Fonte Commissione europea

L'Ue fa scorte strategiche per le emergenze, parla il team leader di rescEU

Un bando della Commissione europea mette a disposizione 540,5 milioni di euro per il finanziamento di medicinali, dispositivi e attrezzature per migliorare la preparazione e la risposta dell'Ue ai rischi per la salute pubblica come le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (Cbrn)

Con la pandemia prima e con la guerra in Ucraina poi l'Unione europea sta facendo i conti con la necessità di dotarsi di una politica estera e di difesa comune e deve anche pensare a preparare risposte adeguate a eventuali minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (in gergo Cbrn). Ipotesi che, purtroppo, devono essere messe sul piatto e affrontate. Ed è proprio con l'obiettivo di non farsi trovare impreparata che la Commissione europea ha messo a punto una scorta strategica di 540,5 milioni di euro e una riserva di decontaminazione rescEU, il progetto nato in seno al meccanismo di Protezione Civile europeo per rafforzare e rendere più performante la gestione del rischio e delle catastrofi all'interno dell'Unione. Per comprendere meglio la portata di queste misure fondamentali per andare incontro alle nuove esigenze dei cittadini europei, abbiamo sentito Francesco Pontiroli Gobbi, funzionario della Commissione europea e team leader per rescEU.

Pontiroli Gobbi come funziona il piano per la scorta strategica da 540,5 milioni di euro?
Si tratta di un piano al quale lavoriamo da tanti mesi perché, da fine 2021, gli Stati membri hanno introdotto una norma che consente all'Ue di lavorare al rischio Cbrn (minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari).

Quindi è un piano che non ha niente a che vedere con la guerra in Ucraina...
Diciamo che per una casualità ci siamo ritrovati a presentare il progetto in piena guerra: il bando è stato lanciato il 15 marzo e scade il 16 giugno.

Come funziona?
È un bando di finanziamento europeo che invita gli Stati membri a produrre medicinali e dispositivi vari che possano essere utili nel caso di minaccia chimica, biologica, radiologica e nucleare. Vogliamo far sì che l'Europa sia meglio equipaggiata in caso di necessità. 

Chi sono i candidati?
Tutti gli Stati membri che vogliano partecipare, nello specifico le autorità di protezione civile di ogni Stato membro.

Che tipi di proposte vi aspettate?
Vaccini, medicinali, dispositivi per minacce di vario genere, materiale protettivo di tipo medico come le mascherine, equipaggiamento di supporto come respiratori, macchine a raggi x, kit di pronto soccorso, defibrillatori, materiale e dispositivi di laboratorio per analizzare reperti.

Ad aggiudicarsi il finanziamento sarà un solo Stato?
Possono essere tutti gli Stati membri che fanno richiesta ad aggiudicarselo. Fino al concorrimento del budget possiamo finanziare una o più proposte di più Stati membri. Valuteremo sulla base delle proposte ricevute.




Quando saranno operative le proposte finanziate?

Il procedimento si concluderà probabilmente in autunno, credo che entro ottobre si possa avere la firma di questi progetti, per cui poi le protezioni civili nazionali potranno avviare l’acquisizione di queste capacità che verranno messe a disposizione sia del meccanismo che degli altri Stati.

Dove avverrà lo stoccaggio di questi prodotti?
Presso gli Stati membri che si sono presi cura di presentare una proposta e, conseguentemente, hanno presentato anche piani di stoccaggio.

In caso di necessità le risorse verranno mobilitate in base alle richieste dei singoli Stati, anche di quelli che non hanno partecipato al bando?
Come le altre risorse previste dal meccanismo di Protezione Civile dell'Ue saranno messe a disposizione di tutti gli Stati membri più sei Stati cosiddetti "partecipanti" ovvero Norvegia, Islanda, Turchia, Serbia, Montenegro e Macedonia del Nord.

In caso di minaccia possono farne richiesta anche quegli Stati che non fanno parte dell'Unione europea?
Sì, qualsiasi Stato al mondo può chiedere assistenza e l'attivazione del meccanismo. Però in situazioni estreme, penso al Covid in cui anche gli Stati membri sono in situazione precaria, si aiutano prima gli Stati membri e poi gli altri.

L'Ucraina ha chiesto dunque l'attivazione del meccanismo per la distribuzione di 3 milioni di compresse di ioduro di potassio contro le radiazioni?
Abbiamo ricevuto una richiesta di assistenza da parte dell'Ucraina che ci chiedeva un determinato quantitativo di pillole di ioduro di potassio. Alcune scorte sono state offerte dagli Stati membri, in aggiunta la Commissione europea si è mossa per acquisire ulteriori pillole che sono state mandate in Ucraina la scorsa settimana.

Ci sono altri Stati che hanno chiesto le compresse di ioduro di potassio?
Tutti gli Stati membri hanno al loro interno dei piani di preparazione in ogni caso di eventi e decidono se stoccare centralmente le pillole e distribuirle ai cittadini, se farlo in maniera anticipata o in caso di emergenza, ognuno ha scorte. Quello che posso dirle è che ci sono Stati che stanno ampliando le rispettive scorte. Chiaramente il ruolo del meccanismo di protezione civile europeo è quello non solo di fornire le pillole all’Ucraina, che ce le ha chieste, ma anche di fornire assistenza agli Stati membri per cui, per il futuro, lavoreremo per incrementare le scorte a livello europeo (non nazionale) per assicurarcele in caso sia necessario e richiesto dagli Stati membri.

Katia Ancona