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La scomparsa del ghiaccio estivo nell'Artico è quasi realtà

Secondo gli scienziati potrebbe accadere anche se applicassimo politiche carbon free da ora, nonostante ciò, le politiche per la diminuzione dell'anidride carbonica, restano misure vitali per prevenire lo scioglimento dei ghiacci

La scomparsa del mare ghiacciato Artico sarà realtà presumibilmente prima del 2050, lo mostra una ricerca, ed avverrà anche se le emissioni di anidride carbonica venissero tagliate rapidamente.
I risultati hanno allarmato gli scienziati che però hanno detto che il taglio dei gas serra resta vitale per determinare se i ghiacci estivi Artici svaniranno per sempre o potranno ricomparire nel tempo. Se le emissioni restano molto alte, c'è il pericolo che l'Artide possa restare senza ghiaccio anche nei mesi invernali, una possibilità descritta come “catastrofica”.

L'ultima valutazione scientifica globale del ghiaccio dell'Artico risale al 2013. Aveva predetto che la perdita completa di ghiaccio nel mese di settembre, quando cioè raggiunge il suo livello minimo annuale, sarebbe avvenuta solo se le emissioni di CO2 dalle attività umane fossero rimaste elevate. I nuovi risultati della ricerca sono basati su dati elaborati da 40 computer di ultima generazione e sono in grado di offrire la migliore valutazione sulla datazione del destino del ghiaccio Artico.

Fin da quando i satelliti hanno iniziato a registrare nel 1979, i ghiacci estivi dell'Artico hanno perso il 40% della loro superficie e fino al 70% del loro volume, rendendo ciò uno dei segnali più chiari del riscaldamento globale causato dagli esseri umani. Nel 2019 il mare ghiacciato estivo si è ristretto fino alla sua seconda minima estensione. La perdita di ghiaccio ha lasciato esposte le acque scure dell'oceano che assorbono più calore dal sole innalzando di più le temperature. Questi cambiamenti sono anche legati ad un clima sempre più estremo, con inverni rigidi ed estati caldissime e piogge torrenziali alle latitudini più basse come ad esempio quelle registrate in Europa e negli Stati Uniti.

“I modelli mostrano in modo allarmante e ripetutamente che potenzialmente si potrà arrivare al completo scioglimento dei ghiacci estivi dell'Artide prima del 2050, indipendentemente dalle misure prese per mitigare gli effetti della crisi climatica” afferma Ed Blockley, che ha condotto il programma di studi inglesi per il clima polare Met Office ed è membro del team di questa nuova ricerca. “I segnali sono lì nel prossimo futuro. Erano inaspettati e sono estremamente preoccupanti”.

Il professore Dirk Notz, dell'Università di Amburgo in Germania, ha coordinato lo studio e afferma: “Se noi tenessimo il riscaldamento globale sotto i 2 gradi, il ghiaccio del mar Artico nonostante tutto scomparirebbe occasionalmente in estate anche prima del 2050. Questo ci ha davvero sorpreso”.

La nuova ricerca, pubblicata sul giornale “Geophysical Research Letters”, usa modelli climatici di ultima generazione ed è stata condotta da 21 istituti di ricerca di tutto il mondo.
Negli studi climatici, l'Oceano Artico è senza ghiaccio quando si rimpicciolisce in frammenti con un'area inferiore a un metro quadrato, che è il 75% in meno rispetto al 2019.

I modelli non sono perfetti e cercano di far coincidere la perdita di ghiaccio con il riscaldamento globale osservato nella serie storica dei dati. “C'è ancora molta incertezza”, afferma Blockley. “ Ma in tutti i modelli è chiaro che il ghiaccio sta continuando a dimunuire. A un certo punto, se ne andrà, ma quando questo accadrà rimane incerto”. Il ghiaccio del mare varia naturalmente di anno in anno, rendendo difficile predire la data della prima estate senza ghiaccio. “ Ci sono alcuni modelli nei quali l'estate Artica avviene tra pochi anni”, continua Blockley. Ma lo scienziato diffida da quei modelli che sono considerati anomali e che gli scienziati del clima usano per combinarli con un set di altri modelli per calcolare la probabilità degli eventi.

Un'altra scoperta sorprendente dallo studio eseguito è che un Artico senza ghiaccio potrebbe mostrarsi nei mesi invernali se la CO2 continuasse ad essere prodotta ad alti livelli. “Questo è qualcosa che non avevamo osservato prima di queste proiezioni” afferma Blockley. “Un inverno senza ghiacci potrebbe essere catastrofico per alcune specie, come ad esempio gli orsi polari, che vivono di caccia sul mare ghiacciato”.
Wagner afferma che la conseguenza della perdita di ghiaccio nel mar Artico potrebbe avere conseguenze ancora più di vasta portata: dall'aumento del riscadamento terrestre al danneggiamento delle specie selvatiche: “ potrebbe anche aprire un nuovo oceano alle esplorazioni umane, per l'estrazione di gas e petrolio, fino ad incrementare i trasporti, il turismo con tutti i loro pro e contro”.

Il professore James Screen, dell'Università di Exeter, Uk, afferma: “È importante tenere a mente che anche se potremmo assistere alla sparizione dei ghiacci nell'artico entro il 2050, la frequenza attesa dello scioglimento dei ghiacci cambia a seconda degli scenari. In uno scenario con alte emissioni potrebbero esserci estati senza ghiaccio tutti gli anni, ma nel caso di basse emissioni il fenomeno potrebbe avere una frequenza occasionale”. Lo stesso Blockley afferma che la nuova ricerca mostra come una politica di taglio delle emissioni di anidride carbonica sia vitale per prevenire il peggior impatto sull'Artico affermando: “Stiamo dimostrando che c'è ancora una speranza”.


Red/cb
(Fonte: The Guardian)