sul fianco occidentale del cratere di Sud-Est. “Il vento ha distribuito la cenere sui settori sud-occidentale, meridionale ed orientale del vulcano, sporcando la bella neve appena caduta alcuni giorni fa”.

La lava è scesa fino a quota 1900 metri
La situazione è stata verificata ieri sul posto da Giuseppe Tonzuso, ricercatore dell'Osservatorio Etneo dell'Ingv, che ha effettuato un sopralluogo nei pressi della colata lavica.
“In seguito all'apertura di una frattura alla base del cratere Bocca Nuova, avvenuta diversi giorni fa, abbiamo diversi bracci lavici che confluiscono in un unico canale. La colata è ben alimentata, e da quota 3.000 metri sembra aver raggiunto quota 1.900 metri circa. Nel frattempo, il cratere di Sud-Est ha incrementato l'attività esplosiva".

Uno scenario atteso
Un'attività stromboliana, quest'ultima, che è frequente dai crateri sommitali. Questo scenario, caratterizzato da esplosioni ed emissioni laviche, rientra in quelli “attesi” nell'ultimo bollettino settimanale dell'Osservatorio, pubblicato l'altro giorno.
L'Ingv, stando a quanto riportato nel bollettino, non esclude un'evoluzione dei fenomeni verso un'attività più energetica con formazione di colonne eruttive, nubi di cenere e flussi piroclastici.

Nessun pericolo per i centri abitati
La colata lavica non rappresenta, al momento, alcun pericolo per i centri abitati. “Quando abbiamo effettuato il sopralluogo, l'attività stava aumentando, fatto desumibile sia dalla velocità di scorrimento del flusso, sia dal degassamento, sia dagli alti livelli del tremore vulcanico”, ha spiegato Tonzuso all'Agi. “L'unico rischio è che la colata interrompa la pista altomontana, a circa 1.800 metri, una strada utilizzata per raggiungere la vetta del vulcano". 

Red/la
Fonti: Agi, Fb  Boris Behncke, Osservatorio Etneo Ingv