Lo tsunami del Giappone
arrivò anche nel Mediterraneo

Secondo quanto pubblicato da Epl relativamente a uno studio condotto parrebbe che l'onda anomala generatasi l'11 marzo del 2011 provocò oscillazioni nei mari di tutto il globo e raggiunse anche il Mediterraneo, generando un innalzamento di 10-15 cm

Il terremoto dell'11 marzo del 2011 di magnitudo 8.9, che generò il devastante tsunami che distrusse molte zone costiere sull'isola di Honshu in Giappone, continua a far parlare di sé.
Secondo quanto si legge sull'ANSA, un gruppo di studiosi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV, del Dipartimento di Fisica dell'Università della Calabria e del British Antarctic Survey, Natural Environment Research Council, Cambridge, UK, avrebbe rilevato che l'onda anomala si propagò in gran parte degli Oceani, arrivando addirittura al Mediterraneo.
Ovviamente l'innalzamento del livello del mare giunto nel Mediterraneo è stato praticamente impercettibile, ossia compreso in un'ampiezza che andava dai 10 ai 15 centimetri, però sembrerebbe proprio essere avvenuto.
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Epl (A Letters Journal Exploring the Frontiers of Physics) intitolato "Has the Mediterranean Sea felt the March 11th, 2011, Mw 9.0 Tohoku-Oki earthquake?", rileva che l'onda sarebbe giunta nel Mediterraneo 40-50 ore dopo che il terremoto la aveva generata, e che lo Stretto di Gibilterra avrebbe fatto quasi da amplificatore aumentando dunque l'altezza a cui viaggiava l'onda nell'Atlantico.

L'innalzamento del livello del mare provocato dallo tsunami nel Mediterraneo è stato individuato grazie all'analisi dei dati relativi alle oscillazioni del livello dei mari della rete italiana dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e della rete internazionale del Servizio di sorveglianza del livello dei mari (Permanent Service for Mean Sea Level).

"Abbiamo analizzato - spiega Marco Anzidei, ricercatore dell'INGV e uno dei coautori dello studio - i dati mareografici della rete italiana dell'ISPRA e quelli delle stazioni internazionali afferenti al Permanent Service for Mean Sea Level. [...] I mareografi - prosegue Anzidei - sono strumenti che misurano le continue oscillazioni marine e si trovano nei porti o lungo le coste. In questo caso abbiamo notato che tra 40 e 50 ore dopo il terremoto in Giappone, nel Mediterraneo c'è stata un'oscillazione anomala dovuta al passaggio della perturbazione".

"E' la prima volta che si osserva una cosa del genere al mondo - riferisce il ricercatore - nemmeno dopo il maremoto avvenuto in Indonesia nel 2004 sono state rilevate oscillazioni del genere nel Mediterraneo".
L'innalzamento registrato non è stato rischioso per le coste italiane in quanto "si è trattato di un fenomeno transiente e di piccola ampiezza, dell'ordine di 10-15 centimetri. Non si deve pensare ad un onda, ma ad un'oscillazione lenta passata attraverso lo Stretto di Gibilterra, che ha agito come amplificatore".


Redazione/sm
Fonte: ANSA