(foto: ilgiornaledellaprotezionecivile.it)

Marche, tubercolosi del
cinghiale: i bracconieri
sotto accusa

Preoccupa la diffusione nelle Marche della tubercolosi del cinghiale, malattia pericolosa per l'uomo e per il bestiame: dito puntato contro i bracconieri che vendono carni di cinghiale non controllate ai ristoranti, con il conseguente rischio di contagio per gli ignari utenti

Grande attenzione da parte della Regione Marche che sta monitorando la questione della tubercolosi dei cinghiali (e bovina), potenzialmente trasmissibile all'uomo attraverso l'ingestione di carne e dannosa per l'economia regionale.

"Il vero punto di debolezza del sistema - fanno sapere dalla Regione - è stato individuato nel bracconaggio: infatti, sono i bracconieri a fornire carne non controllata ai consumatori e ai ristoratori (che rischiano di essere altre vittime di questa situazione) con il rischio di infettare gli utenti. Invece, la caccia di selezione è sicura in quanto le squadre sono munite di veterinario che certifica le carni".
Qualche giorno fa infatti erano stati rinvenuti cinghiali morti di tubercolosi sulle sponde del fiume Esino (AN): alcune carcasse erano contenute in sacchi di plastica, mentre altre si trovavano direttamente immerse nell'acqua, e mostravano con evidenza che pesci ed altri animali se ne erano cibati.
Il sospetto per questo anomalo ritrovamento è ricaduto sui bracconieri e il Corpo Forestale indaga in questo senso: l'ipotesi è che, accortisi in qualche modo della malattia degli animali, i cacciatori di frodo abbiano deciso di abbandonare gli animali uccisi racchiudendoli dentro grandi sacchi di plastica per l'immondizia, trasportandoli poi sulle rive dell'Esino.

Secondo la LAC - Lega per l'abolizione della caccia -, inoltre, gli ambienti venatori sarebbero  al corrente da tempo del fatto che nella popolazione marchigiana dei cinghiali sia notevolmente diffusa la tubercolosi e che gli ungulati stiano contagiando con anche il bestiame al pascolo sulle stesse montagne e pertanto ha chiesto alla Regione, anche in considerazione del rischio per l'uomo derivante da questa malattia, la sospensione della caccia al cinghiale in tutte le Marche, o  perlomeno per la  stagione 2013 -14 oltre a un monitoraggio a tappeto sullo stato di salute di tutta la popolazione marchigiana del cinghiale.

Nel frattempo, su iniziativa dell'assessore regionale alla Caccia, Paola Giorgi, in collaborazione con l'assessorato alla Sanità e all'Agricoltura, verranno immediatamente convocate le associazioni venatorie, gli ATC, le squadre per la caccia di selezione al cinghiale, le associazioni di categoria, le forze dell'ordine, i servizi veterinari, per concordare un'azione di rafforzamento dei controlli delle carni, di bonifica della malattia e di isolamento e punizione dei bracconieri che commettono un grave reato contrabbandando carne potenzialmente infetta.



red/pc